Riforma delle professioni sanitarie: l'ok del Cdm
Via libera del Consiglio dei ministri allo scudo penale nei casi di colpa grave per i medici. Schillaci e Nordio: "L'obiettivo è ridurre gli effetti perniciosi della medicina difensiva ma non si lede il diritto dei cittadini al giusto risarcimento dei danni". Il ddl delega il governo ad adottare misure per aumentare il personale. I dettagli

Via libera del Consiglio dei ministri alla riforma delle professioni sanitarie e, quindi, anche anche allo scudo penale per i medici, che diventano perseguibili, come già anticipato, solo in caso di "colpa grave" . La norma, hanno chiarito i ministri della Salute e della Giustizia, Orazio Schillaci e Carlo Nordio, "mira a ridurre gli effetti perniciosi della cosiddetta medicina difensiva, che a sua volta è conseguente alle numerose e spesso infondate denunce nei confronti dei medici, con ricadute disastrose per l’efficienza del servizio sanitario e per la stessa salute dei cittadini". Il punto centrale è proprio il contrasto alla medicina difensiva "che costa mediamente 11 miliardi l’anno e allunga le liste d’attesa". Il meccanimo è quello di indurre i medici a prescrivere esami costosi, "spesso inutili e invasivi" che "non soltanto gravano sui bilanci delle Asl ma ritardano gli interventi sui malati realmente bisognosi", hanno sottolineato.
Sia Schillaci che Nordio però hanno puntualizzato come con questo scudo non venga leso "in alcun modo il diritto dei cittadini al giusto risarcimento dei danni subiti" che era un po' il timore espresso dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
In generale, come riporta un comunicato di Palazzo Chigi il testo, approvato su proposta del ministro della salute Orazio Schillaci con procedura d’urgenza e collegato alla legge di Bilancio per il 2025, "mira a un’ampia rimodulazione dell’attuale sistema delle professioni sanitarie, sia dal punto di vista formativo che ordinistico".
L’obiettivo, si legge ancora, "è quello di rafforzare l’attrattività del Servizio sanitario nazionale e di garantire elevati standard di qualità e sicurezza delle cure". Tra le principali previsioni vi è una complessiva rimodulazione del sistema formativo, con l’avvio di un processo di aggiornamento dei percorsi di studio delle professioni sanitarie, al fine di renderli più adeguati alle esigenze della sanità moderna e integrati con le nuove tecnologie.
In materia di responsabilità professionale, il disegno di legge sostituisce la disciplina della responsabilità colposa per morte o lesioni personali in ambito sanitario, limitando la punibilità per omicidio colposo e lesioni personali colpose, commessi nell’esercizio di una professione sanitaria, ai soli casi - come detto - di colpa grave, "purché siano state rispettate dal sanitario le linee guida come definite e pubblicate ai sensi di legge o le buone pratiche clinico assistenziali, sempre che le predette raccomandazioni o buone pratiche risultino adeguate alle specificità del caso concreto". Inoltre, si introduce un articolo in materia di colpa nell’attività sanitaria, individuando specifici parametri sulla base dei quale il giudice procede all’accertamento della stessa e del suo grado (es. la scarsità delle risorse umane e materiali disponibili, le eventuali carenze
organizzative nonché la complessità della patologia del paziente).
Di una riforma "attesa da anni che punta a contrastare le carenze di organico, a sburocratizzare il sistema e a valorizzare le competenze delle professioni sanitarie" ha parlato Schillaci, spieganod come siano previste "misure di sostegno allo sviluppo della carriera e la revisione di percorsi formativi come l’istituzione della Scuola di specializzazione per la medicina generale. Con questa riforma - ha aggiunto - diamo un ulteriore contributo al potenziamento del servizio sanitario nazionale valorizzando le professioni sanitarie per rispondere in modo sempre più efficace ai bisogni di salute dei cittadini".
Il provvedimento delega il Governo ad adottare, entro il 31 dicembre 2026, misure dirette a incrementare il personale sanitario, potenziare i percorsi di formazione sanitaria specialistica e valorizzare le professionalità e le competenze dei professionisti sanitari.
I provvedimenti attuativi dovranno prevedere norme per contrastare i fenomeni di carenza di personale anche attraverso il ricorso a forme di lavoro flessibile per l’impiego degli specializzandi nel Servizio sanitario nazionale; lo sviluppo della carriera professionale e misure in favore del personale che opera in particolari condizioni di lavoro, o che presta servizio in aree disagiate; semplificare le attività amministrative che gravano sul personale sanitario, ottimizzando i tempi di lavoro; garantire la sicurezza dei professionisti sanitari nello svolgimento dell’attività lavorativa.
Sono inoltre indicati i criteri per lo sviluppo delle competenze e il potenziamento della formazione sanitaria specialistica che prevendono l’istituzione di un Sistema nazionale di certificazione delle competenze, specifico per il settore sanitario nonché la ridefinizione del percorso formativo della medicina generale, con la trasformazione del corso regionale di formazione in Scuola di specializzazione, e delle specializzazioni sanitarie non mediche attraverso l’istituzione di scuole di specializzazione ad hoc.
La legge delega prevede infine l’introduzione di misure volte a valorizzare il ruolo degli Ordini professionali.
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