L'influenza aviaria fa paura. Si muove il Parlamento
I senatori Sbrollini e Scalfarotto (Italia viva) interrogano Schillaci e chiedono "quali misure sta mettendo in atto per affrontare il rischio di diffusione", oltre che la tempistica per l'adozione del nuovo Piano pandemico

Mentre desta preoccupazione la malattia sconosciuta che sta colpendo la Repubblica democratica del Congo, rimane alto l’allarme per l’aviaria tra Stati Uniti e Canada. Riflettori puntati sul latte crudo, in particolare, dopo che il virus dell'influenza è stato scoperto in un lotto prodotto e venduto in California. Uno dei campioni sotto esame è risultato infatti positivo al virus H5N1. C’è stato poi il caso canadese di H5N1 con il quattordicenne ricoverato in condizioni critiche. Insomma, c’è allerta per i contagi nell’uomo mentre alcuni esperti non escludono l’ulteriore salto di contagio da uomo a uomo.
In Italia che livello di attenzione c’è rispetto all’aviaria? A chiedere lumi al ministero della Salute ci ha pensato Italia viva con i senatori Daniela Sbrollini, vicepresidente della commissione Lavoro e Sanità, e Ivan Scalfarotto, capogruppo in commissione Giustizia. E’ loro l’iniziativa di una interrogazione al ministro della Salute Orazio Schillaci: "Non si comprendono i ritardi del ministero della Salute nell’adozione del nuovo piano pandemico", affermano i due parlamentari. Per poi incalzare: "Si chiede di sapere se il ministro abbia intenzione di adottare in tempi brevi un nuovo piano pandemico per i virus respiratori coinvolgendo nella stesura i professionisti del settore; quali misure stia mettendo in atto per affrontare il rischio di diffusione dell'influenza aviaria H5N1; quali interventi siano stati pianificati per migliorare la risposta rapida alle emergenze sanitarie durante gli eventi del Giubileo del 2025, garantendo la sicurezza sanitaria dei pellegrini e della popolazione residente; se, vista la recrudescenza nella diffusione di zoonosi gravi, intenda adottare iniziative volte a predisporre un piano pandemico veterinario per superare le gestioni commissariali e avere modelli stabili di prevenzione, gestione e campagne vaccinali".
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