25 Settembre 2025

"Dieci miliardi di investimenti nonostante il contesto difficile"

Il ministro Schillaci risponde in Aula al Senato e assicura ulteriori risorse in manovra". Fa il punto sul Pnrr: "Utilizzato oltre il 40% delle risorse", ma chiarisce: "il Piano non è una gara di velocità nella spesa". Il messaggio alle Regioni: "Sono loro i veri protagonisti di questa partita"

Di Pa.Al.
"Dieci miliardi di investimenti nonostante il contesto difficile"

Conti che non tornano in sanità e cifre che ballano. Non secondo Orazio Schillaci.  "I numeri ci dicono che abbiamo messo circa 10 miliardi di investimenti aggiuntivi sul Fsn, è questo difficilmente si può definire come fallimento delle politiche sanitarie". Il ministro della Salute è intervenuto al Senato e ha risposto così a un’interrogazione in Aula di Italia viva.

I MARGINI DI MANOVRA 
"Ma c'è un aspetto che credo vada chiarito una volta per tutte - ha continuato -. Questo condiziona pesantemente il nostro margine di manovra: l'Italia paga 82,9 miliardi di euro all'anno di interessi sul debito pubblico - il 4,3% del Pil. La Germania ne paga 26,5 miliardi, appena lo 0,7% del PIL. La Francia 50,7 miliardi, l'1,9% del Pil. Questo non è un alibi, è il contesto reale in cui operiamo. E nonostante questo vincolo strutturale, stiamo investendo sulla sanità”, ha rimarcato. Non senza assicurare risorse in manovra: "Nella prossima legge di Bilancio 2026 confermeremo questo impegno con ulteriori investimenti. Perché la salute degli italiani resta la nostra priorità assoluta, da affrontare con realismo ma senza mai perdere l'ambizione di migliorare".

4,48 MILIONI DI PERSONE RINUNCIANO ALLE CURE
Schillaci ha ribadito di conoscere bene "le difficoltà che vivono i cittadini. So che 4,48 milioni di persone hanno rinunciato a prestazioni sanitarie nel 2023. So che c'è chi si indebita per curarsi. So che la mobilità sanitaria verso il Nord continua ad essere un problema per il Mezzogiorno. Non minimizziamo questi dati, sono una nostra priorità. Guardiamo anche a quello che stiamo facendo - ha però rilanciato -: abbiamo prorogato l'assunzione di specializzandi con contratti a tempo determinato. Abbiamo incrementato le tariffe delle prestazioni aggiuntive e le abbiamo defiscalizzate. Abbiamo aumentato l'indennità di esclusività per la dirigenza medica, introdotto l'indennità di specificità infermieristica, l'indennità di tutela del malato e quella per l'attività in pronto soccorso. Non sono però misure isolate, fanno parte di una strategia complessiva per rendere di nuovo attrattivo il servizio sanitario pubblico". Perché, è tornato a insistere Schillaci, "il problema non sono solo le risorse, ma anche come utilizziamo quelle che abbiamo".

LA VISIONE DEL GOVERNO E IL RUOLO DELLE REGIONI
E arriviamo al punto centrale: "Questo governo ha una visione strategica articolata in quattro direzioni precise. Vale a dire: governare le aspettative. Dobbiamo essere onesti con i cittadini, ridefinire i criteri di priorità per le prestazioni, identificare i target più urgenti. Non promettere sempre tutto a tutti, garantire l'essenziale a chi ne ha più bisogno". Ma anche "maggiore efficienza. Ottimizzare la rete ospedaliera, riconvertire le strutture frammentate verso i servizi territoriali, accorpare servizi ambulatoriali. Le Case della comunità del Pnrr sono questo: il futuro di una sanità più razionale ed efficiente". Poi "c’è la terza direzione che è appunto aumentare le risorse e la quarta: rivoluzionare i servizi. Digitalizzazione, telemedicina. Non è fantascienza, è il presente. Naturalmente questo sforzo non può essere fatto dal solo governo centrale. Le Regioni hanno un ruolo decisivo, sia nella gestione delle risorse che nella programmazione dei servizi".

IL MESSAGGIO A GOVERNATORI E MEDICI DI FAMIGLIA
Non l’unico passaggio in cui Schillaci chiama in causa le Regioni
. Anche dando conto dello stato di avanzamento degli investimenti del Pnrr (interrogato sul tema dal Pd), infatti, il ministro è stato netto: "Il successo di questa trasformazione dipende principalmente dall’impegno delle Regioni. Loro sono i veri protagonisti di questa partita. Il Ministero fa la sua parte – lo sta facendo - con il monitoraggio costante, il coordinamento nazionale, le riforme strutturali. Le Regioni devono mettere in campo la capacità progettuale e attuativa. Per questo, dopo la Cabina di Regia del 6 marzo dedicata alla Missione 6 Salute, abbiamo intensificato gli incontri con tutte le Regioni. Non per fare controlli punitivi, ma per offrire supporto tecnico e scongiurare qualsiasi rischio di definanziamento". Con tanto di messaggio rivolto direttamente ai presidenti delle Regioni: "Abbiamo messo a disposizione strumenti, risorse, procedure snellite e supporto tecnico costante. Dobbiamo veramente cogliere insieme questa opportunità irripetibile. Non possiamo permetterci di sprecare neanche un euro di queste risorse. Non possiamo permetterci di lasciare indietro neanche un territorio".
Dopo i governatori è la volta dei medici di medicina generale, anch’essi tirati in ballo da Schillaci: "Costruire strutture non basta se non le facciamo funzionare al meglio. Per questo stiamo lavorando alla riforma del percorso formativo della medicina generale, che è contenuta nel disegno di legge sulle professioni sanitarie approvato nel Cdm dello scorso 4 settembre".

