Dengue, da inizio anno si contano 68 casi in Italia
Ventidue sono invece quelli di chikungunya. All'Iss focus sui rischi di focolai. Ecco le principali infezioni e la distribuzione geografica, anche a livello internazionale

Da inizio anno sono 68 i casi di dengue registrati in Italia e 22 di chikungunya. I dati aggiornati li fornisce l'Istituto superiore di sanità impegnato oggi e domani a fare il punto - a circa metà della stagione di sorveglianza - sulla situazione attuale delle arbovirosi endemiche nel nostro Paese (come quelle causate da virus West Nile e virus Toscana che stanno registrando negli ultimi anni incidenze in aumento) e a discutere di come affrontare i rischi legati alla trasmissione di virus emergenti come, appunto, dengue e chikungunya, riunendo gli esperti nazionali (ministero della Salute, Izs, Iss) e delle Regioni.
La possibilità che si sviluppino in diversi Paesi europei, inclusa l’Italia, focolai di malattie che prima erano solo importate, come quelle causate da virus dengue e chikungunya, è in aumento negli ultimi anni, soprattutto per effetto della ripresa dei viaggi internazionali, della diffusione degli insetti vettori, soprattutto della cosiddetta ‘zanzara tigre’, e per l’aumento delle epidemie in Paesi a clima tropicale e sub-tropicale.
"Le Arbovirosi rappresentano un gruppo di malattie importanti per la sanità pubblica e necessitano di un vero approccio One Health per la prevenzione ed il controllo. Questo evento si pone come un momento di scambio e confronto con operatori sanitari di diverse discipline operanti a livello nazionale e regionale in Italia per condividere dati, evidenze ed esperienze di contrasto – ha spiegato Anna Teresa Palamara, che dirige il dipartimento di Malattie infettive dell’Iss. Lo scopo sarà fare il punto sulla stagione in corso, e sulle attività di allerta rapida e valutazione del rischio, per preparare il periodo agosto-novembre in cui, oltre alla arbovirosi endemiche, è anche più elevato il rischio di osservare focolai autoctoni causati da virus emergenti a potenziale epidemico trasmesse da Aedes albopictus, in particolare dengue e chikungunya".
I NUMERI NELLA PENISOLA
Dal 1 gennaio al 30 giugno 2025, al sistema di sorveglianza nazionale implementato nella piattaforma dell’Istituto superiore di sanità risultano, come detto: 68 casi confermati di infezione umana da virus dengue in Italia, tutti associati a viaggi all’estero, (età mediana di 41 anni, 51% di sesso maschile, nessun decesso). La maggior parte delle infezioni sono state contratte in Centro e Sud America e in paesi del Sud Est Asiatico. Sono invece 22 i casi confermati di infezione umana da virus chikungunya in Italia, in aumento rispetto agli scorsi anni e tutti associati a viaggi all’estero (età mediana di 49 anni, 50% di sesso maschile, nessun decesso). La maggior parte dei casi sono stati contratti in Madagascar e nell’isola Reunion e in Sry Lanka.
Sono inoltre stati segnalati 4 casi confermati di virus Zika tutti importati. Tra le arbovirosi endemiche, al 30 giugno 2025, sono stati segnalati 12 casi di TBE (tutti autoctoni, nessun decesso) e 5 casi di infezione da Toscana virus (nessun decesso). Sebbene sia stato segnalato un caso sporadico confermato di West Nile in mesi di bassa trasmissione, iniziano le prime segnalazione di circolazione virale in pool di zanzare con attivazione delle misure di controllo trasfusionali nelle province di Oristano e Venezia.
IL QUADRO INTERNAZIONALE
A livello internazionale, secondo le mappe messe a disposizione dall’Ecdc, i casi di dengue (oltre tre milioni da inizio anno, con 1400 morti) si concentrano prevalentemente in America, soprattutto del Sud, Asia, Oceania e in alcuni paesi africani. La mappa per la chikungunya (220mila casi con 80 morti) vede invece i casi concentrati in America del Sud, specialmente in Brasile, e in India. Sono invece stati segnalati dall’inizio dell’anno al 25 giugno 2025 otto casi autoctoni di infezione umana da virus Chikungunya in sei regioni della Francia continentale: Prades le Lez in the Hérault , La Crau in the Var, in Bernis in the Gard, Montoison in the Drôme, Salon-de-Provence in the Bouches-du-Rhône e nel dipertimento Corse-du-Sud (Corsica). Tra le arbovirosi emergenti è stata inoltre segnalato a Ecdc nel 2025 un caso di infezione umana autoctona causata dal virus della febbre emorragica Crimea Congo, trasmesso da zecche del genere Hyalomma, in Spagna (nella Regione della Salamanca).
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