23 Luglio 2025

Caldo killer, le aziende sanitarie tentano una risposta strutturale

Aumentano i decessi per le temperature torride, ma Asl e Ast provano a mettere in campo un'azione territoriale coordinata con medici di famiglia, volontari ed enti locali. Fiaso: "Piani integrati di prevenzione, comunicazione e assistenza"

Di NS
Caldo killer, le aziende sanitarie tentano una risposta strutturale

Ormai è paradossale parlare di “emergenza caldo”, visto che si tratta di una condizione strutturale che soprattutto nei periodi estivi ha ricadute epidemiologiche sempre più gravi. Le temperature torride colpiscono duramente le persone, in particolare anziani, fragili e lavoratori esposti. E la situazione peggiora di anno in anno. Secondo un recente studio dell'Imperial College London e della London School of Hygiene & Tropical Medicine, che ha preso in esame 12 città europee nel periodo caldissimo tra il 23 giugno e il 2 luglio, il numero di decessi è aumentato di 1500, tra i quali ben 317 a Milano e 164 a Roma.

Numeri che non possono più lasciare indifferente il Servizio sanitario nazionale e la sanità privata. Le Asl e le Ast mettono in campo, quindi, una risposta sui territori coordinata con i medici di famiglia, i servizi sociosanitari, gli enti locali e il terzo settore. Una strategia di prevenzione attiva, integrata nei Piani regionali caldo e confermata dalla rilevazione condotta da Fiaso (Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere) tra il 4 e l’11 luglio scorso su un campione rappresentativo di strutture sanitarie distribuite in tutta la Penisola.    

Il presidente Giovanni Migliore spiega che le Asl “hanno avviato campagne di informazione per offrire indicazioni utili su come proteggersi dal caldo perché informare è già prendersi cura, ed è per questo che la buona comunicazione è parte integrante della risposta sanitaria”. E mette in evidenza “la collaborazione con le reti del volontariato e del terzo settore per rilevare e rispondere ai bisogni assistenziali sul territorio, insieme ad ambulatori dedicati per la gestione delle conseguenze sanitarie del caldo e l’attivazione di posti letto dedicati ai pazienti colpiti da colpi di calore”. Secondo Migliore, “queste iniziative sul territorio si affiancano al decalogo e alle iniziative nazionali attivate del ministero della Salute: dai bollettini meteo-sanitari al numero verde 1500, che restano punti di riferimento prezioso per le istituzioni sanitarie e l’orientamento dei cittadini”.

Il programma di prevenzione si basa su misure preventive quali l’identificazione dei soggetti a rischio, gli interventi specifici per fragili e anziani e il controllo degli ambienti interni nelle strutture sanitarie. Sono diffusi i protocolli specifici per la tutela del personale esposto a temperature elevate e si punta su strumenti di sensibilizzazione non solo istituzionali, ma anche specificamente dedicati al personale e a categorie di utenti. Infine, il sistema di sorveglianza interna permette il monitoraggio continuo e l’individuazione rapida di criticità. Tra le buone pratiche segnalate, ci sono poi la collaborazione con associazioni di volontariato per rilevare e rispondere ai bisogni assistenziali sul territorio, gli ambulatori dedicati per la gestione delle conseguenze sanitarie del caldo, i posti letto in reparto e in pronto soccorso riservati ai pazienti vittime di colpi di calore, i numeri verdi e contact center ad hoc per far fronte a estati sempre più bollenti.

 

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