10 Ottobre 2025

Tre adulti su quattro si sentono bene o molto bene

La qualità della vita in relazione alla salute rappresenta un importante indicatore in sanità pubblica. Ecco tutti i dati Iss

Di NS
Foto di Richard Sagredo
Foto di Richard Sagredo

In Italia il 74% degli adulti di 18-69 anni di età da un giudizio positivo della propria salute generale dichiarando di sentirsi “bene” o “molto bene”; una piccola percentuale (meno del 3%) riferisce di sentirsi “male” o “molto male”, mentre la restante parte dichiara di sentirsi “discretamente”. Sono alcuni dei dati forniti dall'Istituto superiore di sanità, emersi dalla sorveglianza Passi dedicata alla popolazione adulta sull’ultimo biennio di raccolta dati 2023-2024.
Inoltre gli intervistati in media dichiarano di aver vissuto quasi cinque giorni in cattive condizioni di salute nel mese precedente l’intervista e in particolare più di due giorni per problemi di salute fisica (per malattie o conseguenze di incidenti) e quasi tre giorni per problemi legati alla sfera psicologica (problemi emotivi, ansia, depressione o stress); poco più di 1 giorno al mese è a causa di questi problemi sono hanno avuto reali limitazioni nel normale svolgimento delle proprie attività. 
 

I FATTORI CHE INFLUENZANO LA PERCEZIONE DELLO STATO DI SALUTE
La qualità della vita in relazione alla salute (Health-Related Quality of Life – HRQL) rappresenta un importante indicatore in sanità pubblica come nella ricerca clinica che consente di valutare lo stato di benessere complessivo degli individui . È influenzata in modo complesso dalla salute fisica e mentale, dal benessere funzionale e cognitivo, ovvero alla capacità di agire e prendere decisioni in modo autonomo, dal benessere emotivo e sociale, che può spaziare dalla partecipazione alla vita sociale alla qualità delle relazioni interpersonali, dal contesto sociale e culturale in cui si vive al sistema di valori di appartenenza del singolo. Anche le condizioni socioeconomiche, l’ambiente di vita e di lavoro, la sicurezza e l’accesso ai servizi sanitari e più in generale la soddisfazione dei bisogni di welfare (istruzione, lavoro, sanità, infrastrutture) sono tutti aspetti che giocano un ruolo cruciale nella percezione soggettiva del benessere.

 

DATI PEGGIORI TRA SOGGETTI CON PATOLOGIE CRONICHE
I dati Passi mostrano  che la salute percepita e gli Unhealthy Days  peggiorano fra le persone con patologie croniche (fra le quali solo il 46% ha una percezione positiva del proprio stato di salute generale, e fra le quali salgono a 8 i giorni vissuti nel mese precedente l’intervista in cattive condizioni di salute fisica e/o psicologica) o fra le persone con sintomi depressivi (fra quali solo il 38% giudica positivamente il proprio stato di salute generale) o fra le persone socialmente più svantaggiate per bassa  istruzione (7 fra chi ha al più la licenza elementare vs 4 fra i laureati) o per difficoltà economiche (9 fra chi ha molte difficoltà economiche  vs 4 fra chi non ne ha).
Anche età e genere giocano un ruolo rilevante sulla qualità di vita in relazione alla salute, per cui sia il giudizio sulla propria salute generale che gli Unhealthy days sono peggiori all’avanzare dell’età e fra le donne rispetto agli uomini.
 

QUALITÀ DI VITA TRA OVER 65
Per quanto riguarda la qualità di vita fra gli ultra65enni i dati da Passi d’Argento nel biennio 2023-2024 rilevano che il 91% delle persone intervistate giudica positivo o discreto il proprio stato di salute generale: il 45% dichiara di sentirsi “bene” o “molto bene” e il 46% di sentirsi “discretamente”; il restante 9% invece ne dà un giudizio negativo, riferendo che la propria salute “va male” o “molto male”. Dichiarano di aver vissuto mediamente 7 giorni in cattiva salute nel mese precedente l’intervista: 4 giorni per motivi legati problemi di salute fisica, 3 giorni per motivi legati a problemi nella sfera psicologica; quasi 3 giorni sono stati vissuti con reali limitazioni nel normale svolgimento delle attività abituali a causa di questi problemi.
Il numero medio di giorni in cattiva salute totale è maggiore fra le persone con un almeno una patologia cronica (9 vs 5 giorni fra chi è libero da patologie croniche), fra le persone con molte difficoltà economiche (14 giorni vs 6 giorni fra chi non ha difficoltà economiche), fra le persone meno istruite (8 fra chi ha al più la licenza elementare vs 6 giorni fra i laureati); è inoltre più alto fra le donne rispetto agli uomini (8 vs 5 giorni) e aumenta con l’età (da 6 giorni fra i 65-74enni a 9 giorni fra gli ultra 85enni).

 

 

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