"IL PNRR NON È UNA GARA DI VELOCITÀ NELLA SPESA"
Ma come stanno le cose sul fronte del Piano? "I nostri dati più aggiornati al 31 agosto mostrano un avanzamento finanziario di 6,755 miliardi su 15,625, pari a oltre il 40% delle risorse (dato in corso di consolidamento). Non è poco, considerando che stiamo parlando della più grande trasformazione della sanità territoriale degli ultimi anni". Una volta evidenziato come il Pnrr non sia "una gara di velocità nella spesa", ma "un programma di performance", il ministro ha spiegato: "Abbiamo superato il 123% dei target comunitari per i cantieri avviati sia per le Case di Comunità che per gli Ospedali di Comunità”. Inoltre, "è fisiologico che il 2025 e il 2026 vedano la concentrazione maggiore della spesa". Numeri alla mano, il responsabile del dicastero di Lungotevere Ripa ha ricordato all’Aula del Senato che "abbiamo 1.274 cantieri avviati per le Case di Comunità - ben oltre il target richiesto dall'Europa. Di questi, 191 sono già conclusi e 70 collaudati. Per gli Ospedali di Comunità parliamo di 382 cantieri avviati, con 52 strutture completate".

IL NUOVO TARIFFARIO E LO STOP DEL TAR
A Palazzo Madama il ministro ha affrontato anche la questione di più stretta attualità e cioè la recente sentenza del Tar Lazio che ha annullato il decreto tariffe."Non la vediamo come un ostacolo, ma come un'opportunità per fare meglio", ha detto subito Schillaci. "Il Tar ci ha dato 365 giorni non per perdere tempo, ma per costruire un sistema più equo e sostenibile, coinvolgendo tutti gli attori del sistema stesso. Il Tavolo nazionale dell'Accreditamento, istituito dalla legge 193/2024, è proprio la sede dove stiamo lavorando per definire criteri nazionali che garantiscano trasparenza e oggettività, ma che tengano conto anche delle specificità territoriali". Non è un tavolo teorico, ha proseguito, "è operativo e sta già elaborando linee guida che le Regioni potranno utilizzare. Questo è il punto: le competenze sono regionali, ma il coordinamento deve essere nazionale".

NESSUNA BATTUTA D'ARRESTO PER IL PROGETTO STEMALS CONTRO LA SLA
Infine, interrogato da Forza Italia, Schillaci ha illustrato lo stato dell’arte dello studio Stemals che prevede l’utilizzo di una terapia sperimentale basata sulla somministrazione di cellule staminali per il trattamento dei soggetti affetti da Sclerosi laterale amiotrofica. "Questo studio è risultato vincitore nell’ambito del bando PNRR 2022 – Missione 6 'Salute' - Componente 2".
Il progetto di ricerca di durata pari a 24 mesi, e a cui è stata concessa la proroga di 6 mesi, è stato presentato dall’Azienda Ospedaliera Universitaria Maggiore della Carità di Novara, per conto della Regione Piemonte in qualità di Ente Capofila. Il finanziamento assegnato allo studio, pari a 1.000.000 di euro, "è stato suddiviso, come previsto dalla relativa Convenzione in n.3 rate di cui: la prima rata di euro 400.000,00 a titolo di anticipazione all’atto della stipula della convenzione, la seconda rata di euro 400.000,00 all’esito positivo della valutazione tecnico-scientifica della relazione intermedia dopo 12 mesi dall’avvio e la terza rata di euro 200.000,00 a saldo all’esito positivo della valutazione tecnico-scientifica della relazione conclusiva", ha ricordato Schillaci. Solo che l’istruttoria sullo stato di avanzamento dei lavori dopo i primi 12 mesi di attività, "ha registrato un ‘parere non favorevole per mancato rispetto dei termini previsti dalla convenzione’". Dunque, "come previsto dalla Convenzione, è stata sospesa l’erogazione della seconda rata del finanziamento che però – ha concluso il ministro della Salute -non comporta assolutamente alcuna sospensione o annullamento del progetto". Insomma, "non sussistono elementi oggettivi per la sospensione o cancellazione del progetto che continuerà ad avere il sostegno e la dovuta considerazione da parte del ministero della Salute".

 

 

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