West Nile, "Attenzione alla fauna avicola in città"
Secondo Gianni Rezza, già capo dipartimento Prevenzione del ministero della Salute, "potrebbe incidere sull'epidemiologia di alcune malattie infettive". Per il professore, inoltre, è importante monitorare i focolai, "ma no ad allarmismi"

"Pur evitando allarmismi generalizzati, è importante continuare a monitorare l'andamento dei focolai e attenzionare le aree contigue (come le regioni stanno già facendo), rilevando prontamente i casi umani oltre ad eventuali nuove positività in animali sentinella, serbatoi di infezione e vettori sul territorio nazionale". Ad affermarlo sui suoi canali social è Gianni Rezza, già capo dipartimento prevenzione del ministero della Salute e oggi professore di Igiene all'università Vita-Salute San Raffaele. "Ieri sera, girando per la città - scrive Rezza - mi sono imbattuto in alcune cornacchie grigie che (come fanno in genere alcuni personaggi in cerca di rame e i gabbiani) prendevano di mira il contenuto dei secchioni dell'immondizia. In effetti, la fauna delle nostre città è variegata, e ciò potrebbe avere conseguenze sull'epidemiologia di alcune malattie infettive, fra le quali il West Nile".
Ma come evolverà West Nile questa estate? "I dati nazionali non mostrano un eccesso di casi rispetto agli scorsi anni, ma si nota una estensione dei focolai, che quest'anno, almeno per ora, sono più attivi in alcune zone al centro-sud (provincia di Latina, Anzio/Nettuno, provincia di Caserta) rispetto alla pianura Padana".Le serie storiche degli ultimi anni, prosegue il professore, "mostrano un aumento dei casi in agosto e poi una tendenza alla diminuzione già a partire da settembre. Non è una regola, ma è ciò che abbiamo costantemente osservato, e non è detto che possa essere rispettato (in meglio o in peggio) anche quest'estate, considerato i cambiamenti climatici e all'anticipo delle ondate di caldo".
Le dinamiche epidemiche, spiega infine Rezza, "sono talmente complesse che è difficile fare previsioni. Secondo i Cdc (Centers for disease control and prevention, ndr) di Atlanta, l'indicatore previsionale più affidabile deriva dal prodotto della densità di zanzare per la prevalenza di positività per il virus (in genere piuttosto bassa nelle rilevazioni eseguite nel nostro Paese) nelle zanzare stesse".
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