07 Maggio 2025

Obesità, alla Camera il primo sì alla legge

Il testo passa ora all'esame del Senato. Deluse le opposizioni. Quartini (M5s): "Pesa il mancato riconoscimento come malattia cronica". Malavasi (Pd): "Testo svuotato". Per il primo firmatario Pella (FI): "L'Italia è il primo Paese al mondo a riconoscerla come patologia"

Di Marta Tartarini
Obesità, alla Camera il primo sì alla legge

Contrasto e prevenzione dell'obesità, fenomeno che l'Organizzazione mondiale della sanità ha riconosciuto come epidemia globale già nel 1997. L'Aula di Montecitorio ha approvato, in prima lettura, la proposta di legge dal titolo 'Disposizioni per la prevenzione e la cura dell'obesità', a prima firma Roberto Pella di Forza Italia che ha commentato: "Così l'Italia è il primo Paese al mondo a riconoscere l'obesità come malattia". E ha confermato a Nursind Sanità l'impegno della maggioranza "a farla diventare legge entro l'estate".

 

I NUMERI IN ITALIA
Un passo avanti per la Penisola che vede la metà della popolazione adulta in sovrappeso, un allarme che riguarda il 46,3% degli italiani, secondo il dato Istat riferito al 2022. ll testo, che ora passa all'esame del Senato, è identico a quello approvato dalla commissione Affari sociali di Montecitorio, dal momento che sono stati infatti tutti bocciati gli emendamenti dell'opposizione. In quella sede erano state due le proposte depositate sul tema, oltre a quella a prima firma Pella c'era quella di Andrea Quartini del Movimento cinque stelle.

 

IL VOTO IN AULA E LE REAZIONI DELLE OPPOSIZIONI
In Aula i pentastellati, come gli altri gruppi di minoranza, si sono astenuti, valutando positivamente l'obiettivo della legge, ma insufficiente negli strumenti e nelle risorse messe in campo. Il via libera è arrivato senza voti contrari, con 155 voti favorevoli. Per Quartini, in particolare, la proposta è carente dal punto di vista della "prevenzione che si fa soprattutto con la lotta al cibo spazzatura". Obiettivo a cui mirava, come ha voluto rimarcare con Nursind Sanità, l'articolo 6 della sua pdl "puntando a disincentivare, nelle scuole di ogni ordine e grado, nelle università e nelle aziende pubbliche e private, la somministrazione di alimenti e bevande contenenti alte percentuali di acidi grassi saturi, di zuccheri semplici aggiunti, sodio, nitriti e nitrati".
Il parlamentare ha giudicato poi "deludente il mancato riconoscimento dell'obesità come malattia cronica e, di fatto, il non inserimento della patologia nei Lea", giudicando poco incisivo quanto previsto in proposito dal testo (l'articolo 2, in particolare). Sul fronte Pd la deputata Ilenia Malavasi ha sottolineato come questa sia "una proposta significativa, ma è stata depauperata ed è sotto finanziata. È una legge vuota - ha sintetizzato - nata sotto i buoni auspici, ma svuotata di tutte le cose più significative".

 

LA LEGGE PELLA

Ma cosa contempla la pdl? All'articolo 2 prevede che "al fine di garantire equità ed accesso alle cure, i soggetti affetti da obesità usufruiscono delle prestazioni contenute nei Livelli essenziali di assistenza erogati dal Servizio sanitario nazionale". All'articolo 3 la legge prevede il finanziamento di un programma nazionale per la prevenzione e la cura dell'obesità da 700.000 euro per il 2025, 800.000 per il 2026 e di 1,2 milioni a decorrere dal 2027. Infine viene istituito un Osservatorio per lo studio dell'obesità presso il ministero della Salute, composto da tre funzionari con compiti di monitoraggio, studio e diffusione degli stili di vita. Le coperture sono pari a 1,2 milioni di euro per l'anno 2025, a 1,3 milioni di euro per il 2026 e a 1,7 milioni dal  2027.
La legge nasce da una preoccupazione che riguarda in particolare i giovani in sovrappreso. I numeri sono in effetti allarmanti. In occasione della Giornata mondiale dell'obesità che si celebra il 4 marzo l'Unicef ha denunciato che l'Italia è al quarto posto nell'Unione europea per ragazzi (0-19 anni) coinvolti, con una percentuale intorno al 36% per le femmine e al 43% per i maschi. Il deputato Pella ha spiegato che il testo è stato elaborato "in collaborazione con il mondo accademico e scientifico" su un tema "di grande attualità, perché l'obesità rappresenta un problema rilevantissimo di salute pubblica e di spesa per il Servizio sanitario nazionale. Oggi in Italia - ha evidenziato - ci sono 20 milioni di persone in sovrappeso e 6 milioni a rischio obesità, con un impatto a livello mondiale che si aggira al 3% del Pil". Per questo bisogna "agire in fretta, garantendo equità e l'accesso alle cure ai soggetti affetti dall'obesità". Questa proposta, ha concluso, "rappresenta un primo passo, ma l’obiettivo è continuare a impegnarsi per implementare le misure introdotte per garantire cure più eque e omogenee su tutto il territorio nazionale". 

 

Il testo

 

 

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