Violenze contro i sanitari, boom di casi nel 2024
Più a rischio le strutture nei piccoli centri. Il Report Fiaso che insiste: "Serve più prevenzione". Ecco come si stanno muovendo le Asl

Un annus horribilis, almeno per le aggressioni subite dagli operatori sanitari quello appena terminato. A dare il quadro delle violenze, verbali e fisiche, subite nelle strutture cliniche è la Federazione italiana delle aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso) che evidenzia un trend in crescita dalla fine della pandemia di Covid-19. I numeri, riportati dalla Adnkronos Salute, parlano di un aumento del 33% degli episodi avvenuti nel 2024 rispetto all’anno precedente.
Le aziende negli anni si sono dotate di strumenti per aumentare la sicurezza e difatti, come spiega la stessa Fiaso: "In sette pronto soccorso su dieci è operativo personale di sorveglianza, coadiuvato da sistemi elettronici di telecamere e in oltre metà dei nostri Dea sono presenti presidi fissi di polizia".
Nel frattempo, va anche ricordato che il Consiglio dei ministri ha approvato a fine settembre, un decreto legge (Dl n. 137/2024), poi licenziato dal Parlamento a novembre, che rende più severe le pene per chi danneggia le strutture sanitarie e socio-sanitarie, portando il carcere fino a 5 anni e 10 mila euro di multa, prevedendo inoltre l’arresto anche in differita in caso di aggressioni a danno del personale sanitario.
Metà degli episodi avviene nei piccoli centri. Puntare alla prevenzione è il suggerimento del presidente della Fiaso, Giovanni Migliore, dal momento che per quanto riguarda la deterrenza non si può fare di più oltre all’inasprimento delle pene. "Come Fiaso – afferma – abbiamo analizzato il fenomeno e le situazioni di rischio ed emerge che il tema delle violenze non è legato agli ospedali delle città perché la metà degli episodi avviene nei piccoli centri e sul territorio. Quindi occorre rivedere il sistema della continuità assistenziale, perché oggi non ci possiamo permettere che le guardie mediche siano esposte a rischio e serve uno sforzo per analizzare le condizioni in cui operano e modificare la dislocazione delle strutture. Ma non è secondario che più viene sollecitato un sentimento di disaffezione nei confronti del Servizio sanitario nazionale (Ssn) e di coloro che ci lavorano e più si creano le condizioni".
Non manca inoltre un po’ di amaro in bocca nelle parole di Migliore: "Cinque anni fa – ricorda –, durante l'emergenza Covid-19, la narrazione collettiva era che il Ssn stava portando il Paese fuori dalla crisi. Oggi viene tacciato di non risolvere i problemi degli italiani. I 'mali' ci sono, ma questa narrazione produce dei danni e dobbiamo, tutti insieme, provare a cambiarla".
I progetti nelle Asl. Le buone pratiche, sia nella diffusione della corretta informazione alle persone in attesa nei pronto soccorso sia nella formazione per gestire eventuali aggressioni, ci sono. A Piacenza, per esempio, la Ausl ha organizzato diversi convegni negli anni sulla sicurezza e nei pronto soccorso ha affisso cartelli e distribuito video per spiegare i motivi delle attese, i criteri con cui vengono definite le priorità e l'aggiornamento in tempo reale. Inoltre, l’azienda ha agevolato la presenza di volontari che raccolgono le esigenze specifiche delle persone in sala d'attesa e avviato un programma di formazione specifica degli operatori sulle modalità comportamentali e organizzative per evitare potenziali aggressioni. L'Areu (Agenzia regionale per l'emergenza urgenza) della Lombardia ha adottato invece le 'body-cam', le telecamere indossate dagli operatori per riprendere i soccorsi fatti a domicilio dei pazienti. Anche al Sud si possono citare dei casi: in Sicilia, la Regione ha definito un gruppo di lavoro sul tema delle aggressioni e redatto delle linee guida per le aziende che includono la valutazione del rischio, l'analisi degli episodi, le misure di prevenzione e le modalità di formazione degli operatori; in Campania, anche la Asl di Salerno ha promosso la sperimentazione delle body-cam e in Puglia sono stati introdotti gli infermieri di processo nei principali pronto soccorso e approvate le "Linee di indirizzo per la prevenzione, protezione e gestione degli atti di violenza a danno degli operatori sanitari e socio-sanitari".
Sempre più vicini ai nostri lettori.
Segui Nursind Sanità anche su Telegram