16 Ottobre 2024

Medicina, quello stop al numero chiuso che divide

Il via libera al disegno di legge delega che rivede le modalità di accesso ai corsi di laurea è arrivato oggi dalla commissione Cultura del Senato. il ministro dell'Università Bernini parla di "passo storico", ma Fnomceo invita a riflettere sul fabbisogno "per evitare domani la pletora medica"

Di NS
Foto di Nikolay Georgiev
Foto di Nikolay Georgiev

Dalla commissione Cultura del Senato arriva il via libera al disegno di legge delega che rivede le modalità di accesso ai corsi di laurea in medicina e chirurgia, odontoiatria e protesi dentaria e medicina veterinaria. La riforma, a lungo discussa e anche molto contrastata, prevede l'abolizione del numero chiuso al primo semestre, consentendo l'iscrizione aperta per tutti gli aspiranti medici senza sostenere i test d’ingresso.
L’obiettivo è la riorganizzazione del sistema delle professioni medico-sanitarie in un’ottica di sostenibilità sia per gli atenei che per il Ssn.
Il disegno di legge di delega al Governo in pratica, come spigano dal Mur, "mira a garantire una selezione più equa, basata sulle competenze acquisite degli studenti".

L’accesso sarà infatti regolato attraverso i crediti formativi e la posizione in una graduatoria nazionale raggiunta. Di "passo storico", non a caso, ha parlato la ministra dell'Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, "per garantire a tutti i ragazzi l'opportunità di diventare professionisti in ambito medico", ricordando che "il fabbisogno di futuri nuovi medici è di 30mila professionisti in più nei prossimi sette anni". Per soddisfarlo, ha spiegato, "abbiamo già aumentato i posti disponibili per i corsi di laurea in medicina e chirurgia e veterinaria. Ma con oggi rivediamo completamente i criteri di selezione. Per il primo anno aboliamo il numero chiuso e i test d'ingresso, ma prevediamo un semestre-filtro con esami caratterizzanti, i cui risultati saranno comunque riconosciuti per percorsi formativi alternativi. In questo modo non solo investiamo nelle giuste aspirazioni dei nostri ragazzi, ma garantiamo anche una preparazione di qualità attraverso un'offerta formativa d'eccellenza".

La riforma, come informa ancora il Ministero, include iinoltre iniziative di orientamento già durante gli ultimi anni di scuola secondaria, con percorsi specifici per favorire l'ingresso nei corsi di laurea. Gli studenti potranno beneficiare di una formazione mirata e, in caso di mancata ammissione al secondo semestre, del riconoscimento dei crediti acquisiti per proseguire in altri percorsi di studio.

I medici però da parte loro non nascondono i propri dubbi. La Fnomceo esorta a un supplemento di riflessione. "L'abolizione del test di accesso a Medicina non toglierà il numero programmato: questa è sicuramente una buona notizia perché abbiamo bisogno di programmare il fabbisogno dei futuri medici", ha sottolineato il presidente Filippo Anelli evidenziando comunque il fatto che il numero programmato sia calibrato su cifre più elevate rispetto ai fabbisogni. "I numeri che in questo momento circolano – ha aggiunto - non sono coerenti con il numero dei medici che andrà in pensione. Forse dovremmo fare tutti una maggiore riflessione per evitare domani la pletora medica e dovremmo tutti quanti provare a riflettere sul valore che dieci anni di formazione hanno per un giovane medico. Tra dieci anni andranno in pensione meno di 7mila medici e oggi noi consentiamo un accesso a medicina a oltre 20mila ragazzi: una parte di questi probabilmente non avrà occupazione".

 

 

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