04 Novembre 2025

Influenza e virus respiratori, cosa dobbiamo aspettarci?

L'Istituto superiore di sanità pubblica il primo bollettino della stagione. Nell'ultima settimana di ottobre sono 427mila i casi stimati di infezioni acute. I numeri anche dell'autunno 2024-2025. Gli esperti insistono: "Prevenire con i vaccini"

Di NS
Foto di Semevent
Foto di Semevent

Puntuale, come ogni anno, l’appuntamento con l’influenza e i virus respiratori non salta. Che cosa dobbiamo aspettarci e soprattutto quali sono le fasce d’età più esposte? In nostro soccorso arriva il primo bollettino dell’Istituto superiore di sanità. Sono 427mila i casi stimati di infezioni respiratorie acute nella settimana dal 20 al 26 ottobre, secondo il rapporto della stagione della sorveglianza RespiVirNet.
L’incidenza totale nella settimana analizzata è pari a 7,36 casi per 1.000 assistiti, leggermente più alto ma sostanzialmente in linea con le stagioni precedenti. L’incidenza più elevata si osserva nella fascia di età 0-4 anni, con circa 18 casi per 1.000 assistiti. L’intensità è bassa o al livello basale per tutte le regioni tranne la Basilicata, dove invece è media.

L'ANDAMENTO DEI CASI
“Al momento il numero di casi rilevato si può considerare in linea con quello della scorsa stagione, nonostante la nuova definizione di caso più ampia renda difficile fare un confronto diretto”. In effetti, come informa l’Iss, da quest’anno la sorveglianza prende in considerazione le Ari (Infezioni respiratorie acute) e non le Ili (Influenza like sindrome, sindromi simil influenzali).  Una definizione più ampia in quanto le Ili prevedono la coesistenza di un sintomo respiratorio (tosse, mal di gola) con uno sistemico (malessere, dolori muscolari), mentre le Ari si limitano alla coesistenza di uno tra tosse, mal di gola, difficoltà respiratoria, Coriza (raffreddore, naso che cola).
“È presto per stimare quale sarà l’andamento della stagione – sottolinea Anna Teresa Palamara, che dirige il dipartimento di Malattie infettive dell’Iss -, ma ricordiamo che questo è il momento più adatto per vaccinarsi, per avere la massima protezione quando il numero di casi inizierà a salire, soprattutto per le persone più fragili”.
Una stima la fa invece Silvio Tafuri, Ordinario di Igiene generale e applicata presso l’Università degli studi di Bari Aldo Moro, secondo il quale  “sulla base dei dati che arrivano dall’Australia, dove l’epidemia stagionale di influenza si colloca nell’inverno meteorologico (nei mesi della primavera-estate dell’emisfero nord), possiamo prevedere che quest’inverno avremo a che fare con virus che potrebbero causare un notevole impatto epidemiologico e una maggiore frequenza di quadri clinici severi, rispetto alle stagioni precedenti”. 

I NUMERI DELLA STAGIONE 2024-2025 
Come era andata nella passata stagione? “Durante la quarta settimana del 2025, l’incidenza delle sindromi simil-influenzali in Italia ha raggiunto la soglia di alta intensità, con 17,3 casi ogni 1.000 assistiti: un dato che segna il picco della stagione e conferma l’ampia diffusione del virus”, ha spiegato ancora Tafuri.
Nel dettaglio, nella stagione 2024-2025 in Italia il virus influenzale ha colpito quasi 4 milioni di persone, il 23% dei 16 milioni e 129mila casi stimati di sindromi simil-influenzali. Come è noto, l’influenza stagionale può colpire chiunque, ma è risaputo anche che rappresenta un rischio particolare per le fasce più fragili, tra cui i bambini, gli anziani e le persone immunocompromesse. Prevenire l’influenza risulta fondamentale sia per proteggere la salute dei bambini sia per limitare la diffusione del virus. Uno degli strumenti più efficaci per prevenire il contagio, ridurre gli effetti secondari e limitare la circolazione del virus nella comunità è rappresentato dalla vaccinazione. Per i bambini – indicata dai 2 ai 18 anni e rimborsata dai 2 ai 6 anni a livello nazionale – è disponibile, in particolare, una formulazione spray nasale, il vaccino vivo attenuato antinfluenzale (Laiv), che ha dimostrato di poter ridurre le ospedalizzazioni fino al 61%, e che elimina l’uso dell’ago consentendo una somministrazione semplice e ben tollerata, favorendo un’adesione più ampia alla campagna vaccinale. “La prevenzione rappresenta lo strumento più efficace per ridurre il rischio di contrarre l’infezione o per evitare di trasmettere il virus ad altri.  Le strategie preventive si articolano due livelli:  l’adozione di comportamenti e misure igienico-sanitarie volte a ridurre la trasmissione del virus – lavare regolarmente le mani, osservare una buona igiene respiratoria, evitare di toccarsi occhi, naso o bocca, rimanere a casa se si presentano sintomi, evitare il contatto stretto con persone con sintomatologia che può essere attribuibile all’influenza – e una protezione specifica, di natura preventiva, che si realizza attraverso la vaccinazione antinfluenzale. Tra i vaccini disponibili, uno degli strumenti con cui possiamo prevenire il contagio è il vaccino vivo attenuato (Laiv), che si distingue dai vaccini inattivati (IIV) perché contiene virus indeboliti, incapaci di causare la malattia, ma in grado di stimolare una risposta immunitaria simile a quella naturale”.

TUTTI I VIRUS CIRCOLANTI
Tornando al primo bollettino pubblicato dall’Iss, ci sono altri dati da tenere a mente. Per quanto riguarda la sorveglianza virologica si registra ancora un basso tasso di positività per i virus influenzali e per il Virus respiratorio sinciziale (Vrs) nella comunità. Tra i virus respiratori circolanti, i valori di positività più elevati sono stati rilevati per i Rhinovirus, per il Sars-CoV-2 e per i virus parainfluenzali. Nel dettaglio, durante la settimana 20-26 ottobre, il 2% del campione è risultato positivo al virus influenzale, quasi totalmente di tipo A, il 10% al Sars-CoV-2, lo 0,6% al Virus Respiratorio Sinciziale e i rimanenti sono risultati positivi per altri virus respiratori: 237 (21,1%) Rhinovirus, 48 (4,3%) virus Parainfluenzali, 42 Adenovirus, 9 Coronavirus umani diversi da SARS-CoV-2, 1 Bocavirus e 1 Metapneumovirus. 
Anche nel flusso ospedaliero i tassi di positività più elevati nei campioni di pazienti ricoverati sono stati rilevati per i Rhinovirus, seguiti dal Sars-CoV-2.

 

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