Lauree sanitarie: Ostetricia al terzo posto per numero di domande
Fnopo: "Quadro positivo ma ancora incompleto: mancano i dati delle università private". Tuttavia, avverte la Federazione, "non possiamo abbassare la guardia. Servono interventi immediati per rendere attrattiva la professione"

"I dati sulle iscrizioni ai corsi di laurea delle professioni sanitarie ci restituiscono luci e ombre". Silvia Vaccari, presidente della Federazione nazionale degli Ordini della professione di ostetrica (Fnopo) e Elsa Del Bo, segretario della Federazione, commentano così i primi dati sulle iscrizioni univeristarie. “Per il corso di studi in Ostetricia il quadro resta positivo in termini di attrattività: le ostetriche si collocano al terzo posto per numero di domande. Va sottolineato che il dato prodotto da alcuni articoli riguardo alla professione che coordino è un dato grigio, in quanto non tiene conto dei corsi di laurea in Ostetricia di università private che, oltretutto, partecipano ai test di selezione in altra data. Alla luce di ciò, va aggiunto che la vera percentuale si potrà calcolare solo al termine di tutte le selezioni, sia pubbliche, che private. Contemporaneamente, non possiamo abbassare la guardia: il futuro della professione rischia di essere compromesso se non si adottano misure mirate e strutturate", sottolineano.
"Le ostetriche rappresentano un profilo cruciale per il Sistema Salute - spiegano Vaccari e Del Bo - dalla salute riproduttiva alla prevenzione, dal percorso nascita fino alla menopausa. Garantire il numero adeguato di professioniste significa offrire alle donne e alle famiglie un’assistenza sicura, continua e di qualità".
Secondo la presidente e il segretario della Fnopo, la professione deve affrontare criticità strutturali: ritmi di lavoro intensi, limitazioni all’esercizio libero-professionale, opportunità di carriera insufficienti e riconoscimento economico non sempre coerente con le responsabilità. "Questi fattori possono scoraggiare studentesse e studenti dall’ingresso nel settore sanitario. È fondamentale intervenire subito con percorsi di formazione avanzata, aggiornamento continuo, incentivi economici e politiche di conciliazione vita-lavoro", aggiungono.
Ma c’è anche un aspetto più profondo che va trasmesso agli studenti. "Come Federazione e come ostetriche affianchiamo studentesse e studenti nel percorso di studi - spiegano ancora le ostetriche - e cerchiamo di trasmettere loro la passione per questa professione. Le professioni sanitarie non sono per tutti: richiedono una scelta consapevole, una convinzione profonda e una forte attitudine al lavoro clinico, perché si tratta di un servizio per gli altri. Mettersi a disposizione delle persone richiede impegno, ma è anche fonte di grande gratificazione".
"È indispensabile che le istituzioni riconoscano la centralità delle ostetriche - concludono Vaccari e Del Bo -. Serve una strategia nazionale coordinata, con il coinvolgimento dei ministeri competenti e delle università, per garantire attrattività, sviluppo professionale e sostenibilità della professione nel lungo periodo. Solo così potremo assicurare a tutte le donne un’assistenza di qualità e una presenza capillare di professioniste motivate e competenti".
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