Test diagnostici in farmacia grazie all'alleanza farmacisti-biologi
Federfarma sottoscrive l'accordo stretto ieri tra Fofi e Fnob. Il presidente Cossolo: "Un prezioso ulteriore tassello per la farmacia dei servizi". Cosa prevedono le norme e come funzionerà nella pratica la nuova collaborazione

La farmacia dei servizi fa un ulteriore passo avanti e adesso conta su un anello in più. Ieri la firma dell’intesa tra la Federazione degli Ordini dei farmacisti italiani (Fofi) e la Federazione nazionale degli Ordini dei biologi (Fnob) che sancisce la collaborazione tra farmacisti e biologi per l’esecuzione dei test diagnostici ematico-capillari attraverso l’impiego di strumentazioni PoctOCT (Point-of-Care-Testing), benedetta, naturalmente dal sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato. Oggi la sottoscrizione dell’accordo da parte di Federfarma, secondo cui l’intesa "apre la strada ad una concreta interazione sinergica tra il farmacista in farmacia, il biologo e il medico di laboratorio. Tale accordo consente di valorizzare le specifiche competenze professionali di ognuno con l’obiettivo comune di rafforzare la rete dell’assistenza sanitaria territoriale del Ssn al fine di rispondere in maniera sempre più puntuale ai bisogni di salute della collettività, con particolare riguardo agli anziani e ai malati cronici".
L’ACCORDO
Ma come funziona l’accordo? Innanzitutto è bene ricordare che l’esecuzione di questi test diagnostici da parte dei farmacisti del territorio rientra tra le prestazioni previste nell’ambito della “Farmacia dei servizi”, come disciplinata dal D.lgs. 153/2009, "nel rispetto degli standard e dei requisiti strutturali ed organizzativi previsti dalla vigente Convenzione nazionale farmaceutica e delle Linee guida già predisposte dalla Fofi e che sono in attesa della validazione da parte del ministero della Salute". Fatta questa premessa, l’iter sarà il seguente: il paziente che effettua il test ematico-capillare in farmacia riceve un attestato di esito – che non ha valore di referto – riportante i valori registrati ed elaborati dal dispositivo in uso. L’attestato di esito è sottoscritto dal farmacista che assicura il rispetto delle procedure seguite, la corretta conduzione della fase pre-analitica rispetto alle indicazioni fornite dal produttore dell’apparecchiatura con marchio CE, la scelta del test e la manutenzione della strumentazione. D’ora in poi, inoltre, su richiesta dell’assistito, le farmacie, che abbiano attivato l’apposito collegamento con un laboratorio clinico, potranno trasmettere a quest’ultimo i dati rilevati per il rilascio del referto clinico, sottoscritto dal biologo o dal medico di laboratorio.
TRA MONITORAGGIO E DIAGNOSTICA
Un accordo che secondo il presidente Federfarma, Marco Cossolo, "consente di valorizzare le specifiche competenze professionali di ognuno con l’obiettivo comune di rafforzare la rete dell’assistenza sanitaria territoriale del Ssn al fine di rispondere in maniera sempre più puntuale ai bisogni di salute della collettività, con particolare riguardo agli anziani e ai malati cronici". La Federazione dei titolari di farmacia si dice convinta che "la farmacia dei servizi si arricchisce così di un prezioso ulteriore tassello, quello che valorizza la complementarietà dell’attività di monitoraggio e prevenzione svolta dalle farmacie con quella prettamente diagnostica svolta dai laboratori". Chissà cosa ne pensano invece proprio i laboratori d’analisi, che sin dai primi sviluppi della farmacia dei servizi non hanno mai nascosto le loro critiche.
I PROSSIMI PASSI
Intanto, il sottosegretario Gemmato, incassa e guarda avanti: "Auspico - ha detto ieri - che anche le altre organizzazioni di categoria e gli organismi di rappresentanza coinvolti, a cui il documento sarà sottoposto, condividano e sostengano questo approccio. È un passo concreto verso un’assistenza più capillare, soprattutto a beneficio delle persone più fragili e degli anziani".
Sempre più vicini ai nostri lettori.
Segui Nursind Sanità anche su Telegram