17 Giugno 2025

Ssn, "I gettonisti non possono essere l'unica risposta"

Il ministro Schillaci insiste: "Ciò che non viene speso per loro può essere impiegato per nuove assunzioni". La replica di Cimo-Fesmed: "Diffiicile sostituire i medici a gettone se non migliorano condizioni di lavoro e stipendi"

Di NS
Ssn, "I gettonisti non possono essere l'unica risposta"

Oltre alle liste d'attesa, c'è anche il nodo dei medici gettonisti da sciogleire. Altra sfida sulla quale il ministro della Salute Orazio Schillaci ha messo la faccia. È tornato a parlarne anche in occasione degli Stati generali della prevenzione a Napoli. "Dobbiamo dare un messaggio chiaro e cioè che i 'gettonisti' non possono essere l'unica risposta che il Ssn dà, soprattutto nei reparti d'emergenza", ha evidenziato.

 

LA SPESA DA GETTONISTI AD ASSUNZIONI
"Noi vogliamo che i medici entrino dalla porta principale nel Servizio sanitario nazionale. Questo vuol dire fare un concorso, essere assunti e lavorare a tempo pieno per il Ssn", ha continuato. Per poi aggiungere: "Dobbiamo capire quale è la situazione regione per regione e quanti gettonisti operano nei vari servizi e bisogna dare da subito un’altra volta, come abbiamo fatto già due anni fa, un chiaro segnale che non è questo il modo per andare avanti con il sistema sanitario nazionale".
Secondo il ministro, inoltre, "ciò che viene speso per i gettonisti può essere utilizzato per fare assunzioni. Le professionalità ci sono, se tanti giovani scelgono di fare i gettonisti. Se non possono più fare i gettonisti, sono convinto che rientrerebbero dalla porta del Ssn". 


LA REPLICA DEL SINDACATO: DIFFICILE SOSTITUIRE I GETTONISTI SENZA MIGLIORI CONDIZIONI DI LAVORO E AUMENTI DI STIPENDIO
Facile a dirsi, verrebbe da dire. Ed è un po' la replica che arriva dalla Cimo-Fesmed. "Se non si migliorano le condizioni di lavoro e non si adeguano gli stipendi, sarà molto difficile trovare medici disponibili ad andare a lavorare in pronto soccorso per colmare i vuoti lasciati dai gettonisti", ha commentato Guido Quici, presidente del sindacato dei medici Federazione Cimo-Fesmed.
"Per il ministro i medici devono essere assunti e lavorare a tempo pieno per la sanità pubblica, usando per le assunzioni quanto viene speso per i gettonisti – ha continuato Quici -. Non possiamo che essere d’accordo: sono anni che chiediamo di spostare dalla voce di bilancio 'beni e servizi' alla voce 'personale' quanto speso per i gettonisti; ma forse dovrebbe essere il ministro dell’Economia Giorgetti ad acconsentire a tale cambiamento. In ogni caso, le aziende non vogliono assumere perché un medico dipendente sarà a carico del Ssn almeno per trenta anni, mentre un gettonista costa di più nell’immediato ma può essere mandato via quando si vuole, considerato che nei prossimi anni ci sarà un numero maggiore di specialisti rispetto ai pensionati, e quindi sarà più semplice trovare professionisti a costi inferiori".

 

IL NODO FUGA DAI PRONTO SOCCORSO
Non solo, ma, come ha sottolineato Cimo-Fesemd, "oltre al problema economico, oggi dobbiamo fare i conti con l’indisponibilità di medici a lavorare nei pronto soccorso. 'Se tanti giovani scelgono di fare i gettonisti sono convinto che rientrerebbero nel Ssn', dice Schillaci. Peccato che non sia così: i gettonisti, oltre a guadagnare molto di più di un dipendente, scelgono le strutture in cui lavorare, quanti turni coprire, non rischiano denunce e possono prendersi il lusso di andare in ferie, se vogliono. I medici dipendenti che lavorano in pronto soccorso invece sono malpagati, non hanno prospettive di carriera, hanno mani e piedi legati da vincoli burocratici inaccettabili, subiscono continuamente aggressioni e lavorano in un clima tossico che li porta a rassegnare le dimissioni e a voler cambiare vita. I pronto soccorso oggi per i dipendenti sono gironi infernali: se non si risolvono a monte queste condizioni - ha concluso il presidente Quici -, non ci saranno più medici disponibili a lavorarci. Per questo chiediamo a gran voce l’emanazione dell’atto di indirizzo necessario ad avviare le trattative per il rinnovo del contratto collettivo nazionale e investimenti seri per migliorare le condizioni di lavoro del personale".

 

 

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