Cure palliative, il Parlamento va in pressing per rafforzarle
Tre le risoluzioni a firma FdI, Pd e M5s approvate in commissione Affari sociali della Camera per sollecitare Governo e Regioni a una piena applicazione della legge, ancora attuata a macchia di leopardo. Ne parlano a Nursind Sanità i primi firmatari Ciocchetti, Malavasi e Quartini

Sulle cure palliative e la terapia del dolore il nostro Paese ha una legislazione avanzata, ma poco applicata o comunque applicata in modo non uniforme, per cui il diritto a non soffrire non è sempre garantito. I dati della Società italiana di cure palliative evidenziano che su 590mila adulti che avrebbero necessità di queste cure solo uno su quattro ne ha effettivo accesso e il diritto è garantito essenzialmente solo a chi ha davanti a sé pochi giorni di vita. Per questo la Camera dei deputati si muove con tre risoluzioni, approvate mercoledì scorso in commissione Affari sociali, che vogliono spingere il ministero della Salute e le Regioni a dare piena attuazione alla legge 38 del 2010.
LA RISOLUZIONE FDI
Il primo testo è stato presentato dal deputato di FdI e vicepresidente della commissione Affari sociali, Luciano Ciocchetti, cui si sono poi affiancati i contributi di Pd e M5S. In commissione non si è riusciti purtoppo ad arrivare a un testo unico pur trattandosi di atti molto simili, che, con qualche modifica chiesta dal governo, sono stati tutti approvati.
Il cuore dell'iniziativa parlamentare riguarda l'implementazione delle cure palliative, erogate nei circa 300 hospice per i pazienti terminali e della terapia del dolore per i malati cronici. Il primo firmatario del testo FdI Ciocchetti spiega a Nursind Sanità che la risoluzione serve a "stimolare il governo, le Regioni e le aziende sanitarie locali a un maggiore impegno su un tema di civiltà. La legge del 2010 è applicata a macchia di leopardo".
L'Italia ha fatto uno sforzo importante sul fronte delle cure palliative. A 15 anni dall'entrata in vigore delle 'Disposizioni per garantire l'accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore' in quasi in tutte le Regioni, spiega il deputato, "sono sorti gli hospice ed è garantita l'assistenza domiciliare per i malati terminali, anche se ancora non si coprono tutte le esigenze, soprattutto nelle aree interne. Questo è un aspetto della legge che che va ulteriormente esteso, impegnando le Regioni ad aprire o accreditare nuove strutture".
Il forte ritardo riguarda piuttosto le terapie del dolore, necessarie non nella parte finale della vita, ma a chi ha una malattia cronica. "Ci sono pochissimi ambulatori, nel territorio e negli ospedali - spiega Ciocchetti - che diano supporto ai malati che devono convivere con il dolore. Parliamo di persone affette da diverse patologie, a cui vanno garantite terapie farmacologiche e dispositivi che possono alleviare il dolore".
C’è poi il grande tema dell''ospedale senza dolore'. "Se vengo operato o ricevo una prestazione sanitaria la struttura deve assicurare che non provo dolore. Anche in questo caso le possibilità per farlo ci sono, ma quasi nessuno in ospedale le mette in campo", sottolinea Ciocchetti.
Il suo testo, quindi, impegna il governo a "promuovere l'istituzione di servizi di cure palliative su tutto il territorio nazionale, garantendo la presenza di équipe specialistiche di palliativisti negli ospedali di base e di primo livello", a potenziare "le reti di terapia del dolore". E, infine, a "promuovere una cultura della prevenzione e della cura del dolore cronico in tutte le sue forme".
C'è però anche il capitolo formazione che, spiega il deputato di FdI, "va estesa a tutti gli operatori sanitari e fatta regolarmente, perché ci sono sempre nuovi farmaci o dispositivi che bisogna saper usare". Nella risoluzione, su questo punto, si chiede di inserire "maggiormente la terapia del dolore nei percorsi universitari delle Facoltà di medicina, farmacia e altre professioni sanitarie e nei piani di studi delle scuole di specializzazione".
LA RISOLUZIONE PD
Le altre due risoluzioni, come detto, arrivano dall’ opposizione. La prima firmataria di quella del Pd è la deputata Ilenia Malavasi per la quale l'approvazione dei testi "è un fatto molto positivo. Nonostante l'ultima relazione al Parlamento sull'attuazione della legge 38 del 2010 risalga al 2019 (riferita agli anni 2015-2017) si tratta di una tematica molto attuale. Il nostro Paese - sottolinea la parlamentare al nostro giornale - ha una legislazione avanzata, che ha visto una maggiore attuazione per la parte relativa alle cure palliative rispetto al dolore cronico. Abbiamo poi posto l'accento sulla necessità di maggiore formazione a partire dai percorsi universitari e specialistici, fino al personale sanitario e socio sanitario per una diffusione capillare delle competenze". Sul tema della formazione Malavasi non è soddisfatta perché il governo "non ha rilevato la necessità di potenziamento, scaricando su Regioni e aziende sanitarie questo compito".
LA RISOLUZIONE M5S
Infine, il terzo testo è quello presentato dal deputato del M5S Andrea Quartini che pone l'accento sulla mancanza di personale e risorse, esprimendo, durante la discussione in commissione, "disappunto per il parere contrario sulle premesse che pongono l’accento sulla carenza di personale sanitario esperto in cure palliative, che è di tutta evidenza". A farne le spese soprattutto i pazienti in età pediatrica visto che, come riporta la risoluzione, queste cure "sono garantite oggi solo al 15-18% dei bambini". Sul fronte finanziamenti Quartini indica una carenza per queste cure che si aggira "attorno ai 75 milioni secondo le stime più ottimistiche, 100 milioni secondo le più pessimistiche. È una cifra ingente in termini assoluti, ma irrisoria se comparata alla spesa sanitaria totale". Per il deputato pentastellato "l’assenza della volontà di reperirla costituisce un vero e proprio vulnus dello Stato sociale, costretto ad appoggiarsi sempre più sul lodevole lavoro delle associazioni, che non possono però – conclude - farsi integralmente carico delle falle del Servizio sanitario nazionale".
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