01 Settembre 2025

West Nile, il bilancio di fine estate

Salgono a 430 i casi in Italia, secondo il bollettino aggiornato dell'Istituto superiore di sanità. Intanto in Toscana c'è la prima infezione autoctona

Di NS
Foto di Naufan Rusyda Faikar
Foto di Naufan Rusyda Faikar

Salgono a 430 in Italia i casi confermati di infezione da West Nile Virus (WNV) nell’uomo. Erano 351, come ricrda l'Istituto superiore di sanità appena nel precedente bollettino. Con i decessi che arrivao a quota 27. Sono gli ultimi dati forniti nei giorni scorsi dall'Istituto. Mentre è proprio delle ultime ore la notizia del primo caso autoctono registrato nell'aretino.

 

IL DETTAGLIO DEI DATI
Tra i casi confermati 193 si sono manifestati nella forma neuro-invasiva (8 Piemonte, 12 Lombardia, 14 Veneto, 1 Friuli-Venezia Giulia, 1 Liguria, 13 Emilia-Romagna, 62 Lazio, 2 Molise, 64 Campania, 2 Basilicata, 5 Calabria, 1 Sicilia, 8 Sardegna), 38 casi asintomatici identificati in donatori di sangue, 193 casi di febbre, 3 casi asintomatici e 3 casi sintomatici.
Sono stati notificati 27 decessi (1 Piemonte, 1 Lombardia, 1 EmiliaRomagna, 11 Lazio, 11 Campania, 2 Calabria). La letalità, calcolata sulle forme neuro-invasive finora segnalate e confermate, è pari al 13,9% (nel 2018 20%, nel 2024 14%).
Nello stesso periodo è stato segnalato 1 caso di Usutu virus dal Lazio in Provincia di Latina.
"Continua l’espansione del virus nelle aree endemiche del nord Italia - spiegano gli esperti del dipartimento Malattie Infettive dell’Iss - ma al momento il numero dei casi riflette l’andamento epidemiologico degli ultimi anni. La proporzione dei casi neuroinvasivi sul totale è in linea con quella delle stagioni precedenti".

 

IL CASO AUTOCTONO
Venerdì scorso, invece, la conferma del primo caso autoctono di infezione da West Nile virus nell'aretino: nel territorio della Asl Toscana Sud Est, che rappresenta anche il primo in Toscana. Si tratta di una persona residente nel comune di Cortona che ha manifestato febbre, malessere ed eruzione cutanea circa dieci giorni fa. Non ha mai necessitato di ricovero e attualmente si trova in buone condizioni di salute. Non avendo effettuato viaggi o spostamenti durante il periodo di incubazione, fa sapere la Asl, il caso è stato classificato come autoctono, ovvero contratto localmente. E' stato il medico di medicina generale ad ipotizzare la diagnosi, ha quindi segnalato il caso alla struttura di Igiene pubblica e nutrizione, poi confermata dalla Uoc Malattie infettive dell’ospedale San Donato di Arezzo, in collaborazione con il laboratorio di sierologia e l’Azienda ospedaliera universitaria senese.


"Nella maggior parte dei casi l’infezione è asintomatica – ha sottolineato la Asl in una nota - circa il 20% delle persone può sviluppare sintomi lievi come febbre, mal di testa, nausea o sfoghi cutanei. Solo in una piccolissima percentuale (meno dell’1%) si manifestano forme più gravi, soprattutto negli anziani o nei soggetti fragili. A seguito della conferma del caso, la Asl Toscana sud est ha disposto un rafforzamento delle attività di controllo delle zanzare attraverso interventi di eliminazione dei focolai larvali e trattamenti larvicidi nelle aree non rimovibili, come tombini o fognature. Non sono invece previsti interventi straordinari con trattamenti adulticidi, in quanto non necessari nei casi isolati e in aree rurali o poco urbanizzate. Parallelamente, saranno intensificate anche le attività di sorveglianza veterinaria sui cavalli e quelle di monitoraggio dell’avifauna selvatica, al fine di seguire l’andamento della circolazione virale nel territorio", ha aggiunto. Per poi richiamare alla partecipazione attiva dei cittadini, raccomandando "semplici azioni quotidiane per ridurre i focolai di zanzare e salvaguardare la salute collettiva".

 

 

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