02 Luglio 2025

Pediatri cercasi, ne mancano all'appello oltre 500

Secondo i dati della Fondazione Gimbe sono tre le regioni in cui la carenza è più marcata: Lombardia, Piemonte e Veneto. Peseranno i pensionamenti. Ne sono attesi 2.600 tra il 2024 e il 2028. Non aiuta inoltre l'inceretzza sul ricambio generazionale

Di NS
Foto di Semevent
Foto di Semevent

I pediatri di famiglia sempre più merce rara. A sondare i numeri della carenza ci ha pensato il Gimbe. Dalle rilevazioni della Fondazione risulta che ne manchino all’appello almeno 500, nonostante il calo delle nascite, e che la maggior parte delle carenze si concentri in tre grandi regioni del Nord: Lombardia, Piemonte e Veneto. In alcune aree si supera il massimale di 1.000 assistiti per pediatra mentre entro il 2028 ne andranno in pensione 2.598.

 

Secondo il sito del ministero della Salute, il pediatra di libera scelta (Pls), cosiddetto pediatra di famiglia, è il medico preposto alla tutela della salute di bambini e ragazzi di età compresa tra 0 e 13 anni. Ad ogni bambino, sin dalla nascita, deve essere assegnato un Pls per accedere a servizi e prestazioni inclusi nei Livelli essenziali di assistenza garantiti dal Servizio sanitario nazionale (Ssn). "Le segnalazioni sulla difficoltà di accesso al Pls – ha dichiarato Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – arrivano oggi da tutte le Regioni, evidenziando criticità ricorrenti: complessità burocratiche, carenza di risposte da parte delle Aziende sanitarie locali (Asl), pediatri con un numero elevato di assistiti e impossibilità, per molte famiglie, di iscrivere i propri figli a un PLS. Una situazione che genera disagi rilevanti e richiede interventi organizzativi urgenti, per garantire la continuità dell’assistenza pediatrica, soprattutto ai più piccoli e ai più fragili".

 

FASCE D'ETÀ
Secondo i dati Istat al 1° gennaio 2024 la fascia 0-5 anni (iscrizione obbligatoria al Pls) comprendeva quasi 2,5 milioni di bambini, mentre nella fascia 6-13 anni rientravano oltre 4,1 milioni di minori, che potrebbero essere iscritti al Pls o al Mmg secondo le preferenze dei genitori o, soprattutto, in base alle disponibilità locali di Pls o Mmg.

QUADRO DEMOGRAFICO
Il progressivo calo delle nascite sta modificando in modo significativo la platea di assistiti dei pediatri di libera scelta. I dati Istat documentano una costante riduzione dei bambini della fascia 0-5 anni, per la quale l’iscrizione al Pls è obbligatoria: tra il 1° gennaio 2019 e il 1° gennaio 2025 si contano circa 430 mila potenziali assistiti in meno per i Pls. "Di conseguenza nello stesso periodo – ha osservato il presidente – il crollo delle nascite ha ridotto, su scala nazionale, il fabbisogno di Pls di oltre 500 unità in soli 6 anni". Nel 2023 si sono registrati in Italia 379.890 nuovi nati, mentre 570.894 adolescenti hanno compiuto 14 anni. Considerando che il 57,5% della fascia 6-13 anni risulta ancora iscritto ai Pls, si stima che 328.264 assistiti siano transitati dai Pls ai Mmg, a fronte di quasi 380 mila nuovi nati iscritti ai PLS. Il saldo comporta un incremento netto di oltre 50.000 assistiti per i Pls, con un conseguente aumento del carico assistenziale.

PENSIONAMENTI
Secondo i dati 2024 forniti dalla Federazione italiana dei medici pediatri (Fimp), tra il 2024 e il 2028 andranno in pensione 2.598 pediatri di libera scelta, avendo raggiunto il limite massimo di età previsto, pari a 70 anni (salvo deroghe): dai 333 Pls del Lazio a 3 Pls in Valle d’Aosta.

NUOVI PEDIATRI
Il numero di borse di studio per la scuola di specializzazione in pediatria, rimasto stabile per un decennio, ha registrato un incremento significativo negli ultimi 6 anni: da 496 borse nell’anno accademico 2017-2018 a 853 nel 2023-2024, con un picco di 973 nell’anno accademico 2020-2021 (figura 3). "Tuttavia – ha fatto presente Cartabellotta – considerato che gli specialisti in pediatria possono intraprendere anche la carriera ospedaliera, non è possibile prevedere quanti sceglieranno effettivamente di diventare Pls. Di conseguenza resta incerto se le nuove leve riusciranno a garantire un ricambio generazionale adeguato e uniforme in tutte le Regioni, oltre che colmare le attuali carenze".

