29 Settembre 2025

Tumori, il miglior farmaco è la prevenzione

Torna la campagna Lilt-Anci "Ottobre rosa". Il ministro Schillaci: "Il 41% degli italiani aderisce agli screening, dato non ancora soddisfacente". Il Ministero punta a "estendere quelli mammografici per 45-74enni anni in tutta Italia". Il presidente Lilt Schittulli: "Conforta il tasso di guaribilità all'80%", ma "un quarto delle donne con cancro al seno è under 50"

Di NS
Tumori, il miglior farmaco è la prevenzione

Parte la campagna di prevenzione "Ottobre Rosa 2025", dedicata alla sensibilizzazione sul tumore al seno promossa da Lilt e Anci e presentata alla Camera dei deputati. La parola d’ordine, naturalmente, è prevenzione, lo strumento primario di cui disponiamo, o il "farmaco migliore" - per dirla con le parole del capo del Dipartimento Prevenzione del ministero della Salute, Maria Rosaria Campitiello – per aumentare le diagnosi precoci e quindi accrescere il tasso di guarigioni. Ma anche per salvaguardare il nostro Ssn, come ha spiegato il minsitro della Salute, Orazio Schillaci: "Se vogliamo continuare ad avere un Servizio sanitario universalistico come il nostro, che cura gratuitamente tutti i cittadini, dobbiamo ridurre in futuro il numero di malati".
"Credo che la cosa più importante da fare – ha infatti evidenziato Schillaci -sia aumentare l'adesione agli screening oncologici, in particolare quelli per il cancro della mammella. Ci sono ancora troppe differenze regionali che vanno colmate e superate. La prevenzione rimane il primo strumento: individuare un tumore in fase precoce vuol dire avere maggiori possibilità di cura".

I NUMERI
Sempre il ministro ha ricordato come nel 2024 quasi 18 milioni di cittadini - dati dell’Osservatorio nazionale screening – siano stati invitati "a partecipare ai programmi di screening oncologici gratuiti messi a disposizione dal Ssn– mammella, cervice uterina e colon-retto – e circa 7,3 milioni hanno aderito all’invito, pari al 41% del totale. Registriamo un lieve miglioramento rispetto all’anno precedente, sia negli inviti che nelle adesioni, che seppur non ancora soddisfacente ci sprona a proseguire sulla strada della sensibilizzazione per portare sempre più donne e uomini a effettuare gli screening oncologici".
In particolare, per quanto riguarda la mammografia, "sempre nel 2024, l’adesione è stata del 53,8%, in lieve calo rispetto al 20232, anche se pesano "ancora inaccettabili differenze regionali e soprattutto tra Nord e Sud dove abbiamo un tasso di adesione ancora più basso. Di questo ne sto parlando con i presidenti delle Regioni che incontro in questo periodo per parlare anche di liste d’attesa".
Anche se non manca neppure chi rifugge gli screening "perché ritiene di star bene", oltre che per pigrizia, come emerso da un sondaggio presentato in occasione degli Stati Generali della Prevenzione di luglio scorso e citato dal ministro. Che ha appunto rilanciato: "Ma la prevenzione deve iniziare proprio quando si sta bene. In particolare la diagnosi precoce del tumore alla mammella è cruciale perché migliora la qualità della vita e aumenta la possibilità di guarigione che ha già raggiunto tassi elevati soprattutto quando la malattia è individuata negli stadi iniziali".

IL DATO CONFORTANTE 
"Il dato confortante – è stato il tasto su cui ha battutto Francesco Schittulli, presidente della Lilt, Lega italiana per la lotta contro i tumori – è la guaribilità all’'80%" dal tumore al seno. Anche se, ha aggiunto, "potremmo arrivare al 98% solo se oggi mettessimo in atto tutto quello che è di nostra conoscenza, a livello di prevenzione primaria e secondaria". C’è però anche l’altra faccia della mela: "Un quarto delle nostre donne che sviluppa il cancro alla mammella– ha evidenziato Schittulli - ha meno di 50 anni".

"LA PREVENZIONE È IL MIGLIOR FARMACO"
"Fare prevenzione significa utilizzare il miglior farmaco che abbiamo a disposizione per vivere meglio e più a lungo", ha osservato Campitiello. "Il Dipartimento ci crede tantissimo, a tal punto da investire oltre 3 milioni di euro del Pnrr nel Prevention Hub”, ha aggiunto. Prima di ricordare come oggi soprattutto le donne facciano sempre meno prevenzione: "Soltanto il 10-11% delle donne italiane dichiara di provvedere alla propria persona" e sottolineare l’importanza di superare questo gap.

L’IMPEGNO LILT
"Oggi il tumore al seno registra oltre 60.000 nuovi casi ogni anno: numeri impressionanti se rapportati alla popolazione. Da sindaco di un comune della provincia di Biella, posso testimoniare quanto l'impegno di Lilt abbia permesso di salvare tante vite, raggiungendo persone che non avrebbero avuto la possibilita' di sottoporsi a visite per ragioni economiche o logistiche", ha detto Roberto Pella, vicepresidente Anci con delega alla salute. Quindi, soffermandosi sul ruolo dei comuni ha aggiunto: "Il tema della prevenzione è fondamentale. Come amministrazioni comunali siamo la parte più prossima ai cittadini e insieme a chi della prevenzione ha fatto la propria bandiera possiamo agire per incrementare la sensibilizzazione sul tema. Siamo pronti a collaborare al massimo per veicolare, con questa campagna, il messaggio a tutte le donne che magari seguono poco i mezzi di comunicazione, con iniziative sul territorio dei nostri Comuni", ricordando il protocollo di intesa tra Anci e Lilt firmato lo scorso giugno. 

LO SFORZO DA FARE
"Lo sforzo – ha tirato le somme infine Schillaci - è quello di garantire a tutte le cittadine e i cittadini di accedere a servizi sanitari di elevata qualità, alle innovazioni più avanzate, perché la cultura della prevenzione sia patrimonio di tutto il territorio nazionale. Basti pensare che in diverse Regioni lo screening alla mammella è stato offerto anche a una fascia d’età più ampia, dai 45 ai 74 anni e l’obiettivo è ora quello di estendere questo screening ‘allargato’ in modo uniforme in tutta Italia. In questa direzione vanno le risorse che abbiamo stanziato con il decreto Milleproroghe per il 2025 e il 2026", ha concluso. Non senza sottolineare l’importanza per chi abbia "dei fattori genetici" e quindi una certa predisposizione di "“effettuare assolutamente lo screening anche in età più precoce".

 

 

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