01 Luglio 2025

Caldo estremo, cosa c'è da sapere e le dritte per affrontarlo

Attivo dal 23 giugno il numero di pubblica utilità del ministero della Salute. Sempre aggiornati inoltre i bollettini sulle ondate di calore con i livelli di rischio città per città. Dalle Regioni le linee di indirizzo per la tutela dei lavoratori. L'allarme dei medici Sima: "Attenzione ai rischi per la pelle". Le raccomandazioni

Di NS
Foto di Olga Fil
Foto di Olga Fil

L’Italia e l’Europa alle prese con un meteo estremo. Nella Penisola, infatti, quello che si preannuncia è un mese di luglio all’insegna del caldo. Già oggi sono ben 17 le città che, secondo il bollettino sulle ondate di calore sul sito del ministero della Salute, presentano condizioni di "emergenza (ondata di calore) con possibili effetti negativi sulla salute di persone sane e attive", e non solo di anziani e bambini. Il cosiddetto livello 3 nella classificazione del rischio.

 

IL NUMERO DI PUBBLICA UTILITÀ E I BOLLETTINI SULLE ONDATE DI CALORE CITTÀ PER CITTÀ
Che cosa è utile sapere per fronteggiare i mesi che abbiamo davanti? Innanzitutto che dal 23 giugno scorso, Lungotevere Ripa ha riattivato il servizio di pubblica utilità 1500, gestito dal Ministero in sinergia con l'Inail, per fornire informazioni ai cittadini su come proteggersi dal caldo (risponde dalle 9 alle 17, dal lunedì al venerdì), mentre già da fine maggio è operativo il Piano caldo 2025 che comprende appunto i bollettini di monitoraggio di 27 città italiane. Si possono consultare dal lunedì al venerdì, fino a metà settembre, con previsioni a 24, 48 e 72 ore. Non mancano poi i consigli pratici, facili da mettere in pratica per difendersi dal caldo. 

 

LE LINEE DI INDIRIZZO DELLE REGIONI PER PROTEGGERE I LAVORATORI
Le Regioni inoltre hanno stilato delle linee d’indirizzo per la protezione dei lavoratori dal calore e dalla radiazione solare con l’obiettivo, si legge nel documento di "fornire indicazioni utili ai datori di lavoro e a tutti gli operatori coinvolti nella prevenzione". 
Le raccomandazioni riguardano quindi sia gli ambienti outdoor (dove è presente il rischio da radiazione solare) sia quelli indoor, che non sono esenti invece dai rischi da calore. Si va dall’organizzazione del lavoro evitando le ore più calde della giornata alla disponibilità di acqua fresca nei posti di lavoro, dall’abbigliamento idoneo all’informazione e formazione dei lavoratori sugli effetti per la salute dello stress da caldo e dell’esposizione alla radiazione solare, sull’attuazione delle procedure di emergenza da effettuarsi in una lingua che i lavoratori possano comprendere.


L'ALLARME DELLA SOCIETÀ ITALIANA DI MEDICINA AMBIENTALE
Ma le Regioni non sono le sole a fornire raccomandazioni. Anche i camici bianchi fanno lo stesso. È il caso dei medici della Sima- Società italiana di Medicina ambientale che mettono in guardia dai rischi per la pelle (tra invecchiamento e tumori cutanei), dovuti al mix tra inquinamento atmosferico e ondate di calore
"Con l’arrivo dell’estate, la pelle si trova in prima linea: è al tempo stesso una barriera protettiva contro i raggi solari e un bersaglio vulnerabile per l’inquinamento atmosferico e il caldo estremo sempre più frequente negli ambienti urbani – spiega Sima - L’inquinamento compromette anche l’equilibrio del microbiota cutaneo, favorendo processi infiammatori e accelerando l’invecchiamento cellulare".

IL CALDO E L'EFFETTO SULL'OROLOGIO BIOLOGICO DELLA PELLE
Uno degli studi più autorevoli in materia, pubblicato sul Journal of Investigative Dermatology, ha esaminato la pelle di 400 donne tra i 70 e gli 80 anni: i risultati mostrano che coloro che vivevano in aree urbane ad alta esposizione al traffico e al particolato fine (PM2.5) presentavano fino al 20% in più di iperpigmentazioni rispetto a chi risiedeva in zone meno inquinate. Un impatto paragonabile a quello del fumo di sigaretta.
Anche l’ozono troposferico, un inquinante che si forma prevalentemente nei mesi estivi, è stato correlato a un aumento della profondità e diffusione delle rughe. Uno studio tedesco ha evidenziato come l’ozono degradi i lipidi protettivi della pelle e induca uno stress ossidativo persistente.
Il caldo, inoltre, agisce direttamente sul cosiddetto orologio biologico della pelle: le temperature elevate, sempre più comuni nelle estati cittadine, accelerano i processi d’invecchiamento. Una recente ricerca americana pubblicata su Science Advances nel 2025 ha rilevato che l’esposizione prolungata a giornate molto calde (oltre i 32 °C) è associata a un invecchiamento biologico precoce: a livello cellulare, chi vive in aree soggette a caldo estremo mostra un’età biologica fino a 14 mesi superiore rispetto a chi vive in zone più fresche.
“I danni estetici rappresentano solo la punta dell’iceberg - ha sottolineato il presidente Sima, Alessandro Miani -. L’invecchiamento cutaneo causato da inquinanti, calore e radiazioni UV è strettamente connesso all’aumento del rischio oncologico. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, oltre il 90% dei tumori cutanei non melanoma è attribuibile all’eccessiva esposizione ai raggi ultravioletti – sia naturali che artificiali. In Italia, i dati dell’Airtum (Associazione italiana registri tumori) confermano un trend in crescita: nel 2023 sono stati registrati circa 24.000 nuovi casi di melanoma, con un incremento del 20% negli ultimi dieci anni. Il rischio è particolarmente elevato nelle aree urbane soggette a effetto isola di calore e prive di adeguata copertura vegetale".

 

LE RACCOMANDAZIONI DELLA SIMA
Cosa possiamo fare, concretamente? Ecco le raccomandazioni della Società italiana di medicina ambientale, valide soprattutto nel periodo estivo: 
-        Evitare l’esposizione diretta al sole nelle ore centrali della giornata (dalle 11:00 alle 16:00);
-        Applicare quotidianamente creme solari ad ampio spettro (UVA, UVB e con filtri anti-inquinamento), anche in ambito urbano;
-        Integrare l’alimentazione con antiossidanti naturali, come vitamine C ed E e polifenoli;
-        Privilegiare la frequentazione di aree verdi e alberate, che contribuiscono ad abbassare la temperatura locale e migliorare la qualità dell’aria;
-        Monitorare i livelli di ozono e PM2.5 tramite app o bollettini Arpa, evitando attività fisica all’aperto nei giorni critici;
-        L’uso di prodotti dermatologici contenenti prebiotici e postbiotici rappresenta una strategia innovativa, accessibile e scientificamente fondata per preservare la salute della pelle, mantenere un microbiota equilibrato e ridurre i danni da smog.

 

Le linee d'indirizzo delle Regioni

 

 

 

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