LA STIMA DELLA CARENZA
Secondo l’Annuario Statistico del SSN2023, pubblicato dal MInistero della Salute, nel 2023 i pediatri di libera scelta in attività erano 6.706, ovvero 702 in meno rispetto al 2019 (-9,5%). "Una riduzione - ha commentato Cartabellotta – solo in parte compensata dal calo demografico". A preoccupare è anche il progressivo invecchiamento della categoria: la quota di Pls con oltre 23 anni di specializzazione è passata dal 39% nel 2009 al 77% nel 2023, segno di un ricambio generazionale sempre più rallentato.
Secondo le rilevazioni della Struttura interregionale sanitari convenzionati (Sisac), al 1° gennaio 2024 risultavano attivi 6.484 Pls, con in carico oltre 5,8 milioni di assistiti: il 42,5% nella fascia 0-5 anni (2,48 milioni) e il 57,5% nella fascia 6-13 anni (3,35 milioni). Complessivamente, l’81,2% della popolazione Istat tra 6 e 13 anni risulta seguita da un Pls, con marcate differenze regionali: dal 92,6% della Liguria al 60,7% della Sardegna. In termini assoluti, la media nazionale è di 900 assistiti per pediatra: superano il massimale di 1.000 assistiti la Provincia Autonoma di Bolzano (1.139), il Piemonte (1.119) e il Veneto (1.008) (figura 5). "Con un simile livello di saturazione, il principio della libera scelta viene spesso ostacolato: in molte aree del Paese diventa difficile, se non impossibile, trovare un pediatra disponibile, sia nelle zone interne o periferiche, sia nei grandi centri urbani. In altre parole, la situazione reale è spesso più critica di quanto lascino intendere i numeri", ha osservato il numero del Gimbe.


"Tutte le criticità fin qui evidenziate permettono soltanto di stimare il fabbisogno di Pls a livello regionale, poiché l’individuazione delle zone carenti da parte delle Asl dipende da molteplici variabili locali". Se l’obiettivo è garantire la qualità dell’assistenza, una distribuzione capillare coerente con la densità abitativa, la prossimità degli ambulatori e il diritto alla libera scelta, non è corretto stimare il fabbisogno di Pls facendo riferimento al massimale con deroga. Per questo motivo la Fondazione Gimbe, adottando il rapporto ottimale di 1 Pls ogni 850 assistiti e utilizzando le rilevazioni Sisac al 1° gennaio 2024, stima una carenza complessiva di 502 PLS, con forti squilibri regionali. Infatti, il 75,7% delle carenze si concentra in 3 sole grandi Regioni del Nord: Lombardia (180), Piemonte (108), Veneto (93). Al contrario, in 9 Regioni (Basilicata, Emilia-Romagna, Lazio, Marche, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia e Umbria) non si rileva alcuna carenza, poiché la media di assistiti per Pls è inferiore a 850 (figura 6). "In realtà – ha precisato il presidente – è necessario considerare due aspetti fondamentali. Anzitutto, l’ultimo Acn ha innalzato il rapporto ottimale da 600 a 850, 'assorbendo' di fatto una quota consistente delle carenze registrate al 1° gennaio 2023. In secondo luogo, una stima su base regionale non intercetta le carenze localizzate, che si manifestano in territori a bassa densità abitativa, zone disagiate, aree montane".

 

Secondo Cartabellotta, infine, "per un’adeguata programmazione del fabbisogno è indispensabile che ogni regione disponga di stime accurate sul numero di pediatri che intraprendono effettivamente la carriera di Pls, integrate con le proiezioni Istat sulla denatalità. Ma non basta: servono modelli organizzativi orientati al lavoro in team e una piena attuazione della riforma dell’assistenza territoriale prevista dal Pnrr (Case di comunità, Ospedali di Comunità, assistenza domiciliare, telemedicina), accompagnata da accordi sindacali coerenti con gli obiettivi di ricambio generazionale e distribuzione capillare dei Pls, come indicato negli stessi atti di indirizzo. Perché guardando ai pensionamenti attesi, nonostante il calo delle nascite, non è affatto scontato che le nuove generazioni di Pls siano sufficienti a garantire il ricambio, né tantomeno a colmare le carenze attuali, che rischiano di aggravarsi ulteriormente, in particolare nelle aree più periferiche".

 

 

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