Salute mentale, pronto il nuovo Piano nazionale di azione
Il documento è stato trasmesso oggi alla Conferenza unificata. Tante le novità, dallo psicologo di primo livello ai percorsi teraeutici per i pazienti autori di reato. Attenzione all'integrazione socio-sanitaria e alla formazione e ricerca. Gli interventi dovranno essere recepiti dalle Regioni. Previsto un monitoraggio sugli obiettivi in capo al Ministero

Un nuovo modello integrato, in ottica One Health, per affrontare la salute mentale, il riconoscimento dello psicologo di primo livello, da integrare nei dipartimenti di salute mentale, ma anche l’indivisuazione di percorsi diagnostico terapeutico assitenziali per i pazienti autori di reato. Senza escludere, sul piano organizzativo, anche il potenziamento dei posti letto nelle Rems. Sono diverse le novità contenute ne nuovo Piano di azione nazionale per la salute mentale (Pansm) 2025 -2030 curato dal tavolo tecnico ad hoc istituito presso il ministero della Salute. Un piano che Nursind Sanità ha visionato e che proprio oggi è stato trasmesso alla Conferenza unificata. Si tratta di 96 pagine in tutto con sei macro aree di intervento, dai percorsi di prevenzione, promozione e cura al focus su infanzia e adolescenza, dalla salute mentale per le persone detenute all’attenzione al risk mangment e sicurezza all’interno dei processi di salute mentale. Non manca infine il capitolo sull’integrazione socio-sanitaria (il supporto all’abitare e l’inclusione lavorativa) e neppure quello dedicato alla formazione e alla ricerca. L’obiettivo è quello di implementare - si legge nel documento - i percorsi formativi pre e post laurea con le nuove sfide della salute mentale. A cominciare per esempio dai disturbi adolescenziali.
"Le problematiche legate oggi alla salute mentale sono molto diverse rispetto a quelle di soli pochi anni fa: bisogna ragionare in termini di una nuova cultura della salute mentale", hanno scritto nell’introduzione al Piano il coordinatore del Tavolo tecnico Alberto Siracusano e il coordinatore vicario Giuseppe Nicolò. Di qui i principi alla base dei nuovi modelli organizzativi:l’accessibilità alle cure, l’equità, l’inclusione, la sicurezza, l’innovatività, oltre che nuove modalità di comunicazione antistigma e di educazione sulla salute mentale e sul benessere psicologico. Insieme a principi altrettanto importanti e messi in evidenza nel documento quali "la qualità e l’appropriatezza dei trattamenti, basati su evidenze scientifiche (Evidence Based Medicine), il rispetto della dignità e dei valori umani (Value Based Medicine), la lotta allo stigma, la non discriminazione, la valorizzazione del potenziale insito nella disabilità".
"I dati pubblicati nel 2023 dal Sistema informativo per la salute mentale del ministero della Salute (SISM) – ricordano ancora Siracusano e Nicolò – sono particolarmente allarmanti e testimoniano un grande divario tra domanda, bisogni e offerta: si sono ridotte rispetto al 2020 le strutture per l’assistenza psichiatrica sul territorio, anche se gli utenti in carico ai servizi sono tornati ai livelli pre-pandemia. Si osserva un netto calo delle dotazioni di personale e delle risorse disponibili, e la conseguente riduzione delle prestazioni erogate agli assistiti rispetto ai livelli precedenti alla pandemia Covid-19. In parallelo l’incidenza dei nuovi utenti per anno continua a scendere, e diminuisce di circa due punti dal 2022, suggerendo che molte persone con sofferenza mentale si rivolgono a circuiti esterni di cura o rinunciano a curarsi". Non il solo campanello d’allarme che risuona nel documento. "I dati epidemiologici a livello mondiale riconoscono che la pandemia Covid-19 ha avuto un impatto altamente negativo sulla salute mentale della popolazione generale – scrivono infatti i due esperti -. In particolare, sono aumentati i livelli di ansia e depressione in specie nei giovani e nell’età senile, come anche si è maggiormente diffuso il disagio psichico a livello sociale".
GLI UTENTI PSICHIATRICI E LE PATOLOGIE
"Secondo il Rapporto SISM 2024, gli utenti psichiatrici assistiti dai servizi specialistici nel corso del 2023 sono aumentati del 10% rispetto al 2022. Gli assistiti, infatti, ammontano a 854.040 unità, rispetto ai 776.829 del 2022, con tassi standardizzati che vanno da 108,5 per 10.000 abitanti adulti delle Marche fino a 325,9 della Liguria", si legge nel Piano. In entrambi i sessi risultano meno numerosi i pazienti al di sotto dei 25 anni e al di sopra dei 75 mentre "la più alta concentrazione si ha nelle classi 45-54 anni e 55-64 anni (45% circa in entrambi i sessi)".
