Fisco, etichette ed educazione: guerra del Pd agli zuccheri
Presentata alla Camera la proposta di legge a prima firma Eleonora Evi che introduce una "sugar tax a scaglioni". Troppo alto il consumo annuo pro capite in Italia: 33 chilogrammi, ben al di sopra del 10% fissato dall'Oms. Preoccupa il quadro delle patologie e i rischi per i bambini

Piccoli consumatori seriali di zuccheri crescono nel nostro Paese. Una vera e propria dipendenza che non salva, c’è da dire, neppure gli adulti. Ma sono i bimbi a preoccupare maggiormente proprio per le ricadute che si trascinano nel tempo sul fronte della salute. Dall’obesità al sovrappeso, dalle malattie cardiovascolari al diabete, per citarne alcune. Nonostante ciò, merendine, snack, succhi di frutta, bevande gassate e altri alimenti processati continuano a dominare gli scaffali dei supermercati, un vero e proprio eldorado soprattutto per bimbi e adolescenti.
I NOSTRI CONSUMI DI ZUCCHERI
Basti pensare che ogni anno in Italia consumiamo all’incirca 33 chilogrammi di zucchero pro capite, circa 90 grammi al giorno a persona, al di sopra della soglia del 10% dell’apporto energetico giornaliero fissata dall’Oms nelle sue indicazioni per la salute. Senza contare che una quota non secondaria di questa assunzione deriva dai cosiddetti zuccheri aggiunti, e in particolare dagli zuccheri nascosti.
LA PROPOSTA DI LEGGE DEM: SUGAR TAX E NON SOLO
Un problema serio a tutte le latitudini, c’è da dire. Fatta eccezione un po’ per Paesi come l’Inghilterra che hanno in qualche modo provato a ridurre il danno, introducendo quella che in Italia è considerata la vera bestia nera e cioè la sugar tax. Questa tassa, infatti, esiste nel nostro Paese, è prevista dalla legge di bilancio 2020 n. 160/2019, ma non è stata mai applicata grazie alle continue proroghe. Il rinvio scade a breve, il prossimo 25 luglio. Ma l’aria che si respira è quella di una ulteriore dilazione dei tempi. Proprio quello che non si augura il Partito democratico. I dem spingono perché la misura possa essere oltre che applicata anche modificata, come emerge dalla proposta di legge a prima firma Eleonora Evi e cofirmata tra gli altri dal capogruppo dem in commissione Affari sociali della Camera, Marco Furfaro.
Sette articoli in tutto, presentati oggi a Montecitorio e contenenti, dal nome della pld, “Disposizioni volte alla tutela della salute dei consumatori di prodotti alimentari contenenti zucchero e zuccheri aggiuntivi”. Obiettivo della legge sono etichettature più chiare e trasparenti per alimenti e bevande, ma pure interventi educativi a partire dalle scuole dell’infanzia. C’è poi, appunto, spazio per una "sugar tax a scaglioni, in base al contenuto di zucchero nei prodotti. Anche per stimolare una trasformazione nella produzione", ha spiegato Evi. Prima di lanciare un appello al ministro Antonio Tajani che proprio ieri aveva parlato del tema: "Legga la nostra proposta: vogliamo solo differenziare con diverse aliquote la tassa". La parlamentare dem ha infatti chiarito: "Nessuno vuole demonizzare, qui vogliamo fare prevenzione ed educazione. Vogliamo dare strumenti di scelta consapevoli". Stesso tasto sul quale ha battuto Furfaro: "Il tema non è vietare, ma offrire informazioni per una maggiore consapevolezza ed educazione alimentare all’utilizzo di cibi e bevande. Vogliamo costruire un sistema in cui ci sia libertà di scelta, visto che a volte le famiglie più disagiate sono costrette a orientarsi su prodotti meno sani".
