Sanità e manovra: flat tax per gli infermieri e più fondi al Ssn
Arrivano in Senato gli emendamenti segnalati su cui proseguirà la discussione della legge di Bilancio. FdI punta a incrementare le indennità di specificità, le opposizioni chiedono il riconoscimento del lavoro usurante per gli operatori della salute. Ecco le proposte salienti
Vista l’aria di rigore che tira sui conti pubblici, in Parlamento quasi nessuno prova a forzare i saldi della legge di Bilancio in discussione sul terreno sanitario, almeno nel centrodestra. Quasi, perché invece i due senatori di Forza Italia Claudio Lotito e Adriano Paroli infilano tra i segnalati un emendamento alla manovra che incrementa la dotazione aggiuntiva per il Ssn di ben 429 milioni di euro in ognuno dei tre anni del periodo 2026-2028 e alza il tetto della spesa farmaceutica per acquisti diretti dallo 0,20 allo 0,50%. Le risorse vengono pescate dal Fondo per interventi strutturali di politica economica, ma è una misura che difficilmente potrà avere uno sbocco concreto nel prosieguo dell’iter.
INFERMIERI: DALLA LEGA FLAT TAX AL 5% PER GLI STRAORDINARI
Non a caso i partiti di maggioranza si tengono bassi nelle pretese e le modifiche non spostano grandi numeri. Quando gli zeri in ballo aumentano, in realtà si punta solo a una redistribuzione senza maggiori oneri: è il caso della proposta di Fratelli d’Italia che riequilibra i 350 milioni destinati ai Drg post acuzie e il miliardo ai Drg per acuti, togliendo 200 milioni ai secondi per appostarli sui primi. In relazione al personale, invece, spicca innanzitutto la Lega che chiede la conferma della flat tax al 5% per gli straordinari degli infermieri dipendenti del Ssn. FdI punta poi a incrementare l’indennità di specificità per medici, infermieri e quella sanitaria, ma anche l’indennità di tutela del malato. E ancora il partito della premier Giorgia Meloni propone di estendere l’aliquota al 5% sul lavoro straordinario agli infermieri delle strutture private accreditate, con un costo di 27 milioni di euro annui. La stessa misura è presentata da Forza Italia con il capogruppo al Senato Maurizio Gasparri e Licia Ronzulli.
LA QUERELLE LOTITO-GASPARRI
Sempre azzurro è l’emendamento firmato in solitaria dal vicepremier Antonio Tajani, che istituisce presso il ministero del Lavoro un fondo per il contrasto delle ludopatie con un rilevante stanziamento di 150 milioni annui. Forza Italia è in effetti il partito di maggioranza più attivo sulle proposte di modifica in tema di salute, soprattutto attraverso il duo Lotito-Gasparri. Il patron della Lazio, va detto, è definito ‘il re dell’emendamento’, con una sorta di compulsione per la produzione normativa che lo ha portato inizialmente a presentare 268 interventi sulla manovra, nelle materie più disparate. Un iperattivismo che avrebbe generato non pochi malumori all’interno della stessa Fi, mentre Gasparri ha provato a ridimensionare le ricadute degli screzi con il collega dirigente sportivo.
L’ATTIVISMO DEL PATRON DELLA LAZIO
Sia come sia, Lotito chiede tra le altre cose 1 milione di euro in più all’anno per un programma di prevenzione dell’Hiv. Poi, ancora con Paroli, prova a istituire un fondo con 2 milioni annui per l’attuazione di un programma di screening preventivo e per la gestione dell’obesità dei 13-19enni. E sempre sul tema, ma stavolta a beneficio di tutte le coorti anagrafiche, batte cassa per 20 milioni in più nel biennio 2026-2027 e ulteriori 15 milioni annui dal 2028 allo scopo di “garantire l’accesso equo e uniforme alle cure”. Un’altra sua misura, infine, ha a cuore la continuità delle forniture di dispositivi medici.
ARRIVA IL BTP SANITA’
Gasparri, tuttavia, cerca di non essere da meno. Il capo dei senatori Fi punta più su norme di carattere regolatorio che di spesa. Ma alcune potrebbero avere un impatto non di poco conto, come quella che cancella per i medici del Ssn l’incompatibilità tra l’incarico convenzionale e tutte le attività alle dipendenze di altri soggetti pubblici o privati. Un’altra modifica estende agli specialisti ambulatoriali interni la possibilità di accedere al regime delle prestazioni aggiuntive. Un’ulteriore sua proposta autorizza le Regioni a destinare quote vincolate del fondo sanitario alla copertura del fabbisogno di medici di base, pediatri di libera scelta, specialisti ambulatoriali interni e professionisti della medicina dei servizi. Lo scopo è “garantire la continuità assistenziale sul territorio” e “assicurare un adeguato livello di personale convenzionato” del Ssn, ma il tutto deve avvenire, ci tiene a precisare, a saldi invariati, grazie a un efficientamento della spesa regionale. Salta poi all’occhio un altro suo emendamento che autorizza l’emissione di un ‘Btp Sanità’, un titolo di Stato destinato esclusivamente al finanziamento delle spese del personale del Servizio sanitario.
