Latte umano? Necessario ai neonati vulnerabili ma resta la carenza
Secondo l'indagine dell'associazione Aiblud, cresce il numero di mamme donatrici. Manca però la capillarità della rete di banche di raccolta sul territorio. Fnopo: "Decisivo il ruolo delle osteriche che selezionano chi dona"

È il primo sostituto del latte materno per i neonati più vulnerabili, ad esempio quelli prematuri e/o di peso molto basso oppure affetti da altre gravi patologie alla nascita e quelli che si trovano in situazioni di emergenza (terremoti, inondazioni, uragani).
Anche se in misura minore, inoltre, il latte umano donato ha effetti protettivi preziosi e può essere considerato come un ponte nutrizionale terapeutico. Non solo, ma tra i benefici, come ricordano la Società italiana di neonatologia (Sin) e l'Associazione italiana banche del latte umano Donato (Aiblud), in occasione della Giornata mondiale della donazione del latte umano che si celebra oggi, ci sono pure la riduzione dei casi di enterocolite necrotizzante; la riduzione della durata della degenza in Terapia Intensiva Neonatale; una migliore tolleranza alimentare; l’aumento di allattamento materno alla dimissione. Di "medicina salvavita", nei casi di neonati vulnerabili che non hanno disponibilità del latte della propria mamma, non a caso ha parlato Massimo Agosti, presidente della Sin.
Che il latte umano sia "l'alimento migliore per i neonati" lo sostengono da sempre anche le ostetriche perché, spiegano, "fornisce i nutrienti essenziali per la crescita e lo sviluppo, contiene anticorpi che aiutano a proteggere i piccoli dalle infezioni, può aiutare a supportare lo sviluppo cognitivo e motorio". Ed è per questo che la Federazione nazionale degli Ordini della professione ostetrica è in prima fila nel promuovere la donazione: "La donazione di latte umano - ha evidenziato Paola Lubinu, consigliera della Fnopo - è una pratica preziosa per garantire l'alimentazione dei neonati prematuri o affetti da gravi patologie che non possono essere allattati al seno dalla propria madre", oltre a essere "un gesto di solidarietà e di cura verso le famiglie più vulnerabili".
LE BANCHE DI RACCOLTA NEL MONDO E IN ITALIA
Nel mondo ci sono più di 750 banche che raccolgono il latte umano donato, sono situate in 66 paesi e forniscono oltre 1 milione di litri di latte umano, a più di 800.000 neonati ogni anno. Si tratta perlo più di neonati prematuri e vulnerabili, che possono ricevere questo fondamentale alimento: un dono speciale e straordinario da donne sensibili, motivate e molto generose. Poco meno della metà delle banche (296) si trova in Europa. Con 44 banche attive sul suo territorio, l’Italia è il primo paese in Europa, seguito dalla Germania con 37 e dalla Francia con 36.
IL FABBISOGNO
Si tratta di strutture create con lo scopo di selezionare, raccogliere, trattare, conservare e distribuire il latte umano donato da mamme ritenute idonee che verrà successivamente utilizzato per specifiche necessità mediche nei centri di neonatologia, di pediatria e al domicilio dei pazienti. L’Aiblud ha realizzato, nel febbraio del 2025, la quarta indagine proprio sull’attività delle banche del latte umano donato (Blud) nel nostro Paese, relativa agli anni 2023 e 2024. Che cosa è venuto fuori? "Dai dati raccolti - ha spiegato il presidente dell'associazione Guido Moro -, è emerso un incremento del numero di mamme donatrici (1.523), un aumento del volume del latte donato (quasi 10.000 litri) e una durata media di donazione di 137 giorni. Nonostante ciò, il fabbisogno di Lud dei neonati più vulnerabili non è ancora completamente soddisfatto, perché le Blud sono distribuite in modo disomogeneo e non organizzate in rete".
Il latte umano donato è stato utilizzato soprattutto nell’alimentazione dei neonati di basso peso e patologici, mentre rimane limitato il suo utilizzo nei neonati a termine sani. Rimane costante il fatto che, in tutte le indagini, soltanto un terzo circa dei neonati più fragili e più bisognosi di una alimentazione appropriata, riceve il latte umano donato.
LA SFIDA DEL PIANO DI REGIONALIZZAZIONE
Le principali problematiche che l’AIBLUD dovrà affrontare in prospettiva futura sono la copertura omogenea delle aree che al momento sono sprovviste di Blud, e la promozione di un piano di regionalizzazione delle banche nel nostro Paese. Alcune regioni hanno già risolto il problema (Toscana), altre lo stanno affrontando grazie a delibere regionali (Veneto, Sicilia, Calabria) o con proposte organizzative (Puglia). La speranza è che in tempi brevi tutte le Regioni si diano una propria regolamentazione per passare poi subito dopo ad un progetto di messa in rete di tutte le Blud a livello nazionale.
IL RUOLO DELLE OSTETRICHE
Se le banche hanno una funzione centrale, non è da meno il ruolo dell'ostetrica, come ha evidenziato proprio Lubinu: "È parte attiva nella selezione delle donatrici: le donne che desiderano donare il latte umano vengono selezionate in base a criteri specifici, come la salute e lo stile di vita. È importante illustrare i metodi di lavaggio e disinfezione del materiale da utilizzare, le modalità di raccolta, conservazione e trasporto al fine di garantire la miglior sicurezza, le banche del latte umano donato successivamente lo distribuiranno osservando scrupolosamente le norme igieniche previste, in base ai principi dell’HACCP, per evitare che possa essere contaminato e che conservi le sue proprietà organolettiche".
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