OBESITÀ E PATOLOGIE GLICEMICHE
La situazione nella Penisola non è delle migliori: l’Istat stima circa 4 milioni di persone adulte obese. Nel dettaglio, lo sono l'11,5% degli uomini adulti, e il 10,8% delle donne adulte. E se si parla di persone sovrappeso (indice di massa corporea tra 25 e 29,9) la percentuale sale per gli uomini al 43,9% e per le donne 28,8%. Se si guarda ai più piccoli, poi, il quadro è più fosco tant’è che l’Italia risulta essere uno dei Paesi con le più alte prevalenze di eccesso ponderale pediatrico: 39% di sovrappeso (inclusa l’obesità) e 17% di obesità. Quello che spaventa è soprattutto la tendenza che sta emergendo: "Se il 20% dei bambini americani è obeso – ha evidenziato l’epidemiologo Franco Berrino -, noi viaggiamo intorno al 10%, ma il problema è il trend che è in aumento. Il 70% dei cibi americani è ultra-lavorato, da noi siamo intorno al 30%. Tuttavia per i bambini la percentuale sale. A questo bisogna fare attenzione perché i piccoli sono un mercato importante per l’industria alimentare".
C’è da tenere a mente, inoltre, come ricorda il Pd nella relazione tecnica del provvedimento, un altro dato: secondo l’Istituto superiore di sanità sulla base dei dati Istat relativi all’anno 2020 e pubblicati nel 2022, il 5,9% della popolazione italiana, compresi purtroppo anche i bambini, soffre di una patologia glicemica.
L’ALLARME DEI DIABETOLOGI
Una cifra su tutte rende ancora più chiara la situazione e a fornirlo è stata la Società italiana di diabetologia nella sua relazione 2022: il costo sociale per la cura dei malati diabetici nel 2019 ammontava a 9,5 miliardi di euro, cioè l’8,3% della spesa sanitaria totale. Sempre a proposito di diabete, bisogna tenere presente, tra l’altro, che "paradossalmente il rischio aumenta di più – ha aggiunto Berrino - con le bevande zero", uno degli ultimi ritrovati dell’industria alimentare.
L’INSIDIA BEVANDE
In generale, proprio sulle bevande "il risultato medio di grandi studi europei e americani condotti negli ultimi dieci anni – ha evidenziato il professore - rivela che un bicchiere al giorno di bevande zuccherate aumenta la mortalità del 10% a parità di tutti i fattori che la influenzano".
LA LEGGE
Ma veniamo alla legge targata Pd. Il testo non si applica, recita l’articolo 7, ad alimenti e bevande prodotte artigianalmente. L’ambito di applicazione è invece definito nell’articolo 1 e riguarda gli operatori del settore alimentare "in tutte le fasi della produzione e della distruzione alimentare quando le loro attività riguardano la fornitura di informazioni sugli alimenti zuccherati - edulcorati ai consumatori" e "tutti gli alimenti zuccherati - edulcorati destinati al consumatore finale, compresi quelli forniti dalle collettività, e a quelli destinati alla fornitura delle collettività".
Centrale nel provvedimento è lo spazio dedicato sia alla definizione degli zuccheri (articolo 2) che alle etichette (articolo 3) e quindi al dettaglio delle diciture: dall’indicazione 'zuccheri aggiunti' a quella di 'prodotto super zuccherato' qualora, riporta il testo, "il prodotto o la bevanda contenga una percentuale di saccarosio maggiore del 10% della massa complessiva commestibile dell’intero prodotto". Senza tralasciare "gli avvertimenti sulle conseguenze della salute in caso di eccessivo consumo di prodotti con zuccheri aggiunti in particolar modo per quanto riguarda la salute dei minori".
La proposta di legge mira, inoltre, a introdurre l’insegnamento dell’educazione alimentare (articolo 4) quale disciplina autonoma nelle scuole dell’infanzia e nelle primarie e secondarie di primo grado. Non solo, ma fissa anche dei paletti precisi per la prevenzione nelle mense scolastiche (articolo 5), oltre a quanto già previsto dalle linee di indirizzo nazionale per la ristorazione scolastica, a cominciare dal divieto di utilizzare alimenti e bevande che "eccedano il 10% della quantità totale di zuccheri incidenti sul totale della massa commestibile dell’alimento e/o della bevanda".
L’articolo 6 infine dettaglia gli scaglioni previsti per la sugar tax. Tema delicato che fa dire a Furfaro: "Non bisogna cedere al conservatorismo. Il capitale – ha concluso il deputato Pd – è sempre più avanti della politica. Lì dove questa tassa esiste, le imprese hanno avviato una transizione produttiva e hanno continuato a vendere i loro prodotti". E guardando a casa nostra: "Questa legge non offre solo la possibilità di raggiungere una maggiore consapevolezza, ma limitando il consumo di zuccheri fa sì che le persone incorrano in meno malattie e, di conseguenza, che non ci sia un aggravio di costi per il Ssn".
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