L'obesità assorbe il 9% delle risorse del Ssn. I numeri Ocse
Impatto pesante anche dalla restistenza agli antibiotici. Secondo l'organizzazione internazionale migliori programmi di screening incidono sui decessi prematuri: fino a 7.500 morti in meno. Ecco che cosa è emerso durante gli Stati generali della prevenzione a Napoli

La metà della popolazione adulta in Italia è in sovrappeso, mentre il 10% è obesa. Una patologia che impatta molto sulla spesa. Secondo i calcoli Ocse, infatti, assorbe il 9% delle risorse del Ssn. Non che la resistenza antibiotica pesi di meno sui conti. A tracciare il quadro, ovviamente riferendosi all’Italia, è stato Stefano Scarpetta, direttore della Direzione occupazione, lavoro e affari sociali dell'Ocse, durante i lavori degli Stati generali della prevenzione a Napoli.
L’IMPATTO DELL’OBESITÀ SU RISORSE SSN E PRODUTTIVITÀ
"Obesità e resistenza agli antibiotici sono anche fattori che frenano la crescita economica e riducono la resilienza del Paese", ha detto evidenziando come le ultime statistiche, indichino che "circa la metà della popolazione adulta in Italia è in sovrappeso e circa il 10% è obesa. Le analisi Ocse mostrano che il trattamento delle patologie legate all'obesità, come diabete, malattie cardiovascolari e tumori, assorbe circa il 9% delle risorse complessive del Servizio sanitario nazionale". "A questo si aggiunge una perdita di produttività della forza lavoro pari a circa il 2,8% del Pil – ha spiegato - per dare un'idea si tratta di un impatto economico paragonabile a quello stimato per il Pnrr".
I COSTI ECONOMICI DELLA RESISTENZA AGLI ANTIBIOTICI
Invece, la resistenza agli antibiotici ha un impatto "particolarmente grave tra le fasce più vulnerabili della popolazione, come neonati e anziani, soprattutto in ambito ospedaliero. Le cure aggiuntive necessarie in caso di complicanze legate a infezioni resistenti assorbono l'equivalente di circa 2,7 milioni di posti letto-anno". "È come se tutti i posti letto delle strutture pubbliche e accreditate del Friuli Venezia Giulia e del Trentino-Alto Adige fossero occupati per un anno intero – ha spiegato il dirigente dell'organizzazione internazionale -. Il costo economico complessivo è stimato in circa 2,4 miliardi di euro, di cui il 60% circa è legato ai costi sanitari diretti e il restante alla perdita di produttività".
L’IMPATTO DEGLI SCREENING SUI DECESSI PREMATURI
L'Ocse stima che un miglioramento nei programmi di screening e trattamento potrebbe evitare fino a 7.500 decessi preamturi (soglia 70 anni) ogni anno in Italia. Tuttavia, questi interventi comporterebbero anche un aumento della spesa sanitaria, stimato in circa 2,2 miliardi di euro all'anno, come è emerso dalla relazione della Direzione occupazione, lavoro e affari sociali dell’Ocse.
LA SFIDA DELLA RIDUZIONE DEI FATTORI DI RISCHIO
"Tutti i Paesi si sono impegnati a raggiungere obiettivi ambiziosi per ridurre i principali fattori di rischio come, per esempio, ridurre la percentuale di fumatori a meno del 5% della popolazione entro il 2040 - ha concluso Scarpetta - e riportare i livelli di obesità al valore del 2010 entro il 2025, il che significherebbe una riduzione di circa 10% rispetto ai livelli attuali. Secondo le nostre analisi, il raggiungimento di questi obiettivi significherebbe prevenire circa il 10% di tutti i casi di cancro e ridurre del 14% l'onere economico del cancro sulla spesa sanitaria nazionale".
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