25 Settembre 2025

Per quattro italiani su dieci almeno tre fattori di rischio cardiovascolare

Lo rivelano i dati dell'Istituto superiore di sanità. Cinque cittadini su dieci sono attenti al sale a tavola. Ne fanno un uso consapvole soprattutto le donne e la sensibilità è superiore al Nord. Tutti i dettagli

Di NS
Per quattro italiani su dieci almeno tre fattori di rischio cardiovascolare

Sono quattro su dieci (40%) gli italiani con almeno tre fattori di rischio cardiovascolare, che includono la sedentarietà, il fumo, l’eccesso ponderale, il consumo di almeno cinque porzioni di frutta e verdura al giorno o patologie come il diabete, l’ipertensione o l’ipercolesterolemia. Il consumo di sale è uno degli elementi da non trascurare: a tal proposito sono cinque su dieci i cittadini che fanno attenzione o cercano di ridurre la quantità di sale assunta a tavola, nella preparazione dei cibi così come nel consumo di quelli conservati. Lo evidenziano i dati della sorveglianza Passi dell'Istituto superiore di snaità riferiti al biennio 2023-2024 che riguardano il rischio cardiovascolare (e il consumo di sale, pubblicati oggi.

IPERTENSIONE PIÙ FREQUENTE NEGLI UOMINI, COLESTEROLO ALTO NELLE DONNE
L’ipertensione è poco frequente fra i giovani adulti ma la sua diffusione cresce considerevolmente con l’età, passando da poco più del 2% prima dei 35 anni al 33% fra i 50-69enni. Fortemente associata all’eccesso ponderale (supera il 28% fra le persone in sovrappeso oppure obese) è più frequente fra gli uomini (20% rispetto al 16% fra le donne) e, come accade per gli altri fattori di rischio cardiovascolare legati agli stili di vita, è anche più frequente fra le persone socialmente più svantaggiate, per disponibilità economiche o istruzione. L’80% delle persone ipertese dichiara di essere in trattamento farmacologico e molti di aver ricevuto i consigli per tenere sotto controllo la pressione arteriosa, come diminuire il consumo di sale (83%), svolgere regolarmente attività fisica (81%) e controllare il peso corporeo (76%).
L’ipercolesterolemia è anch’essa associata all’età (cresce da meno del 4% fra i 18-34enni al 30% fra i 50-69enni) e all’eccesso ponderale (è riferita dal 24% fra le persone in sovrappeso oppure obese e dal 14% fra le persone normo/sottopeso), sembra più frequente fra le donne e si associa allo svantaggio sociale, per istruzione o risorse economiche. Sembra anche esserci un a differenza geografica che va a svantaggio delle Regioni settentrionali, con l’eccezione delle Marche (28%) che registrano il valore più elevato.
Dai dati Passi 2023-2024 emerge che oltre quattro persone su dieci con colesterolo alto dichiarano di essere in trattamento farmacologico e la maggior parte ha ricevuto il consiglio di consumare meno carne e formaggi (86%) e più frutta e verdura (77%), di fare regolare attività fisica (81%) e controllare il peso corporeo (74%).

IL CONSUMO DI SALE
L’uso consapevole del sale è più frequente fra le donne (62% rispetto al 52% negli uomini), nelle persone più grandi di età (raggiunge il 65% fra i 50-69enni in
comparazione al 45% fra i 18-34enni) e con un maggiore livello di istruzione. L’attenzione al consumo di sale è inoltre maggiore in chi risiede al Nord, con un divario di ben 10 punti percentuali rispetto al Sud (62% rispetto al 52%). L’attenzione al consumo di sale riguarda poi in generale una persona su tre con una malattia cronica. Guardando nel dettaglio a coloro che hanno una diagnosi di ipertensione arteriosa o di insufficienza renale (per cui la riduzione del consumo di sale diventa strumento di controllo della malattia), la percentuale di utilizzo consapevole risulta più alta (75% e 74% rispettivamente), ma non raggiunge comunque i livelli attesi.
Relativamente al sale iodato, vi è un buon livello di consapevolezza tra gli italiani sull’importanza di assumere iodio attraverso il sale iodato. Complessivamente, infatti, il 78% delle persone intervistate (erano il 67% nel 2015) sceglie di utilizzare il sale iodato, moltissimi lo usano abitualmente (47% sempre e il 15% spesso) mentre altri riferiscono di usarlo qualche volta (17%).

 

 

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