Sugar tax, "La proroga è una posizione evanescente"
Il Pd critica la scelta del rinvio da parte del governo nel decreto omnibus. La deputata Evi ribadisce a Nursind Sanità: "Ragioniamo su una tassa a scaglioni. Va scoraggiato il consumo di bevande e alimenti troppo zuccherati"

Il rinvio della 'sugar tax' non ferma il Pd. Il governo ha deciso di inserire nel decreto omnibus del ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, approvato dal Consiglio dei ministri il 20 giugno, la proroga di sei mesi, fino al primo gennaio 2026, dell'entrata in vigore della tassa sui prodotti ad alto tasso di zuccheri. Una dilazione dei tempi che non allinea, per il momento, l’imposizione sullo zucchero a quella sulla plastica monouso, prorogata a sua volta fino al 1 luglio 2026.
La posizione della maggioranza non ha sorpreso comunque i dem che la giudicano "evanescente", come ha spiegato la deputata Eleonora Evi a Nursind Sanità. "Il governo - ha aggiunto - ha rinviato per l'ennesima volta la tassa, ma solo di sei mesi. Nei tre anni di governo non l'ha mai abolita, quindi resta in sospeso e parliamo di un'entrata fiscale potenziale di 150-200 milioni di euro. Non si può continuare così, ora la maggioranza è al bivio". La deputata è la prima firmataria della proposta di legge per una 'sugar tax' progressiva, che disincentivi l'uso di alimenti e bevande troppo zuccherate. La pdl vuole anche mettere in campo un'azione di educazione alimentare nelle scuole e una etichettatura più esplicita per i prodotti più pericolosi per la salute.
La proroga del governo non fa desistere i promotori. "Rilanciamo la nostra proposta - ha sottolineato Evi - e siamo pronti al confronto con tutti i gruppi parlamentari. Alla maggioranza diciamo che non può fare finta di niente, bisogna trovare una soluzione: se l'aliquota singola è un ostacolo insormontabile, proponiamo degli scaglioni che vanno dai 2 centesimi al litro ai 18 cent per i prodotti con più alto contenuto di zuccheri". Il Pd insiste perché questa misura avrebbe un duplice effetto sul fronte del consumo e della produzione. "Così - ha spiegato ancora la deputata - possiamo, da un lato, favorire un acquisto consapevole di questi prodotti e, dall'altro lato, spingere le aziende a ridurre gli zuccheri, per rientrare nella tassazione più bassa". Con quale scopo finale? "Lo dobbiamo fare per tutelare la salute, penso soprattutto ai più piccoli che consumano troppi alimenti zuccherati".
I critici sostengono però che la tassa avrebbe come effetto anche un aumento dei prezzi, perché i produttori la scaricherebbero sui consumatori. "Sì, il rischio c'è - ha risposto la deputata - ma per i prodotti non troppo zuccherati parliamo di qualche centesimo di euro, sarebbe un aumento molto contenuto". Nel caso di rincari più alti? "L'effetto dovrebbe essere appunto quello di scoraggiare il consumo. Noi non vogliamo vietare e demonizzare nulla, ma è dimostrato che il consumo di zuccheri danneggia la salute e dobbiamo agire a fronte della diffusione dell'obesità tra i giovani". Insomma serve una lotta più dura contro questo killer per la salute? "Sì, pensiamo che un aumento di prezzo, insieme ad una etichetta che segnali i prodotti più nocivi con la dizione 'super zuccherato' potrebbe ridurne l'uso".
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