Fascicolo sanitario elettronico 2.0: il debutto entro marzo prossimo
Schillaci durante il question time alla Camera assicura: "Le risorse ci sono". Il ministro chiarisce inoltre: "Per i tumori non più code indifferenziate, ma percorsi privilegiati". Infine sulle spese per la riparazione di ausili per persone con disabilità: "Mai sulle spalle del cittadino", se accade "è inaccettabile"

"Oggi stiamo costruendo qualcosa di completamente diverso: il Fascicolo sanitario elettronico 2.0. L'obiettivo è ambizioso ma necessario: potenziare il sistema in coerenza con il Pnrr, garantendo diffusione, omogeneità e accessibilità su tutto il territorio nazionale. Non più venti sistemi diversi, ma uno standard nazionale. L'implementazione delle nuove funzionalità avverrà progressivamente, secondo tre fasi definite nel decreto del 30 dicembre 2024 - il cosiddetto 'FSE Transitorio'. Entro il 31 marzo 2026, avremo la completezza dei contenuti e l'alimentazione automatica entro cinque giorni dalla introduzione della prestazione". Lo ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, intervenendo al question time alla Camera.
LE RISORSE
"Le risorse ci sono - ha spiegato -. Per aumentare l'adesione delle regioni abbiamo messo sul piatto risorse concrete: oltre 600 milioni di euro ripartiti nel 2022. Fondi destinati sia al potenziamento dell'infrastruttura digitale, ma anche per all'incremento delle competenze digitali dei professionisti sanitari. Ogni regione sta organizzando 'roadshow', eventi rivolti a professionisti sanitari, pazienti e personale interessato. L'approccio è diretto: spiegare in modo semplice le principali funzionalità di questi strumenti. Non solo teoria. Perché la tecnologia funziona solo se le persone la capiscono e la usano", ha proseguito il ministro.
FSE ESEMPIO DI DEMOCRAZIA SANITARIA
"Abbiamo già organizzato - ha aggiunto il ministro - eventi nazionali con la partecipazione di amministrazioni centrali, regioni, Asl, Ordini professionali e settore ICT. L'obiettivo è potenziare le competenze digitali dei professionisti sanitari. I medici sono la chiave. Se un medico non usa il Fse, difficilmente lo farà il paziente. Per questo puntiamo sulla formazione per avere professionisti motivati che alimentano attivamente il sistema. Il Ministero ha riconosciuto la necessità di una campagna informativa dedicata. Non basta avere la tecnologia: bisogna spiegare ai cittadini tutti i vantaggi del Fse, i loro diritti in materia di protezione dati, la possibilità di verificare chi ha consultato il proprio fascicolo e di oscurare documenti sensibili. È un processo che è in corso proprio ora. Con il decreto del 31 dicembre 2024 abbiamo istituito l'ecosistema dati sanitari. Non più una consultazione statica, ma servizi dedicati di elaborazione e consultazione. La piena attuazione dell'architettura del Fse rappresenta una grande opportunità per superare finalmente i divari territoriali. Non è solo digitalizzazione, è democrazia sanitaria. Un cittadino di Bolzano e uno di Reggio Calabria devono avere le stesse opportunità di accesso ai propri dati sanitari. Per questo stimoleremo ancora le Regioni meno avanzate ad adottare campagne specifiche di sensibilizzazione della cittadinanza. Perché la sanità digitale - ha concluso Schillaci - funziona solo se diventa patrimonio condiviso di tutto il Paese".
CANALE PRIVILEGIATO CONTRO LE ATTESE PER I PAZIENTI ONCOLOGICI
Ma in Aula, il titolare del Minsitero di Lungotevere Ripa ha assicurato anche un canale privilegiato contro le attese per i malati oncologici: "I cittadini, soprattutto quelli che affrontano un percorso oncologico, hanno diritto a risposte certe e tempi di cura ragionevoli", e per questo serve "un approccio sistematico che unisce organizzazione efficiente e valorizzazione del personale", ha premesso. Per poi chiarire: "L'articolo 3, comma 8, del decreto legge 73/2024 ha stabilito un principio chiaro: per le patologie cronico-degenerative e oncologiche servono percorsi privilegiati. Non più code indifferenziate, ma agende dedicate attraverso i Pdta, i percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali. La gestione può essere diretta dallo specialista di riferimento oppure dalla struttura dedicata della Asl. Flessibilità organizzativa con un obiettivo preciso: garantire l'accesso alle prestazioni necessarie. Diverse regioni e province autonome stanno sperimentando il Pacc - Percorso ambulatoriale complesso e coordinato. Un modello che ricalca il Day service. Non è fantascienza: in molti territori è già realtà. E questo modello sarà disciplinato nei principi generali dell'Intesa per l'aggiornamento del Piano nazionale governo liste di attesa 2025-2027, che è attualmente al vaglio della Conferenza Stato-Regioni".
MA SERVONO MEDICI E INFERMIERI MOTIVATI
Inoltre, ha continuato Schillaci, "il Comitato Lea ha costituito uno specifico sottogruppo per definire indicatori precisi per analizzare i tempi d'attesa". Ma il nodo cruciale, ha sottolineato Schillaci, è "rendere attrattivo lavorare nel servizio sanitario pubblico. Senza medici e infermieri motivati, anche i percorsi meglio organizzati lasciatemelo dire rimangono sulla carta". Con la precedente manovra finanziaria, "circa l'80% dell'incremento del Fondo sanitario nazionale è andato al rinnovo dei contratti della dirigenza medica e sanitaria. Un segnale concreto di valorizzazione economica che non era più rinviabile", mentre "la legge di Bilancio 2025 ha al suo interno una serie di misure per incentivare economicamente il lavoro nel Ssn e rendere più efficiente il servizio".
RIPARAZIONE AUSILI PER PERSONE CON DISABILITÀ A CARICO SSN
Infine il ministro, rispondendo su un caso segnalatogli in un'interrogazione, ha spiegato: "Il costo della sostituzione e della riparazione degli ausili per persone con disabilità non può mai finire sulle spalle del cittadino, e se succede è inaccettabile". "L'entrata in vigore - ha evidenziato - del nuovo decreto tariffe dal 2025, quello che ha sostituito il vecchio decreto ministeriale 332/99, non ha cambiato nulla sui diritti dell'assistito. Assolutamente nulla. L'innovazione riguarda solo le modalità di approvvigionamento: le Regioni devono conformarsi a procedure di gara ad evidenza pubblica. Ma i diritti dei cittadini restano gli stessi, anzi sono rafforzati. Alcune regioni hanno fatto ancora di più. Hanno approvato tariffari di riferimento per gli ausili degli elenchi 2A e 2B che specificano nero su bianco: la riparazione e la sostituzione dei dispositivi protesici, trascorsi i tempi minimi di garanzia, rimangono a carico delle aziende sanitarie. Non del cittadino. Delle aziende sanitarie".
Sempre più vicini ai nostri lettori.
Segui Nursind Sanità anche su Telegram