19 Ottobre 2022

Contratto: è scontro medici-Aran. Nursind: “Entrata a gamba tesa”

Secondo i sindacati dei camici bianchi l’ipotesi di accordo viola le prerogative dirigenziali. Naddeo: “Nessuna invasione di competenze”. La sigla degli infermieri: “Non conoscono il testo”

Di NS

Botta e risposta al vetriolo sul rinnovo del contratto nel comparto sanità, che peraltro è atteso in dirittura d’arrivo entro fine mese. L’attacco a sorpresa era arrivato dai medici di Anaao-Assomed e Federazione Cimo-Fesmed, secondo cui “il personale del ruolo sanitario non può gestire processi clinico-assistenziali e diagnostici, compiti che secondo la legge rientrano esclusivamente nell'alveo delle competenze dei laureati in Medicina e Chirurgia”. Il nuovo contratto invece “introduce nuove tipologie di incarichi di funzione organizzativa e professionale che comportano per il personale del ruolo sanitario anche l'assunzione di specifiche responsabilità nella gestione dei processi clinico-assistenziali e diagnostici. Un'ipotesi che introdurrebbe dunque, per via pattizia, competenze professionali che la legge riserva alla categoria medica e non attribuisce ai profili sanitari”. Senza dimenticare, hanno aggiunto i medici, che “l'eccessiva genericità e ambiguità del testo potrebbe alimentare un conflitto di competenze e di ruoli tra diverse categorie di personale, con possibili ricadute in termini di responsabilità professionale e quindi di contenziosi”. Di qui la segnalazione di quella che reputano una "contraddizione normativa" alla Corte dei Conti e l'intenzione di richiedere un interpello all'Aran.

Pronta è arrivata oggi la risposta del  Nursind, il primo sindacato indipendente degli infermieri. Dai medici “una presa di posizione inappropriata e pregiudiziale, ma soprattutto fuori tempo e fuori focus”, ha spiegato il segretario nazionale Andrea Bottega, secondo il quale “con le loro osservazioni i medici dimostrano di non saper leggere o di non conoscere affatto l'ipotesi di contratto di comparto che, naturalmente, non può porsi né al di sopra e né al di fuori della legge, per esempio sul sistema degli incarichi. Un assunto abbastanza scontato, ma se non lo fosse invitiamo la categoria a studiare il combinato disposto degli articoli 24 e 28 del Ccnl”. 

A rincarare la dose Antonio Naddeo, presidente Aran, l’agenzia negoziale che rappresenta le Pa, dunque la parte datoriale, al tavolo delle trattative. Secondo Naddeo all’articolo 24 dell’ipotesi di accordo “si salvaguardano proprio le prerogative del personale dirigenziale, rappresentate dalle due sigle sindacali, prevedendo che resti ferma la sovraordinazione nell’ambito dell’organizzazione aziendale”. Tuttavia, l’accordo “si pone in continuità con il precedente” nell’evoluzione “degli incarichi per il personale non dirigenziale: in tale contratto infatti si precisa che gli incarichi richiedono anche lo svolgimento di funzioni con assunzione diretta di elevate responsabilità. Un concetto che Anaao-Assomed e Cimo-Fesmed allora non hanno messo in discussione”. “Perché, dunque, oggi dovrebbe essere diverso? E soprattutto, visto che secondo le due sigle questa norma è così invasiva della competenza dei medici (e non lo è), perché se ne accorgono ora, visto che l’ipotesi è stata sottoscritta il 15 giugno 2022, quindi ben quattro mesi fa?”, si è chiesto ancora retoricamente il presidente Aran. Naddeo poi ha chiuso: “Tutte le istituzioni deputate alla verifica delle clausole contrattuali contenute nel testo in questione hanno sinora espresso parere positivo, non rilevando illegittimità - le Regioni attraverso il Comitato di Settore, il ministero dell’Economia e delle finanze e il Dipartimento della Funzione pubblica. Si diano pace, quindi, le due sigle sindacali: appena sarà certificato il contratto da parte della Corte dei conti, l’Aran e i sindacati firmeranno il contratto collettivo tanto atteso dalle migliaia di lavoratrici e lavoratori del comparto della sanità”.