Infermieri, la ricetta di Schillaci per superare la crisi
Carenza di operatori, Schillaci annuncia 6300 nuovi posti e la necessità di un piano di reclutamento per rilanciare la professione sanitaria. Scopri la strategia del ministero
Il ministro della Salute Orazio Schillaci torna a parlare di personale che manca e a soffermarsi in particolare sulla carenza di infermieri che, non a caso, ha definito "un problema a parte". Intervistato a 'Basta la salute' su Rainews24 ha infatti sottolineato: "Gli infermieri mancano e abbiamo messo 6.300 posti in più, abbiamo superato il famoso tetto assunzionale. Le Regioni possono assumere infermieri e ne avranno 6.300 in più". Per poi aggiungere: "Ci vuole ora un programma, ben definito, per far sì che gli infermieri vengano assunti, ma insieme dobbiamo rendere più attrattiva la professione dell'infermiere". Quanto ai medici, Schillaci ha ribadito come in Italia non manchino "in numero assoluto. Mancano i medici per alcune specializzazioni. Abbiamo già dallo scorso anno messo più soldi per chi sceglie le specializzazioni più carenti. Però vorrei dare un dato positivo: le ultime rilevazioni testimoniano come quest'anno i giovani hanno scelto di più alcune specializzazioni che l'anno scorso per esempio avevano avuto dei numeri molto bassi, penso all'Emergenza Urgenza e all'Anatomia patologica".
"I CONTRATTI DEGLI OPERATORI SANITARI DA RIPORTARE ALL'INTERNO DEL MINISTERO DELLA SALUTE"
Sul fronte degli stipendi, invece, il responsabile del dicastero di Lungotevere Ripa ha affermato: "I salari è chiaro che andrebbero adeguati, però ogni volta che vado all'estero incontro medici, ricercatori italiani, operatori sanitari e il primum movens per andare all'estero non sono i soldi, è avere meno burocrazia e dei contratti di lavoro più flessibili. Per questo dico e ripeto – ha rilanciato Schillaci - che i contratti di lavoro degli operatori sanitari dovrebbero essere riportati all'interno del ministero della Salute. I giovani vogliono flessibilità, meno burocrazia, più possibilità di fare carriera".
IL NODO DEMOGRAFICO E DELLE DISEGUAGLIANZA TERRITORIALI
L’invecchiamento della popolazione e la medicina del territorio sono gli altri due grandi temi affrontati dal ministro insieme a quello della prevenzione e, quindi, dell’importanza di vaccinazioni e screening.
"La demografia è uno dei problemi sui quali noi abbiamo posto la massima attenzione da un po' di tempo al Ministero. Abbiamo il dovere di rispettare l'articolo 32 della Costituzione, che ci ricorda come il nostro Servizio sanitario nazionale deve essere universalistico, gratuito e deve guardare con particolare attenzione ai più deboli e più fragili. Ciò significa che noi vorremmo non solo che le italiane e gli italiani vivessero di più, ma che vivessero meglio: questo oggi spesso non avviene – è stata la riflessione dI Schillaci - a causa di tante malattie oncologiche, di malattie cronico-metaboliche che soprattutto impattano nelle persone più avanti con l'età". Secondo il ministro, "è inaccettabile che l'aspettativa di vita dipenda dal Cap, da dove uno risiede: questo non è giusto, non è corretto e va combattuto. È un qualcosa che purtroppo però avviene da anni in Italia, da almeno 15 anni. Noi vogliamo abbattere le diseguaglianze, rendere la sanità più uniforme, indipendentemente da dove uno abita e da quanto uno guadagna".
La spesa per i farmaci incide non poco sulle cure: solo lo scorso anno si è attestata sui 24 miliardi. "Con una popolazione anziana che invecchia, che ha tante malattie, dobbiamo puntare decisamente sulla prevenzione: è quello che abbiamo fatto nella legge di Bilancio. Noi vogliamo avere meno malati in futuro per poter curare meglio tutti quelli che hanno delle patologie, anche quando ci sono farmaci costosi che non possono non essere somministrati a tutti quelli che ne hanno bisogno".
LA PREVENZIONE UNA PRIORITÀ
Prevenzione, appunto. "Le vaccinazioni insieme agli screening rappresentano i capisaldi della prevenzione", ha evidenziato Schillaci, ricordando l’impegno in manovra per potenziare gli screening "che andiamo ad aumentare nella disponibilità gratuita in quest'ultima legge di Bilancio", ma sottolineando anche l’esistenza di "una differenza nord-sud inaccettabile sull'adesione agli screening. Dobbiamo puntare decisamente sulla prevenzione, screening oncologici, vaccinazioni e corretti stili di vita sin dalla prima infanzia".
Lo scoglio infine della medicina sul territorio: "Dobbiamo potenziare l'assistenza domiciliare, dobbiamo usare al meglio le nuove tecnologie e abbiamo investito in questo. Avere una medicina più moderna, con anche nuovi professionisti, e lo faremo all'interno del collegato alla finanziaria che abbiamo presentato in Consiglio dei ministri per rivedere la formazione professionale di tanti operatori sanitari", ha concluso.
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