L'allarme psicofarmaci ora si allarga ai minori
Il Rapporto OsMed 2024 dell'Aifa rivela consumi più che raddoppiati dal 2016 soprattutto tra gli adolescenti. Prevalgono gli antidepressivi. Rimangono elevati l'uso di antibiotici e il problema connesso della resistenza alle cure
Due priorità che guardano da vicino il futuro delle giovani generazioni. Il Rapporto OsMed 2024 sull'uso dei farmaci in Italia, pubblicato dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) e presentato oggi a Roma, mostra come l'uso di antibiotici si mantenga a livelli elevati, caratterizzato da una forte variabilità regionale (con il Sud in testa) e come la prescrizione di psicofarmaci sia aumentata del 4,1% nel 2024. Addirittura, secondo i dati, e i consumi in questo caso sono più che raddoppiati dal 2016, soprattutto nella fascia adolescenziale, tanto che il rapido trend di crescita impone di considerare la salute mentale dei giovani come una priorità nazionale, anche alla luce delle conseguenze della crisi pandemica. Sebbene si mantengano ancora su livelli bassi, in otto anni, si è passati da 20,6 confezioni per 1000 bambini (prevalenza pari allo 0,26%) nel 2016 a 59,3 confezioni per 1000 bambini (prevalenza dello 0,57%) nel 2024. Si tratta soprattutto di antipsicotici, antidepressivi e farmaci per l’ADHD.
IL NODO DELL'APPROPRIATEZZA PRESCRITTIVA
Con 16,9 dosi ogni 1000 abitanti al giorno, il consumo di antibiotici si mantiene elevato e suggerisce un'inadeguata appropriatezza prescrittiva che alimenta il rischio di antibiotico-resistenza. L'Aifa su questo punto ha ribadito ancora una volta l'urgenza di potenziare un lavoro di Antimicrobial Stewardship, cioè dei programmi che abbiano l’obiettivo di ottimizzare l'uso di questi farmaci.
LA SPESA FARMACEUTICA IN ITALIA
Secondo il Rapporto, la spesa farmaceutica totale ha raggiunto i 37,2 miliardi di euro, registrando un aumento del 2,8% rispetto al 2023. L'incremento è trainato principalmente dalla spesa pubblica, cresciuta del 7,7%, in gran parte a causa del rimborso di un numero crescente di terapie innovative e ad alto costo (incluse le terapie avanzate e i farmaci orfani) che hanno visto un forte incremento di volumi. Nonostante questi impegni, l’Italia mantiene una spesa pro capite sostanzialmente in linea con la media europea, registrando prezzi dei farmaci tra i più bassi nel confronto con i principali Paesi del continente.
Nel dettaglio, la spesa farmaceutica totale italiana, con un valore di 672 euro pro capite (627 se depurata dagli effetti del payback), è al di sotto di quella registrata in Germania (742 euro), Austria (733 euro) e Belgio (681 euro), al di sopra di quella di Portogallo (481 euro), Svezia (488 euro), Gran Bretagna (541 euro).
“Nonostante gli spazi di miglioramento che in diversi ambiti terapeutici sarebbe possibile colmare, la spesa pro capite italiana è sostanzialmente in linea con quella media europea, inferiore a quella di Germania, Francia, Spagna e di altri Paesi europei; e i prezzi sono molto più bassi rispetto a quelli medi europei", ha affermato il direttore tecnico-scientifico dell'Aifa, Pierluigi Russo. “Ambiti di rilevante attenzione – ha aggiunto – sono i nuovi antidiabetici, efficaci anche nella riduzione del peso, gli psicofarmaci in età pediatrica, le terapie avanzate (geniche e cellulari) e i farmaci orfani per il trattamento di malattie rare”.
IL CONSUMO GIORNALIERO DI FARMACI
I consumi nel 2024 si sono mantenuti stabili: in media, ogni cittadino ha assunto circa 1,9 dosi di farmaco al giorno. I medicinali per il sistema cardiovascolare si confermano al primo posto per consumo, seguiti da quelli per l'apparato gastrointestinale e metabolismo, mentre gli antitumorali e gli immunomodulatori guidano la classifica per spesa.
LO SCARSO APPEAL DEI FARMACI GENERICI
Un dato che incide sulla sostenibilità e sull'efficacia delle cure è lo scarso utilizzo dei farmaci equivalenti, che rappresentano solo il 31,6% dei consumi totali, collocando l'Italia al terzultimo posto in Europa. Questa riluttanza è particolarmente evidente nel Sud e Isole, dove i cittadini sostengono anche una maggiore compartecipazione alla spesa per acquistare il farmaco originale, evidenziando una correlazione tra basso reddito e spesa sanitaria privata più alta per scelta del medicinale.
L'ADERENZA AI MEDICINALI
L'incremento dei consumi è un fenomeno inevitabile nell'anziano, dove quasi il 97,4% degli over 65 riceve una prescrizione. Circa uno su tre assume almeno dieci principi attivi diversi, un fenomeno noto come politerapia cronica. Questa complessità terapeutica aumenta il rischio di scarsa aderenza alle cure, ossia l’incapacità di seguire correttamente la terapia prescritta. La scarsa aderenza è la principale causa di inefficacia del trattamento e si osserva in particolare con gli antidepressivi e i farmaci per i disturbi ostruttivi respiratori. Le donne e i pazienti nel Sud e Isole mostrano livelli di aderenza inferiori, sottolineando come le differenze regionali non riguardino solo la spesa, ma anche l'efficacia concreta delle cure.
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