LE PROPOSTE CONTRO LE CRONICITA’
Alcune modifiche parlamentari si dedicano al rafforzamento dell’assistenza psicologica primaria, mentre FdI punta pure al consolidamento formativo e professionale della Medicina generale. Ancora Forza Italia chiede il riconoscimento della detraibilità fiscale sulle spese sostenute per gli alimenti a fini medici speciali dei pazienti oncologici, con un costo di 2,7 milioni di euro l’anno prossimo. Mentre in tema di cronicità un emendamento di matrice leghista stanzia 1,5 milioni nel 2026-27 e 1,2 milioni a regime per la prevenzione e cura delle patologie oculari degenerative, e la stessa cifra viene prevista per le malattie reumatologiche. Il Carroccio, inoltre, istituisce un fondo da 1 milione di euro l’anno per il prossimo triennio in favore della prevenzione, formazione e informazione circa la celiachia.
LA PIATTAFORMA SISDA
Ancora in relazione alle cronicità, ma tenendo conto dell’allungamento dell’aspettativa di vita e delle esigenze di promuovere l’invecchiamento attivo, Fratelli d’Italia chiede di istituire il Sistema informativo salute disabilità anziani (Sisda), una piattaforma digitale in seno all’Inps che dovrebbe favorire l’efficientamento e lo snellimento del procedimento di valutazione di base “e dell’attivazione ed elaborazione del progetto di vita”. La banca dati è interoperabile tra amministrazioni, organizzazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale. Attraverso la registrazione al Sisda, tra l’altro, la persona con disabilità può ricevere proposte di servizi profilati e personalizzati. E tutto ciò deve avvenire senza maggiori oneri, ossia a carico delle risorse umane, strumentali e finanziarie dell’Inps. Colpisce infine l’emendamento della centrista Michaela Biancofiore che punta invece sulla responsabilità contrattuale, ai sensi del codice civile, per l’operatore sanitario o sociosanitario che “cagiona un danno al paziente”, per cui ne “risponde in via principale”. Responsabilità che, in alcune circostanze, può estendersi alla struttura sanitaria di appartenenza.
STRAORDINARIO E PRONTA DISPONIBILITA’
Non è entrato invece nel fascicolo dei segnalati l'emendamento della Lega (esclusi anche quelli sulla falsariga di Pd, M5s e Avs) che interessa da vicino gli infermieri e che avrebbe dovuto chiarire in modo definitivo una misura della legge di Bilancio dell’anno scorso, da cui è scaturita una recente interpretazione restrittiva dell’Agenzia delle entrate. Secondo il Fisco, infatti, la norma contenuta nella manovra 2025 detassava il lavoro straordinario di cui all’articolo 47 del Ccnl del comparto 2019-2021 e non anche lo straordinario svolto in regime di pronta disponibilità (articolo 44). La decisione ha provocato forte malcontento tra gli infermieri. Il Nursind ha subito denunciato la vicenda e ha diffidato tutte le aziende dall'effettuare il conguaglio della ritenuta Irpef.
SPESA SANITARIA: LE OPPOSIZIONI PUNTANO AL 7,5% DEL PIL
Venendo alle opposizioni, anch’esse raramente attaccano i grandi numeri della manovra. Soltanto un emendamento unitario di Partito democratico, Movimento 5 stelle, Alleanza Verdi e Sinistra e Italia viva mira ad alzare gradualmente la percentuale del Fondo sanitario nazionale al 7,5% del Pil con 2,5 miliardi in più nel 2026, 3 miliardi nel 2027 e addirittura 5 miliardi aggiuntivi a decorrere dal 2028. Somme ricavate da spending review, lotta all’evasione e tagli ai sussidi ambientalmente dannosi. Carlo Calenda invece entra in modo pesante sul nodo assunzioni nel Ssn, con il tentativo di rafforzare la dotazione di 800 milioni nel 2026 e 900 milioni a decorrere dal 2027.
LAVORO SANITARIO RICONOSCIUTO COME USURANTE
Per il resto, le proposte di modifica delle minoranze prediligono misure regolatorie o di piccolo cabotaggio finanziario. Il Partito democratico, ad esempio, si fa carico della gravosità delle mansioni del personale medico e sanitario, Oss compresi, e punta al riconoscimento del lavoro usurante per chi opera nell’Emergenza-urgenza e nei servizi territoriali. I costi sono valutati in 65 milioni per l'anno 2026, 130 milioni per l'anno 2027 e 195 milioni annui a decorrere dall'anno 2028. Sulla stessa lunghezza d’onda un emendamento proposto dalla senatrice Barbara Guidolin del Movimento 5 Stelle.
PIU’ FONDI PER MALATTIE RARE E AMBIENTALI
Avs vincola il riconoscimento degli aumenti tariffari per le strutture sanitarie private all’applicazione, per i dipendenti, di contratti collettivi nazionali sottoscritti dai sindacati più rappresentativi e al puntuale rinnovo degli accordi entro la scadenza naturale. Ancora il M5s incrementa di 2 milioni l’anno il Fondo di solidarietà per le persone affette da malattie rare. E chiede la stessa cifra per la prevenzione delle patologie legate all’inquinamento ambientale.
SOSTEGNO ALL’INSERIMENTO DEGLI AUTISTICI
Dal canto suo, Iv punta su misure di potenziamento degli screening neonatali, mentre il Pd vuole rafforzare la tutela delle persone con disturbi dello spettro autistico: si prevedono tra l’altro corsi di formazione professionale per gli interessati e i loro tutor aziendali, ma anche esoneri contributivi per i datori di lavoro che li assumono. Tra le altre proposte, da citare poi la senatrice dem Beatrice Lorenzin che chiede di potenziare le risorse per la diagnosi e la presa in carico dell’Alzheimer e delle demenze. In ultimo, Azione istituisce un fondo da 180 milioni annui per incentivare la sottoscrizione da parte delle Pmi di polizze di assicurazione sanitaria collettiva per i dipendenti.
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