Per quanto riguarda le patologie, non mancano le differenze in base al genere. E così, "i tassi relativi ai disturbi schizofrenici, ai disturbi da abuso di sostanze e al ritardo mentale sono maggiori nel sesso maschile rispetto a quello femminile, mentre l’opposto avviene per i disturbi affettivi, nevrotici e depressivi. In particolare per la depressione il tasso degli utenti di sesso femminile è quasi doppio rispetto a quello del sesso maschile (26,4 per 10.000 abitanti nei maschi e 45,9 per 10.000 abitanti nelle femmine)".
I SERVZI SUL TERRITORIO
Il Piano restituisce inoltre una fotografia dei servizi offerti. Scopriamo così che le prestazioni erogate nel 2023 dai servizi territoriali "ammontano a 9.601.165 con una media di 13,6 prestazioni per utente. Complessivamente l’81,8% degli interventi è effettuato in sede, l’8,4 a domicilio e il resto in una sede esterna. Il 30,7% degli interventi è rappresentato da attività infermieristica a domicilio e nel territorio, il 25,2% da attività psichiatrica, l’11,6% da attività di riabilitazione e risocializzazione territoriale, il 6,7% da attività di coordinamento, il 4,1% da attività di supporto alla vita quotidiana, il 7,2% da attività psicologica-psicoterapica; la quota restante riguarda attività rivolta alla famiglia e attività di supporto".
UN MODELLO INTEGRATO
"Considerando l'abbassamento dell'età di insorgenza dei disturbi mentali gravi e la sempre maggiore frequenza di comorbilità con le dipendenze è auspicabile la condivisione di un modello organizzativo integrato ed armonico - riporta il Piano -, che riconosca una matrice comune all’interno di un Dipartimento inclusivo che comprenda sia la tutela della salute mentale degli adulti e dei minori, in particolare per quanto riguarda la psicopatologia dell’adolescenza, che le dipendenze".
LA MISSION
In generale, come evidenziano sempre Siracusano e Nicolò tracciando le direttrici che segue poi il documento, "la promozione della salute mentale e la lotta allo stigma devono prevedere azioni concrete per l’aumento delle risorse dedicate e programmi di intervento specifici, clinici e sociali, e la collaborazione tra diversi operatori della salute mentale, con la stretta partecipazione del terzo settore. Sono necessarie - scrivono - politiche pubbliche, campagne di informazione, educazione e sensibilizzazione, creazione di sistemi comunitari a favore della salute mentale, a partire dalla educazione scolastica di ogni grado. Allo stesso modo, è necessario prevedere servizi e programmi di miglioramento della vita e di supporto per le persone affette da disturbi psichici e dei loro caregiver. Potenziare i programmi di integrazione sociosanitaria e il lavoro in equipe multidisciplinari tra le diverse competenze professionali coinvolte nei progetti terapeutici. Così da rispondere in modo efficace alle complessità e criticità legate alla assistenza alle persone con problemi di salute mentale, per favorire: la continuità delle cure, la personalizzazione dei percorsi terapeutici e riabilitativi, l’inclusione sociale, l’autonomia e la qualità di vita (ad esempio l’abitare)".
Un po’ la mission del Pansm 2025-2030 che appunto si propone di essere "un documento sintetico, agile ed incisivo per la promozione, prevenzione e sviluppo di azioni a favore del miglioramento e del trattamento della salute mentale e del benessere psicologico della nostra società".
Il RUOLO DELLE REGIONI E IL MONITORAGGIO CENTRALE
È chiaro che gli interventi contenuti nl Piano dovranno essere recepiti e messi in atto dalle Regioni, in quanto, appunto, "titolari dell’organizzazione sanitaria". Anche se si legge nel testo, "nell’ottica della coesione e uniformità sul territorio nazionale nel raggiungimento degli obiettivi di salute ed equità e a supporto dei decisori delle politiche sanitarie, è previsto il monitoraggio della realizzazione delle azioni strategiche delineate nel Pansm 2025-2030 per verificare il recepimento nella pianificazione regionale del mandato del Piano nonché il raggiungimento degli obiettivi strategici nazionali”. Il monitoraggio sarà in capo alla commissione Salute e alle Direzioni tecniche competenti del Ministero in collaborazione con il tavolo tecnico sulla salute mentale.
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