22 Settembre 2025

Trento, gli infermieri di triage potranno richiedere radiografie in autonomia

L'innovazione organizzativa, che potrebbe essere estesa ad altri territori, è stata varata dalla giunta provinciale: riguarderà i traumi minori e promette di snellire i tempi di presa in carico, rendendo più efficiente il sistema sanitario. Il progetto sperimentale atteso a regime entro due anni

Di NS
Trento, gli infermieri di triage potranno richiedere radiografie in autonomia

Contrastare il sovraffollamento nei Pronto soccorso, migliorare l'efficienza del sistema sanitario e al tempo stesso allargare le responsabilità degli infermieri, valorizzandone la professionalità. Può costituire un precedente e una best practice da estendere a livello nazionale la decisione della provincia di Trento di consentire ai professionisti del triage dei Pronto soccorso di richiedere in autonomia esami radiologici per traumi minori, nell’ambito di protocolli condivisi e validati scientificamente.

IL PROGETTO
La giunta provinciale, su proposta dell’assessore alla Salute, Mario Tonina, ha approvato pochi giorni fa il progetto sperimentale, in linea con le indicazioni del ministero della Salute, che raccomandano l'adozione di percorsi rapidi, come il 'fast track' e il 'see and treat' per la gestione delle prestazioni a bassa complessità. L’iniziativa punta naturalmente a una presa in carico più tempestiva e sicura dei pazienti, rendendo così l’organizzazione sanitaria più agile ed efficiente. 

I NUMERI
Un'analisi dei dati del 2024 ha mostrato che su 239.836 accessi ai Pronto soccorso della provincia di Trento, una parte significativa era costituita da traumi minori. Nello specifico, si sono registrati 1.147 accessi con codice bianco, 15.658 con codice verde e 3.509 con codice azzurro per traumatismi minori, potenzialmente gestibili con questo nuovo protocollo.
"L'obiettivo principale del progetto – spiega l’ente provinciale – è l'ottimizzazione dei flussi di accesso e presa in carico dei pazienti, migliorando l'efficienza gestionale del tempo sia per i professionisti che per gli utenti. Si punta a una riduzione del tempo medio di permanenza dei pazienti e del tempo di attesa tra il triage e la valutazione medica”. I primi risultati saranno presentati al gruppo tecnico provinciale (di cui fanno parte gli Ordini provinciali dei medici e delle professioni infermieristiche) a sei mesi dall'avvio e poi con cadenza semestrale. L'obiettivo è mettere a regime il progetto entro 24 mesi.

 

I BENEFICI
"Questa sperimentazione – ha evidenziato il presidente dell’Opi Trento, Daniel Pedrotti – riconosce competenze già esercitate dagli infermieri nella valutazione avanzata della persona e nella gestione clinico-assistenziale di situazioni complesse e a rapida evoluzione, potenziandole all’interno di un modello organizzativo innovativo. È un progetto che potrà generare benefici concreti: per i pazienti, in termini di tempi di attesa, mantenendo sicurezza e qualità dell’assistenza; per il sistema sanitario, attraverso un utilizzo efficiente delle risorse; e per la professione infermieristica, che vede riconosciuta e ampliata la propria responsabilità clinica".

 

 

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