Malattia in Congo, "Un gruppo ristretto di coordinamento al lavoro in Italia"
In Parlamento il ministro Ciriani riferisce sulla patologia misteriosa. Ma dà aggiornamenti anche sul piano pandemico quinquennale e sullo stato di avanzamento degli investimenti in sanità del Pnrr

Dal Piano pandemico alla misteriosa malattia localizzata in Congo. Il governo aggiorna i parlamentari durante il consueto question time settimanalea Montecitorio. A rispondere in Aula il ministro per i Rapporti col Parlamento, Luca Ciriani.
Sul fronte della malattia individuata nel Paese africano, poche novità rispetto a ieri, in realtà. Se non che nasce un gruppo di coordinamento ad hoc in Italia. Il ministro ha ribadito che "il ministero della Salute monitora costantemente la situazione" e ha aggiunto appunto che "è stato costituito un ristretto gruppo di coordinamento e, in attesa delle indicazioni da parte dell'autorità sanitaria internazionali, sono in via di definizione le indicazioni per la tempestiva individuazione sul territorio nazionale di possibili nuovi casi".
Quanto al Piano pandemico, già diverse volte dato per ormai per pronto, Criani ha chiarito che "sul Piano strategico operativo di preparazione e risposta ad una pandemia da patogeni a trasmissione respiratoria a maggiore potenziale pandemico, è in corso di definizione in questi giorni una versione aggiornata rispetto alla precedente bozza, già trasmessa alla Conferenza Stato-Regioni". Per l’attuazione del Piano a livello regionale, ha aggiunto, "sono stati stanziati nel disegno di legge di Bilancio in corso di esame alla Camera 50 milioni per l’anno 2025, 150 milioni per l’anno 2026 e 300 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2027. Le risorse saranno assegnate alle Regioni a valere sul fabbisogno sanitario standard".
In Aula anche il punto sullo stato di avanzamento degli investimenti in sanità previsti dal Pnrr. Per l’implementazione di 1038 case della comunità e di almeno 307 ospedali di comunità entro giugno 2026 “risultano avviati, rispettivamente, 702 e 235 cantieri"(pari al 74 per cento e al 77 per cento del target di rilevanza comunitaria per ciascuna tipologia di intervento). Riguardo all'investimento riferito all'assistenza domiciliare, per il quale si prevede la presa in carico progressiva di almeno il 10 per cento della popolazione over65 entro giugno 2026, ha aggiornato Ciriani, "al 15 marzo 2024 risulta il pieno raggiungimento dell'obiettivo incrementale relativo all'anno 2023. Sono attualmente in corso di inserimento i dati riferiti ai pazienti over 65 presi in carico in assistenza domiciliare nel 2024, per le finalita' del target nazionale da raggiungere entro marzo 2025; in base alle rilevazioni parziali estratte dal Sistema informativo, risulta che il target potrà essere raggiunto nei termini previsti".
Spazio infine al tema dell’attività libero-professionale al di fuori dell’orario di servizio e cioè della deroga al vincolo di esclusività per il personale del comparto. Sulla questione, Ciriani non si è sbilanciato. Ha chiarito che l’obiettivo principale perseguito dal governo è valorizzare e rendere attrattivo "il servizio prestato dai professionisti della sanità pubblica, contrastando l'esodo di competenze verso il settore privato" e spiegato che una delle strategie per farlo è anche quella di contemplare misure di parziale allentamento dei vincoli di esclusività, sempre nel rispetto delle normative. Solo alla fine del monitoraggio che è in corso, però, si potrà valutare se metterle a regime o meno.
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