08 Ottobre 2025

"Fondi alle professioni sanitarie con un reclutamento difficile"

Il ministro dell'Economia Giorgetti, in audizione sul Dpfp, replica a deputati e senatori delle commissioni Bilancio: "Confermo la volontà di integrare le risorse". Poi attacca sul payback: "Ereditate situazioni difficili". I punti salienti del documento

Di U.S.V.
"Fondi alle professioni sanitarie con un reclutamento difficile"

Non fornisce cifre precise il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Ma in audizione sul Documento programmatico di finanza pubblica replica alle domande di deputati e senatori delle commissioni Bilancio di Camera e Senato: “Sulla sanità confermo la volontà del governo di integrare ulteriormente il già cospicuo aumento previsto a legislazione vigente”.  Le linee d’intervento riguardano “diversi tipi di aspettative” come “la riduzione delle liste d’attesa” o “il premio a professioni sanitarie in particolare difficoltà di reclutamento”, con un chiaro riferimento agli infermieri.

Poi Giorgetti mette le mani avanti: “Ricordo che noi abbiamo anche un problema come quello del payback che proviene dal passato, su cui il governo quest’anno ha messo un miliardo per coprire una situazione difficile ereditata dal 2019”. Insomma, sulla spesa sanitaria ci sono “dinamiche per cui corriamo dietro a sistemi che non hanno funzionato a sufficienza”, conclude l’inquilino di Via XX Settembre.

Andando invece alle carte ed entrando nel merito del documento, lo stesso Giorgetti, nella premessa, scrive che “si garantirà un ulteriore rifinanziamento del fondo sanitario nazionale” e aggiunge che la spesa sanitaria è destinataria di risorse definite “rilevanti”. Poi, però, sui numeri effettivi nemmeno il Dpfp si sbilancia rispetto al quadro programmatico e snocciola solo quelli a legislazione vigente. La spesa sanitaria salirà dai 144 miliardi di quest’anno ai 155,7 miliardi del 2028, il 6,4% del Pil. In compenso, il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha già gettato il cuore oltre l’ostacolo e dichiara da diversi giorni di puntare a una dote da oltre 2 miliardi di risorse fresche nella manovra 2026.

Tra i ddl collegati alla legge di Bilancio, poi, il documento cita la delega al governo per l’adozione di misure in materia di riorganizzazione dell’assistenza territoriale e revisione del modello organizzativo del Servizio sanitario nazionale. E ricorda la già varata delega di riordino delle professioni sanitarie, che interviene anche sulla responsabilità penale dei medici. Oltre al riordino della legislazione farmaceutica.

Più avanti, dopo un riepilogo di alcuni degli interventi già realizzati, il documento rivela che “sono in corso, infine, valutazioni circa la rivisitazione dei criteri di riparto delle risorse per la copertura dei fabbisogni standard nel settore sanitario”. Lo scopo è anche di “rendere coerenti gli indicatori utilizzati con quanto previsto nel Nuovo sistema di garanzia (Nsg), con l’evoluzione intervenuta nei sistemi di monitoraggio dell’assistenza sanitaria garantita”.

Rispetto alla transizione digitale, spinta del Pnrr, si punta infine al Piano Sanità Connessa, che prevede il collegamento veloce dell'80% dei presidi sanitari previsti dal target europeo in numero di 8.700. Il piano mira a velocità simmetriche di almeno 1 giga e fino a 10 giga; al 31 agosto 2025 risultavano attive 6.950 strutture.

 

 

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