07 Ottobre 2024

Dengue, "Pericolosa per i più fragili. Rari i casi gravi"

L'infettivologo Roberto Cauda (Università Cattolica) a Nursind Sanità :"Nel mondo globalizzato, senza prevenzione la diffusione della malattia potrebbe aumentare negli anni"

Di Elisabetta Gramolini
Dengue, "Pericolosa per i più fragili. Rari i casi gravi"

Già oggi secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) la malattia dengue colpisce 300-400 milioni di persone nel mondo. Solo quest’anno, il Brasile, dove è endemica, ha registrato quattro milioni di casi, ma il numero potrebbe salire a cinque miliardi entro il 2050 in base alle stime internazionali. In Italia la situazione è costantemente monitorata, ma è innegabile l’aumento, specie in alcune zone del pesarese, rispetto allo scorso anno. Per Roberto Cauda, docente di Malattie infettive dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, la malattia non è pericolosa ma, come sottolinea a Nursind Sanità, senza una attenta prevenzione la diffusione potrebbe aumentare negli anni.

Professore, la dengue è così pericolosa?
È una patologia infettiva virale che può avere un’evoluzione grave in una piccola percentuale di casi. Le aree endemiche sono le aree tropicali, ma per colpa dei cambiamenti climatici e del mondo sempre più globalizzato si manifesta anche da noi come osserviamo. La causa è il virus della dengue, di cui si contano quattro sierotipi Denv 1, 2, 3, 4. È un virus a Rna che si trasmette con la puntura delle zanzare aegypti (non presenti in Italia) e dalla albopictus, presente anche nel nostro Paese, nota con il nome di zanzare tigra.

La dengue è nota anche come febbre spaccaossa?
Sì, ma nella maggior parte dei casi è asintomatica. Quando si presentano, i sintomi sono: dolori diffusi, nausea, vomito, diarrea, dolori muscolari e a volte rash cutaneo. I segnali compaiono una settimana dopo la trasmissione. Quelle gravi si riscontrano nei pazienti più fragili, in cui è possibile imbattersi in febbre emorragica e insufficienza di più organi.

Si trasmette solo attraverso il vettore?
Da uomo a uomo non si trasmette, se non in maniera indiretta, cioè quando la persona che arriva in Italia per esempio dal Brasile, sebbene asintomatica, ha comunque la malattia in incubazione. Visto che il virus circola per sette giorni, a volte anche per meno, il soggetto viene punto da una zanzara tigre che si infetta e a sua volta trasmette il virus ad altri. La persona infetta sa di non essere colpita dalla dengue e quindi non prende alcuna forma di precauzione sebbene dovrebbe evitare di essere punta da altre zanzare.

Come si capisce che si è malati di dengue?
La diagnosi è effettuata con i test di biologia molecolare e i farmaci usati servono per curare i sintomi perciò per abbassare la febbre e contrastare il dolore.

Esiste un vaccino?
Non c’è un’immunità specifica. Ogni volta che la persona si ammala con un sierotipo diverso nella patogenesi della malattia ci può essere una forma più grave. I vaccini sono due: il primo è il dengvaxia che può prevenire i quattro sierotipi ma può essere somministrato solo a chi ha avuto una precedente infezione certificata, altrimenti genera l’effetto della prima infezione; l’altro vaccino, il qdenga, è per i quattro sierotipi, è autorizzato dall’Agenzia europea dei medicinali (Ema) dal 2022 e dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) dal 2023, e può essere dato a chi non ha avuto la malattia, in particolare, a chi si reca in aree endemiche.

L’attività di controllo e prevenzione che si sta facendo nelle aree dove si registrano maggiormente i casi è sufficiente?
La protezione che si può fare è attraverso le zanzariere e l’eliminazione dei ristagni di acqua. Di certo, i numeri dati dall’Istituto superiore di sanità per quest’anno mostrano un aumento: l’anno scorso erano 362 casi, di cui 82 autoctoni e 280 dall’estero, mentre secondo l’ultimo bollettino sono 572 casi, di cui 442 associati a viaggi all’estero e 130 autoctoni.

Dobbiamo pensare che il numero potrà aumentare in futuro?
Credo di sì. Alcuni ricercatori ritengono che la zanzara tigre potrebbe non scomparire con la stagione fredda e potrebbe quindi esserci uno strascico nei periodi invernali. Secondo me, almeno per quest’anno, quando arriverà il freddo avremo una drastica riduzione.

 

 

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