Salute mentale: atenei in campo per il benessere degli studenti
Secondo gli studi internazionali, il 35% di loro ha sperimentato almeno un disturbo psicologico nel corso della vita, il 31% negli ultimi 12 mesi. In Italia mancano dati solidi sul tema. Da qui è nato il progetto Health Mode On, rete nazionale di università e istituti musicali coordinati dall'Università di Pavia. Tutti i dettagli

Disturbi d’ansia, depressione, consumo problematico di alcol e sostanze, solitudine. I dati degli studi internazionali parlano chiaro: tra le studentesse e gli studenti universitari, la salute mentale è una priorità emergente. Il 35% ha sperimentato almeno un disturbo mentale nel corso della vita, il 31% negli ultimi dodici mesi. Numeri che impongono una riflessione seria, e che richiedono risposte coordinate, scientificamente fondate, sostenibili. E in Italia mancano ancora dati solidi sulla popolazione universitaria.
IL PROGETTO HEALTH MODE ON
Da questo vuoto di conoscenza è partito lo scorso anno il progetto Health Mode On, una rete nazionale di università e istituti di alta formazione coordinata dall’Università di Pavia, riunita il 13 e 14 ottobre a Pavia per un importante evento di restituzione pubblica del lavoro. Tanti i partner coinvolti tra università e istituti di alta formazione musicale: l'Università di Pisa, la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, l’Università degli Studi di Udine, l’Università Vita-Salute San Raffaele, l’Università del Piemonte Orientale e i conservatori Pietro Mascagni di Livorno, Giuseppe Verdi di Milano e Antonio Vivaldi di Alessandria.
“Negli ultimi anni l’università è tornata a interrogarsi su cosa significhi davvero benessere – sottolinea Cesare Zizza, Prorettore alla Persona dell’Università di Pavia -. Non solo assenza di disagio, ma possibilità di vivere, studiare e crescere in un ambiente che non isoli e non lasci indietro nessuno. Il benessere non è un tema per esperti, ma una dimensione costitutiva della vita accademica. Non possiamo chiedere agli studenti di eccellere se non riconosciamo il diritto alla fragilità come parte della crescita. Il nostro compito è costruire spazi dove chiedere aiuto sia un segno di fiducia e il silenzio diventi ascolto”.
L'OBIETTIVO
Il progetto Health Mode On prende le mosse da una fase di indagine su larga scala, basato su modelli sviluppati dall’OMS e dalla Harvard Medical School, che coinvolgerà migliaia di studenti e studentesse. Obiettivo: comprendere la diffusione e le cause del disagio psicologico, esplorare stili di vita e comportamenti a rischio, individuare fattori di protezione e risorse. I dati raccolti, basati su strumenti internazionali validati, rappresentano una bussola fondamentale per orientare gli interventi.
“Conoscere davvero la dimensione e i determinanti della salute degli studenti è il primo passo per prendercene cura in modo serio, mirato, responsabile – commenta Anna Odone, ordinaria di Igiene Generale e Applicata all’Università di Pavia e coordinatrice del progetto Health Mode On -. Senza dati solidi e rappresentativi, il rischio è agire a tentoni, con interventi generici o inefficaci. Health Mode On nasce proprio per colmare questo vuoto di conoscenza, raccogliendo evidenze affidabili che possano guidare scelte concrete, su misura per i bisogni reali della popolazione studentesca".
GLI INTERVENTI
A partire da queste evidenze, Health Mode On sviluppa interventi integrati per migliorare la qualità della vita nei campus. Counseling, attività musicali e culturali, sport, prevenzione delle dipendenze. “Ogni componente è pensata per rispondere a bisogni diversi, spesso intrecciati - continua Odone - E intervenire in modo integrato significa tenere insieme evidenze scientifiche e bisogni soggettivi, contesto e persona. L’obiettivo è costruire un modello accessibile, innovativo, sostenibile, capace di connettere anche università, territori e servizi sanitari”.
I dati raccolti diventano linee guida per progettare interventi mirati, coerenti con i bisogni reali, e rivolti all’intera comunità accademica. Il gruppo di lavoro dedicato agli interventi sta sperimentando un modello multifunzionale, che integra livelli differenziati di intervento che vanno dalla disseminazione di una cultura del benessere, al counseling psicologico, agli interventi clinici, in sinergia con attività sportive, musicali e culturali e, laddove possibile, in collaborazione con il Servizio sanitario nazionale e le realtà territoriali.
LA FORMAZIONE
Un’attenzione particolare è rivolta alla formazione. Il progetto prevede percorsi rivolti a docenti, tutor, personale delle residenze e della vita universitaria. Da svariati fronti si stanno portando avanti moduli formativi basati sulla mindfulness, pensati per gli studenti. Inoltre un nuovo percorso online, accessibile in modalità auto-aiuto, dedicato alla promozione del benessere psicologico e della resilienza. Gli strumenti pratici offerti possono essere integrati nella vita universitaria quotidiana.
IL RUOLO DEI CONSERVATORI
Anche i Conservatori di musica giocano un ruolo cruciale nel progetto Health Mode On. In un contesto altamente competitivo e performativo come quello della formazione musicale, la promozione della salute mentale diventa imprescindibile. Il Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano, tra i partner del progetto, ha già avviato una serie di iniziative volte al benessere psico-fisico degli studenti, tra cui laboratori di mindfulness, Feldenkrais e musicoterapia, attività counseling psicologico, ma anche un progetto di educazione posturale e di ergonomia.
“La fragilità psicologica non è un’eccezione ma una componente diffusa nel percorso di formazione del musicista – sottolinea Alfredo Raglio, docente e referente del Conservatorio di Milano per il progetto. - Il nostro obiettivo è offrire strumenti concreti per affrontare ansia da performance, perfezionismo e isolamento, che troppo spesso restano sommersi. Health Mode On rappresenta per noi l’occasione di sviluppare un nuovo approccio formativo, dove eccellenza artistica e benessere possano convivere”.
I PROSSIMI PASSI
Health Mode On nei prossimi mesi, vuole crescere non solo come un progetto, ma come una visione condivisa: l’università come luogo in cui nessuno si senta solo di fronte alle difficoltà, dove benessere e diritto allo studio camminano insieme. Attraverso il lavoro di rete tra atenei e conservatori italiani, il progetto intende sviluppare modelli di inclusione e consapevolezza che possano avere un impatto duraturo. Health Mode On è stato selezionato nell’ambito dell’iniziativa PRO-BEN del Ministero dell’Università e della Ricerca (Mur), che finanzia interventi innovativi per migliorare la qualità della vita all’interno degli atenei e negli istituti di alta formazione italiani.
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