18 Novembre 2025

Contratto sanità, via libera per 120mila medici e 17mila sanitari

Firmata la preintesa all'Aran. Il presidente Naddeo: "Si apre la strada all'avvio in tempi rapidi del negoziato 2025-2027". Contrari Fp Cgil e Fassid. Il ministro Zangrillo: " Altro obiettivo concreto di questo governo". Soddisfatte le Regioni

Di NS
Contratto sanità, via libera per 120mila medici e 17mila sanitari

È stato sottoscritto all'Aran, il Contratto collettivo nazionale di lavoro 2022-2024 per l’area della Dirigenza medica e sanitaria, che riguarda 137mila dirigenti, di cui 120mila medici e 17mila dirigenti sanitari non medici.
Le risorse complessive disponibili, pari a 1,2 miliardi di euro, come sottolinea la stessa Agenzia per la rappresentanza sindacale, assicurano un incremento medio del 7,27%, traducendosi in aumenti medi di circa 491 euro al mese per 13 mensilità e in arretrati medi stimati in 6.500 euro. La trattativa era cominciato il primo ottobre scorso, oggi la conclusione con la firma della pre intesa. Non hanno aderito Fp Cgil Medici e Fassid.
"La firma di oggi è arrivata  a poco più di un mese dall’avvio della trattativa. Si garantiscono incrementi economici significativi, compresi 6.500 euro medi di arretrati. Con il via libera di oggi si apre la strada all’avvio in tempi rapidi del negoziato per il triennio 2025-2027", chiosa il presidente Aran, Antonio Naddeo

Soddisfatte le Regioni: “Siamo felici di aver dato una prima, importante risposta agli oltre 137 mila dirigenti medici e sanitari sulle cui spalle si regge il Servizio Sanitario Nazionale”, dice a caldo Marco Alparone, presidente del Comitato di settore Regioni - Sanità. Tra le principali novità dell'accordo, ricordano le Regioni, anche il patrocinio legale in caso di aggressione da parte di terzi e il supporto psicologico. Le Aziende possono, inoltre, stipulare polizze per la copertura del rischio. E ancora, sono state introdotte norme volte a una semplificazione del periodo di prova e alla ricostituzione del rapporto di lavoro. “Abbiamo lavorato per garantire il riconoscimento professionale e il giusto equilibrio tra valorizzazione economica e qualità del lavoro - ha aggiunto Alparone -, privilegiando la parte fissa della retribuzione rispetto alla parte accessoria nel quadro di risorse previste da legge di bilancio”. 

Di "un altro obiettivo concreto raggiunto da questo governo", parla il ministro per la PA, Paolo Zangrillo. "Il rinnovo prevede aumenti decisi, nella linea già tracciata dall’esecutivo, con la volontà di incrementare il potere d’acquisto delle retribuzioni - aggiunge -. Il rinnovo del contratto 2022/2024 anche per i dirigenti sanitari assicura, grazie alle risorse complessive disponibili pari a 1,2 miliardi, un incremento del 7,27%, con aumenti medi di circa 491 euro al mese per 13 mensilità e in arretrati medi stimati in 6.500 euro. Altro elemento di grande soddisfazione è rappresentato dal fatto che la firma arrivi a poco più di un mese dall’avvio della trattativa. Unico rammarico è la mancata adesione, anche questa volta, della Cgil (seguita dalla Fassid) che continua in una logica, ora più che mai, dettata da obiettivi non sindacali, bensì politici”. 

È proprio Andrea Filippi, segretario nazionale Fp Cgil Medici e dirigenti Ssn a sottolineare l'amarezza del sindacato: "Siamo amareggiati e indignati per i 137.370 professionisti dell’Area Sanità che si sia deciso di interrompere precocemente, in solo 3 sedute, la trattativa per il rinnovo del Ccnl 2022-24”.“È preoccupante che, a fronte della fuga dai servizi sanitari ospedalieri e territoriali dei professionisti in cerca di rispetto del valore sociale della loro professione e di migliori condizioni di lavoro per migliorare la qualità delle cure offerte alla cittadinanza, si risponda con un contratto definanziato che non affronta temi centrali per l’organizzazione dei servizi". Nel mirino di Filippi "tanti i punti negativi che non possono essere accettati da chi nel recente passato era un ‘eroe’ e oggi è maltrattato e squalificato:  risorse contrattuali che impoveriscono le buste paga di ben 10 punti percentuali, con una perdita di 537 euro lordi medi mensili rispetto all’inflazione, un aumento tabellare di soli 92 euro lordi al netto dell’anticipo,  aumenti contrattuali degli incarichi, maggiori per le posizioni apicali ed in extramoenia, rispetto a quelle più basse da sempre sacrificate come quelle dei giovani e dei neoassunti,  indennità di specificità, seppur già finanziata da gennaio 2026, congelata fino al prossimo contratto e ancora non adeguatamente finanziata per i Dirigenti sanitari, mancato finanziamento dell’indennità di esclusività dei Dirigenti delle Professioni Sanitarie che attende da anni una soluzione. Con la firma di oggi si chiude una trattativa  che mortifica professionalmente ed economicamente le  lavoratrici ed i lavoratori della salute”.

Di tutt'altro avviso Aaroi-Emac che parla di "un passaggio significativo, poiché se da una parte segna la conclusione di una fase contrattuale, dall’altra apre immediatamente la strada verso la successiva nella quale sarà necessario affrontare e risolvere gli aspetti normativi rimasti inevasi".
"Il confronto che ha caratterizzato questa tornata contrattuale si è, infatti, concentrato in modo quasi esclusivo sul versante economico, rimandando alla prossima stagione 2025–2027 il lavoro sul piano normativo. In questo quadro, la principale richiesta dell’Aaroi-Emac fin dall’avvio della trattativa è stata quella di allocare il maggior numero possibile di risorse sulla parte fissa della retribuzione, con l’obiettivo di garantire un riconoscimento stabile e strutturale. Una richiesta accolta dalla controparte e che ha quindi reso possibile per l'Aaroi-Emac la firma dell’accordo", sottolinea la sigla sindacale. Prima di ribadire "l’esigenza di aprire quanto prima la trattativa per il prossimo contratto".

Anche Zangrillo guarda avanti: "C’è già la data, quella del 3 dicembre, quel giorno inizierà la trattativa per la tornata 2025/2027 per il rinnovo delle Funzioni centrali. Si tratta di una tempistica mai vista prima nella storia repubblicana. Perché grazie alle risorse già messe a disposizione dal governo è diventata realtà la possibilità di firmare i contratti del pubblico impiego nei termini previsti, creando così un percorso virtuoso nell’interesse dei lavoratori e dei cittadini”.

 

Sempre più vicini ai nostri lettori.
Segui Nursind Sanità anche su Telegram