Oblio oncologico, il decreto che ancora manca sul reinserimento professionale
La deputata di Italia viva Boschi in pressing sull'esecutivo: "Ritardo inaccettabile, il governo sblocchi il provvedimento". La ministra del Lavoro Calderone rassicura: "Procedura complessa, ma il testo sarà emanato tempestivamente". Rimane il nodo dell'invarianza di spesa. I dettagli
A due anni di distanza dall'approvazione in Parlamento della legge sull'oblio oncologico, la n.193 del 2023 che prevede misure per assicurare pari opportunità in ambito lavorativo a chi è o stato affetto da un tumore, manca ancora all'appello un importante decreto attuativo sulle politiche attive per il reinserimento professionale oltre che sullla riqualificazione anche retributiva dei soggetti oncologici. A chiederne conto oggi in Aula alla Camera durante il question time è stata la deputata di Italia viva Maria Elena Boschi, interrogando la ministra del Lavoro, Marina Calderone. "È inaccettabile che dopo due anni dall'approvazione della legge sull'oblio oncologico manchi ancora la parte riguardante politiche attive per il reinserimento professionale e per la riqualificazione anche a livello retributivo, di chi è guarito da una malattia oncologica e di chi sta ancora affrontando la malattia". ha sottolineato la parlamentare. Per poi incalzare l'esecutivo: "Parliamo di una legge votata all'unanimità dal Parlamento, una norma di civiltà che tutela milioni di persone guarite da un tumore o ancora in cura, garantendo loro pari diritti nei concorsi e nel lavoro. Ma il decreto del ministero del Lavoro, di concerto con il ministero della Salute, atteso entro il luglio del 2024, ancora non c'è e il bando per ascoltare le associazioni è arrivato solo a ottobre dello scorso anno, da allora più nulla". E poi ancora:"Non si possono tenere in sospeso milioni di italiani che chiedono solo rispetto e opportunità. Le associazioni sono pronte, il Parlamento ha fatto la sua parte. Ora tocca al governo: sblocchi subito una legge che rappresenta un orgoglio per il nostro Paese e una speranza per milioni di famiglie. Serve un segnale immediato, non promesse".
Dalla ministra Calderone sono arrivate le rassicurazioni: il decreto, ha spiegato, "è in fase di definizione ultima e sarà tempestivamente" emanato. Calderone ha parlato di una "attività istruttoria" che è "risultata particolarmente complessa" anche per via della "previsione normativa dell’invarianza finanziaria richiesta per l’adozione di misure di politica attiva". Un tasto, quello dell'invarianza di spesa, che però non è passato inosservato in Aula. Tant'è che Boschi ha subito rilanciato: "Ci parla di invarianza di risorse - ha replicato rivolgendosi alla ministra - ma è stato il governo a chiederla. Noi siamo disponibili già in questa legge di Bilancio a mettere le risorse se l'esecutivo apre i cordoni della borsa". Proprio domani si apre in Senato l'iter sulla manora, vedremo se la proposta di Iv si farà strada.
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