26 Novembre 2025

Virus respiratorio sinciziale, a rischio anziani e fragili

Secondo i dati dell'Osservatorio di Cittadinanzattiva va bene invece la prevenzione vaccinale nella fascia neonatale. Ma non mancano le ciriticità a partire dall'assenza di una regia stabile a livello nazionale. Pesa poi la disomogeneità territoriale

Di NS
Virus respiratorio sinciziale, a rischio anziani e fragili

La nota più positiva riguarda la gestione della prevenzione nella prima infanzia tramite l'anticorpo monoclonale: i dati raccolti dall'Osservatorio di Cittadinanzattiva sulle coperture vaccinali contro il Virus respiratorio sinciziale (Vrs) hano rilevato un successo significativo con immunizzazioni che superano l'80% e un modello organizzativo che prevede la somministrazione nei punti nascita per i nati "in stagione" (tra ottobre 2025 e marzo 2026) e l'attivazione di centri vaccinali o dei pediatri di libera scelta per la coorte di recupero (i nati fuori dalla stagione di massima circolazione del Vrs, tra aprile 2025 e settembre 2025). Per la stagione 2025-2026, si è registrata una partenza sincronizzata in tutte le Regioni, per questo target. Nonostante questi dati positivi, l'analisi ha fatto emergere cinque criticità strutturali che compromettono l'equità e la stabilità del sistema: governance nazionale insufficiente, disomogeneità territoriale, comunicazione pubblica carente, non adeguato finanziamento sulla prevenzione, lentezza nell’accesso all’innovazione. 

PROGRAMMAZIONE UNITARIA LA GRANDE ASSENTE
“Il nostro Osservatorio mostra chiaramente che l'Italia ha tutti gli strumenti per contrastare efficacemente il Virus respiratorio sinciziale, ma manca ancora una visione programmatica unitaria – dichiara Valeria Fava, coordinatrice nazionale delle politiche per la salute di Cittadinanzattiva -. L’immunizzazione dei neonati con anticorpo monoclonale è ormai un modello che funziona; per la vaccinazione materna sembrerebbero esserci passi in avanti; mentre per gli adulti fragili e anziani non è stata definita alcuna programmazione nazionale strutturata, con la sola Sicilia ad aver formalizzato l'offerta, nonostante l’elevato impatto documentato in termini di ricoveri e decessi legati al Vrs negli over 60 e nei soggetti fragili. È urgente che le istituzioni ricostruiscano al più presto una regia nazionale stabile, definiscano un quadro unico per il Vrs che includa tutte le strategie nei vari target nei Livelli essenziali di assistenza (Lea) aggiornando il calendario vaccinale e assicurino finanziamenti adeguati. La prevenzione non è una spesa, ma un investimento strategico che produce un risparmio esponenziale per il Servizio sanitario nazionale".

ADULTI FRAGILI E ANZIANI: UN TARGET SCOPERTO
Le criticità rilevate dall’Osservatorio hanno conseguenze in vari ambiti. Già in tema di vaccinazione materna, si può parlare di un'opportunità mancata per l'assenza, almeno fino ad oggi, di un indirizzo e di risorse nazionali dedicate, tanto che nella stagione 2025-2026 è stata inclusa nell'offerta solo da Sicilia, Marche e Basilicata. Il target degli adulti fragili e anziani rimane del tutto scoperto: nonostante vi siano raccomandazioni da parte del Calendario per la vita e delle società scientifiche; nonostante l’impatto del VRS sugli anziani e sui soggetti fragili sia davvero elevato; nonostante i principali Paesi europei abbiano già introdotto la vaccinazione anti-RSV negli adulti vulnerabili, in Italia, non è stata definita alcuna programmazione nazionale strutturata, con la sola Sicilia ad aver formalizzato l'offerta.

RISORSE INSUFFICIENTI
La bozza di intesa di novembre 2025 poi, si limita a proporre uno studio pilota nazionale, che però rischia di rallentare enormemente le decisioni. Altro nodo cruciale, la sostenibilità economica: il finanziamento nazionale previsto di 50 milioni di euro è ritenuto anch’esso insufficiente, soprattutto includendo la vaccinazione in gravidanza. Inoltre, il finanziamento è sempre stato tardivo (metà ottobre 2024 per la stagione precedente e novembre 2025, ancora in bozza, per l'attuale) e la ripartizione tra le Regioni incompleta. Infine, anche nel modello positivo per la prima infanzia, la bozza di intesa di novembre 2025 presenta un'incongruenza, restringendo inspiegabilmente la coorte di recupero ai soli nati nei 100 giorni precedenti. Considerazioni queste, del tutto in linea con quelle evidenziate dalle Regioni nel documento, reso noto ieri, del Coordinamento interregionale prevenzione.
A livello generale, infine, la prima stagione (2024-2025) è stata segnata da una regia nazionale assente e da forti disuguaglianze, mentre la stagione 2025-2026 è frammentata o carente per i target diversi dai neonati, situazione aggravata da un clima di stallo.

LE PROPOSTE DI CITTADINANZATTIVA
Il documento finale dell'Osservatorio VRS di Cittadinanzattiva propone anche una serie di raccomandazioni operative raggruppate in cinque aree chiave per assicurare un accesso equo, stabile e sostenibile alla prevenzione contro il virus respiratorio sinciziale e rafforzare le politiche di prevenzione nazionale. Sul fronte della governance e coordinamento nazionale, si raccomanda l'immediata re-istituzione del Nitag (o organismo equivalente) per fornire raccomandazioni vincolanti, l'aggiornamento rapido del calendario nazionale e del Piano nazionale di prevenzione vaccinale (Pnpv) e, infine, la garanzia di tempestività e omogeneità nei provvedimenti a tutti i livelli (risorse, target, accordi professionali, modelli organizzativi). Per superare le disomogeneità e garantire equità di accesso, si chiede di includere gli strumenti di immunizzazione efficaci nei Livelli essenziali di assistenza (Lea), di prevedere un eventuale sistema di solidarietà interregionale per il supporto economico e la ridistribuzione delle dosi e di standardizzare i modelli organizzativi regionali tramite accordi quadro nazionali con i professionisti sanitari di prossimità. Riguardo alla comunicazione e fiducia pubblica, è fondamentale creare un piano nazionale integrato sulla prevenzione respiratoria (per Vrs, influenza, pneumococco, Covid-19) specie per adulti fragili e anziani con messaggi univoci, formare attivamente i professionisti sanitari come veicoli primari di informazione e collaborare con associazioni di pazienti e organizzazioni civiche. Per la valutazione e sostenibilità economica, le proposte mirano ad aumentare progressivamente e vincolare la quota del Fondo Sanitario Nazionale destinata alla prevenzione, rendere tempestiva la ripartizione dei fondi stanziati, e rendere pubblici i dati di impatto economico e sanitario documentando risparmi e benefici delle campagne vaccinali. Infine, in una prospettiva di innovazione e prospettiva a lungo termine, l'Osservatorio raccomanda di dotarsi di un modello di governance proattivo, capace di pianificare e integrare tempestivamente le innovazioni nel sistema sanitario.

 

 

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