Salute mentale, il 75% dei disturbi si sviluppa prima dei 25 anni d'età
Il ministro Schillaci: "In Italia ne soffre una persona su sei" e annuncia la pubblicazione del Piano nazionale 2025-2030 "entro un mese". La replica degli psicologi con Lazzari (Cnop): "Non siamo comparse, serve un confronto"

"In Italia circa una persona su sei soffre di disturbi mentali". Di fronte a un trend di casi in aumento, il governo ha annunciato oggi che è in dirittura d'arrivo il Piano nazionale 2025-2030 che manca da oltre 10 anni. A darne notizia è stato il ministro della Salute, Orazio Schillaci, in occasione del "Giubileo della salute mentale", convegno promosso dai Tavoli della salute mentale del ministero e dalla Conferenza episcopale italiana.
PIANO NAZIONALE ENTRO UN MESE
Schillaci ha fornito una serie di dati sul fenomeno e ha assicurato che il Piano d'azione dell'esecutivo dovrebbe essere pubblicato "entro un mese". La premessa è che "negli ultimi anni diversi fattori hanno inciso sulla salute mentale: la pandemia, le guerre, la crisi economica e sociale, le troppe disuguaglianze, l'invecchiamento della popolazione". Tutti elementi che hanno determinato in Italia e nel mondo "un aggravamento dei disturbi, dalla depressione ai problemi alimentari, dall'uso di sostanze ai comportamenti autolesivi, fino al suicidio", ha spiegato.
PREOCCUPANO DONNE E GIOVANI
A preoccupare in particolare sono le donne e i più giovani. Riguardo la prima categoria, Schillaci ha sottolineato che "la depressione è uno dei disturbi più diffusi e invalidanti. Una particolare attenzione la dedichiamo, anche nel nuovo Piano nazionale, alla depressione perinatale, in quanto si stima che una donna su cinque sviluppi problemi di salute mentale durante la gravidanza o dopo il parto".
Fari puntati inoltre sui ragazzi, visto che, come emerge dai dati, il 75% dei disturbi si sviluppa prima dei 25 anni d'età e circa la metà emerge entro i primi 16 anni, con la tendenza "a perdurare nell'età adulta se non adeguatamente trattati", ha fatto notare il ministro. Per questo il governo nell'ultima legge di Bilancio ha stanziato "dieci milioni di euro per il 2025 e 18,5 milioni dal 2026 per garantire un servizio di sostegno psicologico agli studenti e abbiamo istituito - ha concluso - anche il Fondo per le dipendenze patologiche".
LA REAZIONE DEGLI PSICOLOGI
Non si è fatta attendere la reazione degli psicologi che chiedono un confronto sul programma del governo. L'imminente pubblicazione "è sicuramente un segnale importante - dice David Lazzari, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine (Cnop) - ma non possiamo non rilevare che l’annuncio è stato fatto in un convegno sulla salute mentale senza la presenza degli psicologi. Ancora una volta si ha l’impressione che la nostra categoria venga considerata marginale, quando rappresenta un pilastro essenziale per affrontare questa sfida in modo serio ed efficace". Per Lazzari "non si possono prendere decisioni senza un confronto diretto con la professione, il rischio è di restare fermi alle buone intenzioni e agli annunci". Infine il Cnop sollecita l'approvazione della "legge sullo psicologo di base, sostenuta trasversalmente da tutte le forze politiche in Parlamento e attesa da tempo".
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