L'Aids resta una minaccia. "Giusto rifinanziare il Fondo globale"
La commissione Esteri della Camera ha votato una risoluzione Pd che impegna l'Italia nella lotta all'Hiv. Quartapelle a Nursind Sanità: "Vicini all'obiettivo, ma non dobbiamo far mancare le risorse"

La battaglia contro l'Aids non si deve fermare, i passi avanti sono stati molti e hanno migliorato le cure, ma la malattia resta una minaccia per la salute globale. In particolare, si riscontrano difficoltà nell'accesso ai farmaci, soprattutto nei Paesi del Sud del mondo. Tuttavia, anche nelle realtà più sviluppate l'emergenza Covid ha oscurato questa infezione. Una presa di coscienza sulla necessità di non abbassare la guardia si è materializzata in Parlamento, grazie a una risoluzione del Pd che è stata votata all'unanimità in commissione Esteri della Camera nei giorni scorsi. Il testo, a firma Lia Quartapelle, assicura l'impegno dell'Italia al finanziamento del Fondo globale per la lotta all'Aids, alla tubercolosi e alla malaria.
Istituito nel 2002, il fondo ha approvato circa 600 progetti, distribuiti tra 140 Paesi per un valore totale di 19,1 miliardi di dollari, svolgendo, si legge nella risoluzione, un "ruolo fondamentale nella prevenzione, diagnosi, cura e assistenza, contribuendo a salvare milioni di vite e ridurre la mortalità da Hiv del 51% dal 2010". Il suo finanziamento avviene ogni tre anni: nello scorso triennio (2023-2025) la premier Giorgia Meloni aveva assicurato 185 milioni di euro, in questi mesi si deciderà quanto investire per il periodo 2026-2028.
La promotrice Quartapelle si dice soddisfatta del voto ma invita a tenere alta l'attenzione. "L’approvazione della risoluzione - sottolinea a Nursind Sanità - è una buona notizia. L’Italia, storicamente tra i principali contributori del Fondo, conferma il proprio impegno in un settore fondamentale della salute globale. Le priorità in sanità sono tante e costose ma i governi di tutti i colori politici hanno sempre assicurato le risorse".
Per la deputata "era importante verificare in commissione l'orientamento del governo che, con il viceministro agli Esteri Edmondo Cirielli, ha confermato la volontà di finanziare il Fondo". Facendo il punto sul contrasto alla malattia, Quartapelle sottolinea che "non siamo lontani dall'obiettivo di sconfiggere la trasmissione e di permettere a tutte le persone sieropositive l'accesso agli antiretrovirali, ma non dobbiamo far mancare le risorse necessarie".
Vediamo a che punto è la lotta globale all'Hiv. Nel 2022 si stimavano 39 milioni di persone affette a livello mondiale, con 1,3 milioni di nuove infezioni e 630mila decessi. Sono milioni le persone che continuano a non avere accesso ai farmaci antiretrovirali, tra cui il 43% dei bambini sieropositivi. In Italia i dati dell'Istituto superiore di sanità parlano di 2.349 nuove diagnosi nel 2023. L’incidenza è diminuita dal 2012 al 2020, mentre dal 2021 si osserva un aumento, in particolare nella fascia 40-49 anni e nella trasmissione eterosessuale. Il calo di attenzione e di prevenzione soprattutto tra i giovani ha fatto aumentare la quota di persone a cui l'infezione viene diagnosticata tardivamente e quindi quando la carica virale è alta e più complicata la cura.
La difficoltà e le disuguaglianze nell'accesso ai farmaci sono la frontiera che vedrà impegnato il Fondo anche nei prossimi anni, insieme alle criticità che sorgono nei Paesi in guerra. Una realtà che conoscono bene le associazioni che operano a livello internazionale. Stefania Burbo, focal point del Network italiano Salute Globale, saluta con soddisfazione il voto della risoluzione: "E' un fatto positivo - dice al nostro giornale - noi, insieme alle tante realtà che si occupano di questa malattia, auspichiamo che il governo italiano mantenga il suo impegno finanziario e, se possibile, lo possa anche incrementare. Sono tanti i progressi fatti: oggi grazie alle cure - spiega - una persona sieropositiva può convivere con la malattia, senza essere infettiva".
Ma, avverte Burbo, c'è un problema di "accesso agli antiretrovirali in alcune realtà africane, ma anche dell'Europa orientale e dell'Asia minore, a causa di leggi punitive nei confronti della comunità Lgbtq o di chi si inietta sostanze stupefacenti, motivo per cui non accede alle strutture sanitarie". Infine, non vanno sottovalutati gli effetti dei conflitti in corso nel mondo. Si legge nella risoluzione che "la guerra in Ucraina e altre crisi umanitarie stanno mettendo a dura prova i sistemi sanitari di molti Paesi". Una realtà confermata anche da Burbo, che osserva come in questi contesti c'è un problema di "interruzione delle cure e delle terapie per tante malattie, tra cui anche l'Aids".
Sempre più vicini ai nostri lettori.
Segui Nursind Sanità anche su Telegram