Ospedali italiani pronti ad accogliere i primi 21 bimbi oncologici palestinesi
Lunedì il rientro del ministro degli Esteri Tajani dalla Palestina. Oggi il tema dell'assistenza sanitaria è stato al centro della riunione "Food for Gaza" convocata alla Farnesina. Ecco i dettagli

Nella riunione di oggi di “Food for Gaza” convocata dal ministro degli Esteri Antonio Tajani è stato affrontato a fondo il tema dell’assistenza sanitaria immediata da offrire alla popolazione della Striscia. Il Ministro è rientrato lunedì dalla Palestina con la richiesta di accogliere in Italia un primo gruppo di 21 bambini malati oncologici. Su questo stanno già lavorando alcune Regioni e Policlinici universitari, mobilitati in azioni di assistenza internazionale.
La riunione ha aperto una nuova fase dell’aiuto alla popolazione in Medio Oriente per una vera ricostruzione del tessuto sociale della Striscia, all’indomani del cessate il fuoco tra Israele e Hamas e dell’annuncio, da parte del Ministro Tajani, di un nuovo stanziamento da 10 milioni di Euro per interventi di emergenza in occasione dell’ultima missione in Israele e Palestina. Il ministro Tajani sarà al porto di Ashdod nelle prossime settimane, all’arrivo della nave che porterà i 15 camion donati al Programma Alimentare Mondiale e 15 tonnellate di nuovi aiuti sanitari di emergenza.
Alla riunione - cui hanno parteicpato tra gli altri, la ministra dell’Università Annamaria Bernini, essendo coinvolti i policlinici universitari, il vice direttore generale della Fao Maurizio Martina e la direttrice internazionale di Croce Rossa Italiana Roberta Fusacchia - la rettrice dell’Università La Sapienza Antonella Polimeni ha indicato un primo piano di azione nel settore sanitario, al quale lavoreranno i Policlinici universitari che saranno coinvolti.
Inizialmente gli atenei italiani vorrebbero proporre un progetto che ha come obiettivo generale quello di fornire supporto alle necessità della popolazione materno-infantile di Gaza e che prevede: invio di personale medico-sanitario specializzato (igienisti/infettivologi, ginecologi-ostetrici, chirurghi, ortopedici, neurologi/psichiatri, gastroenterologi, psicologi, nutrizionisti, infermieri, mediatori culturali in ambito sanitario, ecc.) che, in equipe multidisciplinare, possa fronteggiare le esigenze della popolazione materno-infantile di Gaza; installazione in loco di sistemi informatici che consentano un contatto continuo (telemedicina, teleconsulto, ecc.) tra la popolazione di Gaza, gli operatori locali e gli specialisti di Sapienza allo scopo di sostenere l’assistenza e tracciare, momento per momento, le necessità della popolazione; promozione di campagne di raccolta fondi, farmaci, dispositivi medici da inviare al personale che opera a Gaza. Il contesto attuale di Gaza è quello di una situazione 'post-bellica', caratterizzata da una larga distruzione fisica dei luoghi di servizio, associata ad instabilità delle forniture essenziali a beneficio di una popolazione sostanzialmente delocalizzata (Internally displaced people).
In tale contesto è essenziale, infine, mettere in atto interventi mirati alla prevenzione di epidemie (come malattie legate all’acqua, malattie infettive contagiose prevenibili con vaccinazione, malattie cutanee, ecc.).
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