16 Gennaio 2025

Contratto sanità, il j'accuse di Zangrillo: "Dietro il mancato accordo un no politico"

Il ministro per la Pa: con l'intesa ai lavoratori sarebbe toccato "un aumento mensile di 172 euro". M anche la possibilità "di aprire immediatamente la trattativa per il Ccnl successivo"

Di NS
Foto da profilo Facebook
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Non si arresta il dibattito sulla mancata firma del contratto per il comparto sanità. Ancora di più perché la fumata nera al tavolo Aran è arrivata in maniera inaspettata, dopo ore intense in cui, invece, sembrava si fosse raggiunto un accordo. La sigla Nursing up, come è ormai noto, ha deciso di spostare l’ago della bilancia sul fronte compatto dei contrari Cgil e Uil. Oggi però a scendere in campo è il ministro per la Pa, Paolo Zangrillo. Ospite di “24 Mattino” su Radio24, ha spiegato che il governo proponeva in sintesi 172 euro di aumento medio mensile e che la possibilità di firmare questo contratto "ci avrebbe consentito di aprire immediatamente la trattativa per il contratto successivo". Il vero punto dolente, quest’ultimo, come sostenuto dal Nursind, principale sindacato degli infermieri: "Non erano le risorse (troppo poche quelle da distribuire in questa tornata contrattuale) il punto di forza del Ccnl del comparto sanità 2022-2024, ma la possibilità di aprire subito la nuova negoziazione per il triennio 2025-2027 e, quindi, di fruire dei fondi già stanziati nella legge di Bilancio", aveva detto a cal do il segretario nazionale Andrea Bottega.


Tornando a Zangrillo, il ministro ha voluto evidenziare anche le altre questioni sensibili affrontate nel contratto saltato, una pre-intesa che prevedeva, appunto, "anche una serie di risposte a quelle che sono emerse come criticità nel comparto della sanità, mi riferisco per esempio alle persone che operano nei pronto-soccorso. Ai 170 euro si aggiungevano per gli operatori del pronto soccorso altri 240 euro mensili che diventavano 300 nel 2025 e 366 nel 2026". Quindi, l’affondo rivolto alle sigle che si sono schierate contro il Ccnl e che adesso "dovranno raccontare ai lavoratori che i dipendenti del pronto soccorso rinunciano a 510 euro di aumento". Non il solo j'accuse da parte dell’inquilino di Palazzo Vidoni: "Sospetto che sia un no politico", ha infatti aggiunto. E poi ancora: "Mi auguro che questa non sia la prima espressione di quella ’rivolta sociale’ a cui allude Landini, spero che questa rivolta sociale non si realizzi sulla pelle dei lavoratori".

 

 

 

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