"Influenza in anticipo? Nessuno può prevederlo"
L'epidemiologo Massimo Ciccozzi a Nursind Sanità: "Impossibile oggi dire quando ci sarà il picco. Il vaccino comunque funziona". La Fimmg esprime fiducia sulla campagna di immunizzazione, ma denuncia: "Troppi pazienti senza medico di famiglia"
“C’è una partenza anticipata”. “No, nessuno può dirlo”. Siamo a fine novembre e l’influenza è tema caldo, anzi caldissimo. Ma le opinioni sull’andamento dei contagi si dividono. La Società italiana di medici di medicina generale (Simg) riprende i dati di sorveglianza RespiVirNet dell’Iss per dire che la stagione è “iniziata presto” e “potrebbe portare a un aumento nelle prossime settimane”. Mentre uno dei massimi epidemiologi italiani, Massimo Ciccozzi, responsabile di Statistica medica e epidemiologia molecolare dell’Università Campus Biomedico di Roma, spiega a Nursind Sanità: “Ci saranno più casi? Non possiamo dirlo ora, non si può prevedere quando c’è il picco. E poi, peraltro, bisogna specificare se si parla di influenza in senso stretto o malattie della stessa famiglia, le cosiddette Ari (Acute respiratory infections)”.
La stessa Oms Europa, comunque, aveva fatto notare ieri che “la stagione influenzale è partita circa quattro settimane prima del solito nella regione europea. Tuttavia, questo non è fuori dall’ordinario e i trend correnti sono simili a quelli osservati nel 2022-2023”. La Simg, che sarà a congresso da domani al 29 novembre a Firenze, evidenzia che tra il 20 ottobre e il 9 novembre sono stati registrati oltre 860mila nuovi casi: “L’inverno non è ancora iniziato, ma i virus respiratori sono già ben presenti. I più colpiti sono i bambini molto piccoli e gli over 65, le fasce nelle quali un’infezione respiratoria può avere un impatto clinico più rilevante. Questi numeri indicano una stagione iniziata presto e che potrebbe portare a un incremento dei casi nelle prossime settimane”.
I medici di famiglia invitano quindi a non rinviare la vaccinazione oltre Natale, in particolare per chi appartiene ai gruppi più esposti: ultra 65enni, persone con patologie croniche, donne in gravidanza, fragili e chi vive in comunità. Fanno così eco alla presa di posizione dell’Ecdc (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) di pochi giorni fa. Tecla Mastronuzzi, responsabile macroarea Prevenzione Simg aggiunge: “La vaccinazione è ancora la misura più efficace per ridurre gli esiti gravi. Inoltre come negli scorsi anni raccomandiamo la co-somministrazione con altre vaccinazioni contro Covid-19, Pneumococco, Virus Respiratorio Sinciziale e Herpes Zoster”.
Ciccozzi, come gli capita spesso, fa un po’ di controcanto: “Non sono più preoccupato del dovuto. Certo, bisogna mettere in campo una sorveglianza importante. Pare infatti che il virus H3N2 sia in percentuale più presente in Italia rispetto all’H1N1. Qualcuno pensa che sia più contagioso con sette mutazioni, perché elude il sistema immunitario. Ma è il gioco delle varianti: tutte, quando sono mutate in determinati siti, possono eludere le difese. Si tratta però di un periodo: successivamente, la memoria immunologica ristabilisce i criteri dimensionali”. L’esperto prosegue: “Il vaccino fa la stessa cosa: innesca la produzione di anticorpi e se non ne produce in modo congruo contro la variante K, in ogni caso lo fa contro H1N1 e H3N2 che è la mamma della variante K. Di conseguenza, il vaccino va bene comunque”.
Sulle raccomandazioni, invece, le opinioni coincidono. Ciccozzi conclude: “Lo dico dal tempo del Covid: vaccinarsi è importante. Altrimenti, bisogna mettersi la mascherina e lavarsi bene le mani, le normali misure di prevenzione. Il periodo natalizio sarà decisivo in questo senso, penso in particolare all’afflusso di turisti nelle città d’arte e all’affollamento in luoghi pubblici come le metropolitane”. Dal canto suo la Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale) si inserisce nel dibattito esprimendo ottimismo. “La fiducia dei cittadini nelle vaccinazioni sta riprendendo. Le persone si stanno vaccinando, e lo stanno facendo prima e più dello scorso anno, soprattutto tra i soggetti fragili e a rischio”, dice Tommaso Maio, responsabile nazionale Area vaccini dell’organizzazione. Poi però la nota negativa che secondo i medici di base potrebbe ridimensionare le ambizioni della campagna di immunizzazione. “Pesa il grande numero di pazienti rimasti senza medico di famiglia – chiosa Maio – conseguenza della difficoltà a sostituire i colleghi che vanno in pensione”.
Sempre più vicini ai nostri lettori.
Segui Nursind Sanità anche su Telegram