Shock anafilattico in Italia: i dispositivi salvavita spesso restano un miraggio
Nonostante le raccomandazioni di Ema e Aifa, il quadro cambia da Regione a Regione. Tra le proposte in campo riclassificare l'adrenalina in fascia A per renderla subito reperibile in farmacia, ma anche aggiornare i Lea

In Italia ogni anno si contano 40 morti per shock anafilattico. Oltre la metà dei casi sono legati alle allergie alimentari e il resto alle punture di imenotteri. Il dato però è probabilmente sottostimato, dal momento che il conteggio si basa spesso su notizie di cronaca e molti episodi sfuggono alle statistiche, per mancanza di una sorveglianza nazionale e una classificazione inadeguata nei pronto soccorso. I temi sono stati al centro dell'evento "Anafilassi: prevenzione e consapevolezza – Un impegno per la sicurezza del paziente", promosso da Food Allergy Italia Aps, in collaborazione tra gli altri con l'Intergruppo parlamentare sulla malattia celiaca, allergie e Amfs.
OSTACOLI NELL'ACCESSO ALL'DRENALINA AUTOINIETTABILE
Nonostante le raccomandazioni della Agenzia europea dei medicinali (Ema) e dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), l’accesso ai dispositivi salvavita come gli autoiniettori di adrenalina, rimane disomogeneo nelle diverse Regioni italiane e molti pazienti allergici a rischio di anafilassi ne sono sprovvisti. “L’unica modalità per rispondere prontamente a uno shock anafilattico è la somministrazione tempestiva di adrenalina autoiniettabile, raccomandata dall'Ema in numero di due prescrizioni. È fondamentale che ai pazienti allergici a rischio sia facilitato l’accesso agli autoiniettori di adrenalina per immediata autosomministrazione in caso di reazione grave. È essenziale che ai pazienti venga prescritta una terapia d’emergenza appropriata sia come dosi corrette sia come corretta modalità di somministrazione", ha spiegato Antonella Muraro, direttore del Centro regionale Azienda Ospedale Università di Padova e coordinatore delle Linee guida europee per l'Anafilassi 2014-2021.
LA RICHIESTA DI RICLASSIFICAZIONE IN FASCIA A
La classificazione attuale dell'adrenalina in regime ospedaliero (Fascia H) complica ulteriormente il reperimento da parte dei pazienti. Marcia Podestà, presidente di Food Allergy Italia Aps, ha sottolineato l'urgenza di un piano di prevenzione efficace e di facilitare l'accesso agli autoiniettori: "Ancora oggi in Italia si muore per anafilassi a causa della mancanza di un piano di prevenzione efficace dell'anafilassi e delle difficoltà di accesso all’autoiniettore di adrenalina". In particolare Podestà ha evidenziato come molte Regioni non garantiscano l'erogazione di almeno due device per paziente, una scorta necessaria nel caso in cui uno dei due iniettori non dovesse fare effetto o fosse somministrato in maniera scorretta.
Tra le richieste è stata avanzata quella di una riclassificazione dell'adrenalina autoiniettabile dalla Fascia di farmaci H alla A, che consentirebbe il reperimento diretto nella farmacia territoriale. Non la sola proposta per garantire la sicurezza dei pazienti allergici. "Molti pazienti – ha rilevato Podestà – sono costretti a spostarsi da una Regione a un’altra per ottenere il farmaco nelle farmacie ospedaliere. Ciò rappresenta non solo un costo per la famiglia, ma anche una interruzione della continuità terapeutica”. Gli esperti parlano della necessità inoltre di garantire quantità ottimali di farmaci salvavita per la gestione dell’anafilassi e adottare misure per prevenire la carenza di tali farmaci anche attraverso la creazione di una rete di centri allergologici di riferimento per l’allergia alimentare con un coordinamento nazionale. L’accento, inoltre, è stato posto sull’introduzione precoce degli allergeni nelle iniziative nazionali di sanità pubblica e sull’aumento della consapevolezza in materia di allergie alimentari, introducendo una adeguata formazione per specialisti, pediatri, medici di medicina generale e di pronto soccorso e farmacisti. Senza trascurare campagne informative rivolte all’opinione pubblica e nello specifico a pazienti, famiglie, operatori del settore alimentare, ristoratori, operatori delle mense scolastiche, scuole e luoghi di lavoro, anche integrando l’offerta formativa delle scuole alberghiere.
L'OBIETTIVO DELL'INSERIMENTO NEI LEA
Non di minore importanza rimane l’obiettivo da parte dei promotori di aggiornare i Livelli essenziali di assistenza (Lea) inserendovi i percorsi diagnostici e terapeutici delle allergie e l’anafilassi, compresi i trattamenti salvavita e adeguare le procedure extra-Lea affinché siano legate a un effettivo bisogno del paziente. La senatrice Elena Murelli (Lega), presidente dell'Intergruppo parlamentare sulla malattia celiaca, allergie e Amfs, ha confermato l'impegno a portare avanti una mozione che miri a incrementare la consapevolezza e la formazione sulle allergie alimentari, garantendo a tutti i pazienti a rischio un'equa accessibilità ai dispositivi salvavita e abbattendo le disuguaglianze regionali. Il senatore Raul Russo (FdI), invece ha messo sullo stesso piano gli autoiniettori di adrenalina "con i defibrillatori, che sono dispositivi obbligatori in molti contesti fra cui le scuole".
Da parte sua, infine, Francesco Saverio Mennini, capo dipartimento della Programmazione sanitaria del ministero della Salute, ha ricordato come "con una risoluzione al Parlamento europeo, presentata a fine aprile" sia stata sottolineata "l’importanza di far ricadere alcune risorse, fra cui quelle per la prevenzione, quali spesa di investimento. Questo significherebbe impiegare fondi aggiuntivi che non impattano sul debito pubblico e quindi considerare alcuni screening non come spesa corrente. Aspettiamo – ha concluso – una risposta che dovrebbe arrivare dall’Europa entro fine giugno".
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