23 Settembre 2025

Trump mette il paracetamolo sul banco degli imputati

La tesi sostenuta dal presidente Usa è il legame tra l'assunzione in gravidanza e l'autismo. Ema: "Non ci sono prove". Aifa: "Confermate le raccomandazioni europee". La preoccupazione dei neuropsichiatri infantili: "Dichiarazioni prive di reale fondamento scientifico"

Di NS
Trump mette il paracetamolo sul banco degli imputati

Fa rumore l’ultima affermazione fatta da Donald Trump circa l’impiego di uno dei più diffusi antidolorifici, a base di paracetamolo, durante la gravidanza. Secondo la tesi sostenuta dal presidente americano potrebbe essere la causa di autismo nei bambini. Trump ha infatti annunciato "con effetto immediato" che la Fda, l’Agenzia federale del farmaco, informerà i medici del "rischio elevato di autismo derivato dall’uso in gravidanza" del paracetamolo, principio attivo anche della tachipirina in Italia, o del tylenol in Usa.

EMA: NESSUNA EVIDENZA CHE COMPORTI MODIFICHE ALLE RACCOMANDAZIONI UE
Una correlazione tra paracetamolo e autismo che non trova però riscontri scientifici, tant’è che è dovuta intervenire anche l’Ema. "I medicinali a base di paracetamolo possono essere utilizzati in gravidanza, in conformità alle raccomandazioni ufficiali" e "non abbiamo trovato prove che l’assunzione di paracetamolo in gravidanza causi autismo nei bambini", ha evidenziato l’Agenza europea dei medicinali in una nota.
"Nell’Ue, il paracetamolo (noto anche come acetaminofene) può essere utilizzato per ridurre il dolore o la febbre durante la gravidanza, se clinicamente necessario. Attualmente non ci sono nuove evidenze che richiedano modifiche alle raccomandazioni europee in vigore per l’uso", aggiunge.
"Il paracetamolo rimane un’opzione importante per trattare dolore o febbre nelle donne in gravidanza. Il nostro parere si basa su una rigorosa valutazione dei dati scientifici disponibili e non abbiamo trovato prove che l’assunzione di paracetamolo in gravidanza causi autismo nei bambini", afferma Steffen Thirstrup, direttore medico dell’Ema.
"Come indicato nelle informazioni sul prodotto del paracetamolo nell’Ue, una grande quantità di dati provenienti da donne che hanno utilizzato paracetamolo in gravidanza non mostra rischi di malformazioni nel feto in sviluppo o nei neonati. Nel 2019, l’Ema ha rivisto gli studi disponibili che hanno indagato lo sviluppo neurologico dei bambini esposti in utero al paracetamolo, riscontrando che i risultati erano inconcludenti e che non era possibile stabilire alcun legame con disturbi dello sviluppo neurologico. Quando necessario, il paracetamolo può essere utilizzato in gravidanza. Come per qualsiasi medicinale per trattamenti acuti, deve essere usato alla dose minima efficace, per il minor tempo possibile e con la minor frequenza possibile", aggiunge l'Agenzia. Naturalmente, "le donne in gravidanza dovrebbero consultare il proprio professionista sanitario se hanno domande su qualsiasi medicinale da assumere in gravidanza. Come per tutti i medicinali, l’Ema e le autorità competenti nazionali nell’Ue continueranno a monitorare la sicurezza dei medicinali contenenti paracetamolo e a valutare tempestivamente eventuali nuovi dati non appena disponibili. Verranno adottate le misure regolatorie necessarie per proteggere la salute pubblica".

AIFA: I DATI NON EVIDENZIANO ASSOCIAZIONI CON UN AUMENTO DEL RISCHIO DI AUTISMO
L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) informa che, alla luce delle più recenti valutazioni scientifiche effettuate a livello europeo, non emergono nuove evidenze che richiedano modifiche alle raccomandazioni in vigore sull’uso del paracetamolo in gravidanza.
Il paracetamolo (acetaminofene), ampiamente utilizzato per il trattamento della febbre e del dolore, può essere impiegato durante la gravidanza, se clinicamente necessario. I dati disponibili non evidenziano associazioni con un aumento del rischio di autismo né con malformazioni del feto o del neonato. Una revisione condotta nel 2019 dal Comitato di valutazione dei rischi per la farmacovigilanza (Prac) dell’Agenzia europea per i medicinali sugli effetti del paracetamolo sullo sviluppo neuroevolutivo nei bambini esposti in utero ha concluso che le evidenze disponibili risultano non conclusivi e non supportano modifiche alle attuali raccomandazioni sull’uso in gravidanza. Le esperienze d’uso in ampie coorti di donne in gravidanza confermano, inoltre, l’assenza di rischi malformativi o tossici.

LA RACCOMANDAZIONE AIFA SUI DOSAGGI
Si raccomanda comunque di utilizzare il paracetamolo durante la gravidanza, alla dose efficace più bassa, per il periodo di tempo più breve possibile e con la frequenza minima compatibile con il trattamento, spiega Aifa che rassicura: "L'Ema, in collaborazione con le autorità regolatorie degli altri Stati membri dell’Unione europea, continuerà a monitorare costantemente la sicurezza dei medicinali contenenti paracetamolo e ad aggiornare le informazioni disponibili qualora emergessero nuovi dati".

 

LA PREOCCUPAZIONE DEI NEUROPSICHIATRI INFANTILI
A dirsi preoccupata, dopo le affermazioni di Trump riguardo l'uso del paracetamolo in gravidanza e i vaccini e un possibile aumento del rischio di autismo, è anche Sinpia, la Società italiana di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza. Nel mirino dei neuropsichiatri anche quanto detto dal presidente degli Stati Uniti in merito al vaccino contro l’epatite B, attualmente somministrato ai neonati, che dovrebbe essere posticipato all’età di 12 anni. Oltre alla raccomandazione di utilizzo di acido folinico, solitamente utilizzato nei pazienti oncologici durante la chemioterapia, per il trattamento dei bambini autistici. Tutte dichiarazioni, evidenzia la presidente Sinpia Elisa Fazzi, che “risultano prive di reale fondamento scientifico, creano disinformazione e contribuiscono ad alimentare insicurezze e confusione su quello che è un problema rilevante per milioni di bambini, adolescenti e famiglie coinvolte nei disturbi del neurosviluppo in tutto il mondo".
"L’autismo – prosegue - è un disturbo del neurosviluppo complesso e multifattoriale dovuto all’interfaccia tra fattori genetici e ambientali, riconosciuto e studiato da decenni dalla comunità scientifica internazionale. La ricerca ha evidenziato le basi neurobiologiche e genetiche dello spettro autistico e gli intrecci con elementi ambientali, ma non è stato individuato un singolo fattore causale. Non esistono evidenze credibili che colleghino con certezza l’insorgenza dell’autismo solo a cause esterne come i vaccini o farmaci o altri fattori comunemente invocati in narrazioni infondate".

 

 

 

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