02 Ottobre 2025

Dal Cdm via libera al contratto della sanità

L'ipotesi di accordo riguarda oltre 581mila dipendenti del comparto con un incremento medio di 172 euro mensili. La firma definitiva potrebbe arrivare entro ottobre. Con il Dpfp il governo punta a recuperare 2-3 miliardi in più per il Fsn

Di U.S.V.
Dal Cdm via libera al contratto della sanità

Il Consiglio dei ministri che vara il Dpfp, il Documento programmatico di finanza pubblica, è anche quello che dà il via libera all’ipotesi di contratto dell’area funzioni centrali e del comparto della sanità relativi al triennio 2022-2024, e per il comparto della Presidenza del consiglio dei ministri per il triennio 2019-2021. A questi si aggiunge l’ipotesi del contratto collettivo nazionale quadro per la definizione dei comparti e delle aree di contrattazione collettiva nazionale per il triennio 2025-2027.

In particolare, il contratto della sanità è rivolto a 581.148 dipendenti con un incremento medio mensile di 172 euro per 13 mensilità. A questo punto, dopo il via libera del Cdm è atteso l'ultimo passaggio in Corte dei conti (al massimo 15 giorni lavorativi), prima della firma definitiva del Ccnl. Presumibilmente nell'ultima settimana di ottobre.

“Si tratta di un passaggio fondamentale che riconosce il valore delle nostre persone. Con i 20 miliardi stanziati in due leggi di bilancio garantiamo una continuità contrattuale come non è mai accaduto nella storia repubblicana”, spiega a margine del Cdm il ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo. Poi aggiunge: “Con l’accordo quadro per la definizione dei comparti e delle aree per il triennio 2025-2027 rispettiamo l’impegno preso di recuperare il ritardo accumulato dai precedenti governi. Una attenzione verso le nostre persone sempre più necessaria per potenziare le amministrazioni e sostenere la crescita del Paese”.

Già la settimana scorsa il presidente Aran, Antonio Naddeo, aveva anticipato: “Si chiude il 2022-2024 con l'obiettivo di avviare al più presto la tornata contrattuale 2025-2027 che dovrebbe partire a gennaio 2026. Si sta già lavorando sugli atti di indirizzo per le funzioni centrali, ma adesso con la sottoscrizione definitiva del comparto sanità si potrà lavorare anche sul nuovo atto di indirizzo e perciò garantire che la continuità dei contratti”. Poi aveva ricordato come “il passaggio degli adempimenti che bisogna fare per avviare la tornata contrattuale oltre a quella degli atti di indirizzo è la certificazione della rappresentatività che arriverà nei primi giorni di novembre”.

Invece, sul fronte del Dpfp, che sostituisce la NaDef secondo le nuove regole europee di contabilità, il capitolo salute vede il governo perseguire l’obiettivo di integrare la dote del Fondo sanitario nazionale con una cifra tra 2 e 3 miliardi di euro. Il ministro Orazio Schillaci si è detto convinto che “ci saranno ulteriori risorse che si aggiungono ai 4 miliardi già previsti” dalla manovra dell’anno scorso. Le direttrici di intervento riguardano il rafforzamento del personale, soprattutto per quanto riguarda gli infermieri (ne mancano almeno 65mila), l’assistenza territoriale, la prevenzione e ovviamente il taglio delle liste d’attesa.


Sempre più vicini ai nostri lettori.
Segui Nursind Sanità anche su Telegram