Equo compenso e partite Iva: la ricetta Enpapi contro la carenza di infermieri
Secondo l'Ente nazionale di previdenza e assistenza delle professioni infermieristiche questa soluzione "consentirebbe al Ssn di poter contare in modo continuativo sul nostro personale qualificato, senza dover aumentare il tetto di spesa previsto"
“L’allarme sulla carenza di infermieri lanciato recentemente dal ministro Schillaci si può risolvere e siamo disponibili a dare il nostro contributo. Il problema, come anche il ministro avverte, non si risolve con la chiamata di personale dall’estero o, peggio, come sta succedendo in Puglia, con la sostituzione fino al 50% del personale infermieristico con operatori sociosanitari". A dirlo è Luigi Baldini, presidente di Enpapi
Il numero uno dell'Ente nazionale di previdenza e assistenza delle professioni infermieristiche prospetta quindi una soluzione a quella che in Italia (e non solo) è diventata ormai una vera e propria emergenza: "Gli infermieri ci sono, parliamo di decine di migliaia, immediatamente disponibili e pronti a mettersi a disposizione - spiega Baldini -. Se il problema sono le assunzioni, la soluzione c’è: autorizzare l’attivazione da parte delle aziende e degli enti dei rispettivi servizi sanitari regionali, di collaborazioni dirette tramite partita Iva. Questo consentirebbe al Ssn di poter contare in maniera continuativa e non occasionale sul nostro qualificato personale infermieristico senza dover aumentare ulteriormente il tetto di spesa previsto. Personale qualificato che, seppur non assunto direttamente, sarebbe integrato nel sistema di turnazione e avrebbe una retribuzione analoga a quella dei colleghi dipendenti". In questo senso, conclude, "l’applicazione della norma sull’equo compenso prevista dalla legge 49/2023 sarebbe fondamentale e senza dubbio sarebbe il segnale del giusto riconoscimento dell’importanza dei nostri professionisti e della delicatezza del loro compito”.
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