07 Luglio 2025

Manovra, l'appello: "La sanità diventi una no fly zone"

A farlo sono i medici Cimo-Fesmed. Il presidente Quici: "Chiediamo a maggioranza e opposizione di ammainare le bandierine e lavorare insieme per trovare le risorse sufficienti"

Di NS
Manovra, l'appello: "La sanità diventi una no fly zone"

La sanità diventi una no fly zone. Un terreno di confronto tra partiti e non di scontro, di collaborazione reale e disinteressata e non di propaganda, che di certo non serve a risolvere la grave crisi del Servizio sanitario nazionale. Questo l’appello che il sindacato dei medici Federazione Cimo-Fesmed rivolge a tutta la politica per salvare la sanità pubblica.
"In vista della prossima legge di Bilancio, a cui i partiti stanno senz’altro lavorando alacremente – ha dichiarato Guido Quici, presidente Cimo-Fesmed -, chiediamo alla maggioranza e all’opposizione di riporre le armi, ammainare le bandierine e lavorare insieme sulla sanità, avendo come unico obiettivo la salute dei pazienti ed il benessere del personale sanitario. Per una volta, vorremmo non assistere al solito copione, che prevede la presentazione della manovra da parte del governo, audizioni meramente formali, emendamenti puntualmente bocciati e, alla fine, approvazione della legge con il voto di fiducia".

"I partiti intendono davvero risolvere la crisi del Servizio sanitario nazionale? Bene, lavorino insieme per trovare le risorse sufficienti. Quindi – ha aggiunto Quici – in un secondo momento occorrerebbe dar vita ad una riforma complessiva del sistema salute. Creare dunque quella costituente per la sanità, che veda una collaborazione non ideologica tra tutte le forze politiche".

Secondo il presidente, "quando si parla della salute delle persone non dovrebbe esserci spazio per giochini e calcoli politici. Siamo sicuri che una tale presa di responsabilità da parte della politica sarebbe estremamente apprezzata anche dall’elettorato, sempre più distante e deluso dai partiti. Sono la scuola e la sanità, infatti, i nodi del nostro Stato sociale più in sofferenza, e su cui i cittadini valutano se un Paese funziona o meno. E non si può aspettare che i problemi, come quello delle liste d’attesa, si risolvano da soli: dopo aver osservato e analizzato le criticità, bisogna intervenire con risorse e riforme. L’attuale quadro geopolitico è estremamente complesso, è vero, ma per salvare il Servizio sanitario nazionale non c’è più tempo. Occorre agire ora, e farlo con consapevolezza e intelligenza – ha conclusoi –, nell’interesse esclusivo della salute della popolazione".

 

 

Sempre più vicini ai nostri lettori.
Segui Nursind Sanità anche su Telegram