Disturbi alimentari, carcere e multe per chi li istiga
I Dca colpiscono 4 milioni di persone, il 96% sono donne, e ogni anno uccidono 4mila giovani. Presentato al Senato il ddl di Fratelli d'Italia a prima firma Alberto Balboni che punta a riconoscere anoressia e bulimia malattie sociali

Da un lato la prevenzione e dall’altro la repressione di comportamenti illegali. Sono cinque gli articoli che compongono il ddl targato Fratelli d’Italia che mira a introdurre il reato di istigazione ai Disturbi del comportamento alimentare (Dca), attraverso l’introduzione di un nuovo articolo del Codice penale, il 580 bis. Il provvedimento, nato da un’idea del movimento Gioventù nazionale, porta la firma del senatore Alberto Balboni, presidente della commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama.
Il testo, presentato oggi al Senato, punta innanzitutto a riconoscere come malattie sociali l’anoressia nervosa, la bulimia, il disturbo evitante/restrittivo (legato alla paura dell’ingestione dei cibi) e il disturbo da alimentazione controllata (binge eating disorder). "Sono circa 4mila i giovani, quasi tutte ragazze, che perdono la vita ogni anno a causa di questa malattia che chiediamo venga riconosciuta come sociale - ha sottolineato Balboni -. Un riconoscimento che serve per potere avviare un lavoro nelle scuole, anche con psicologi ed esperti dell’alimentazione dedicati. Vogliamo inoltre il riconoscimento per legge della Giornata dedicata a questi disturbi, non a caso abbiamo depositato il testo il 15 marzo scorso (Giornata del fiocchetto lilla). Si tratta di un ddl ampio che punta sulla prevenzione e sulla repressione di comportamenti illegali perché siamo al limite, in alcuni casi, dell’istigazione al suicidio".
Di un "segnale importante di attenzione verso il mondo giovanile", ha parlato Lucio Malan, capogruppo di FdI al Senato. Questo provvedimento, ha proseguito, "ha la finalità di introdurre misure specifiche di sostegno a chi è colpito da disturbi del comportamento alimentare e di punire, attraverso l'introduzione di un nuovo articolo del Codice penale, coloro che istigano e spingono soprattutto i giovani, ma non solo, a incrementare questi comportamenti che non di rado hanno conseguenze gravi, anche fatali".
L'articolo in questione è, come detto, il 580 bis. Secondo il ddl, infatti, "chiunque, con qualsiasi mezzo, anche per via telematica, determina o rafforza l’altrui proposito di ricorrere a condotte alimentari, idonee a provocare o rafforzare i Disturbi del comportamento alimentare, e ne agevola l’esecuzione è punito con la reclusione fino a due anni e la sanzione amministrativa da euro 20.000 a euro 60.000". Nono solo, ma se il reato è commesso nei confronti di un under 14 o di una persona priva delle capacità d’intendere e volere, la pena della reclusione – recita ancora l’articolo 2 del testo – sale fino a 4 anni e la sanzione amministrativa da 40mila a 150mila euro.
L’uso dei social, come spiega l’esperta in Dca e ideatrice della startup DiciAlice, Camilla Mondini, ha un suo peso nella diffusione di questi disturbi: "Sono multifattoriali, causati cioè da fattori genetici, ambientali, psicologici e socio-culturali. Proprio questi utlimi però non vanno sottovalutati visto che l’uso smodato dei social ha provocato un aumento del 30% dei casi".
Ma quanti sono, appunto, i casi in Italia? E’ sempre Mondini a tracciare il quadro e a parlare di circa 4 milioni di persone colpite da Dca, di cui “il 96% sono donne. Anche se la casistica negli ultimi anni si è allargata pure agli uomini". Si calcola inoltre che tali disturbi ogni anno uccidano "4mila giovani. Si tratta della seconda causa di morte dopo gli incidenti stradali. Non solo, ma dopo la pandemia si è registrato un aumento dei casi del 45%. Ecco perché è importante intervenire – ha concluso l'esperta – far sì che soprattutto i giovanissimi non siano lasciati soli" ad affrontare queste malattie.
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