24 Ottobre 2023

Manovra e sanità: 3 miliardi in più nel 2024. Ecco tutte le misure

La bozza della legge di Bilancio non è ancora in Parlamento, ma trapelano dettagli: confermato l'aumento della tariffa oraria per le prestazioni aggiuntive di medici e infermieri

Di Ulisse Spinnato Vega
Manovra e sanità: 3 miliardi in più nel 2024. Ecco tutte le misure

La legge di Bilancio deve ancora arrivare in Parlamento e il Governo si è impegnato a portarla al Senato entro la fine di questa settimana. Ma intanto, secondo la bozza che Nursind Sanità ha potuto leggere, viene confermato, con alcuni ritocchi, il pacchetto di misure che riguarda la sanità e che occupa il titolo sesto della manovra.  

Innanzitutto, all’articolo 42 del testo si incrementa il finanziamento del Fondo sanitario di 3miliardi di euro per il 2024, 4miliardi per il 2025 e 4,2 miliardi a regime dal 2026. Le risorse servono a coprire i rinnovi contrattuali, la tariffa oraria dei medici, la rideterminazione dei tetti della spesa farmaceutica, le modifiche alle modalità di distribuzione dei medicinali e soprattutto le misure per l’abbattimento delle liste d’attesa. Ma anche l’aggiornamento delle soglie di spesa per gli acquisti di prestazioni dai privati, il finanziamento dell’aggiornamento dei Lea, il potenziamento dell’assistenza territoriale e spunta pure l’organizzazione e il funzionamento dell’Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e per il contrasto delle malattie della povertà.

Sul terreno dell’incremento della tariffa oraria per le prestazioni aggiuntive del personale sanitario, l’autorizzazione agli aumenti si applica fino alla fine del 2026. L’emolumento può essere aumentato fino a 100 euro lordi omnicomprensivi, al netto degli oneri riflessi a carico dell’amministrazione, per i medici. E fino a 60 euro lordi per gli infermieri. Ma la manovra precisa che “restano ferme le disposizioni vigenti in materia di prestazioni aggiuntive, con particolare riferimento ai volumi di prestazioni erogabili nonché all'orario massimo di lavoro e ai prescritti riposi”. La misura costa 280 milioni l’anno (200 milioni per i medici, 80 milioni per il comparto sanitario) nel triennio 2024-2026.

Rispetto alla spesa farmaceutica, il tetto per acquisti diretti è rideterminato nella misura dell’8,6% (contro l’8,5% ventilato inizialmente) del Fondo sanitario nazionale a decorrere dal 2024. Di conseguenza, il tetto della spesa farmaceutica convenzionata è abbassato l’anno prossimo nel valore del 6,7%, mentre inizialmente si prevedeva un ritocco minore, dal 7% al 6,8%. Sul fronte della distribuzione di medicine, la legge di Bilancio punta a favorire gli utenti nell’accesso ai farmaci, per cui entro il prossimo marzo, e poi con cadenza annuale, l’Aifa dovrà aggiornare il prontuario della continuità assistenziale ospedale-territorio, individuando l’elenco dei farmaci che per caratteristiche di classificazione devono restare vincolati alla distribuzione attraverso le farmacie ospedaliere e di quelli che invece possono essere assegnati alla distribuzione in regime di convenzione attraverso le farmacie aperte al pubblico. Di conseguenza, a partire dal primo marzo cambia il sistema di remunerazione delle farmacie stesse per il rimborso dei preparati erogati in regime di Ssn e viene sostituito da una quota variabile e da quote fisse rideterminate in base al costo dei medicinali stessi. Il meccanismo e i suoi esborsi verranno monitorati annualmente da un tavolo istituito ad hoc presso il ministero della Salute.

Il principale obiettivo della manovra, come ripetuto più volte dal Governo, è però abbattere le liste d’attesa. Il testo della legge di Bilancio specifica che le Regioni, in tal senso, “possono coinvolgere anche le strutture private accreditate”. Infatti, l’articolo 47 della bozza contempla l’aggiornamento del tetto di spesa per gli acquisti di prestazioni sanitarie, appunto, da privati. Il limite di esborso, che risale al 2011, viene incrementato di un punto percentuale nel 2024, tre punti nel 2025 e quattro punti a decorrere dal 2026. Fermo restando, comunque, l’equilibrio economico e finanziario dei conti sanitari delle Regioni. Non manca nell’articolato pure una proroga del finanziamento delle quote premiali in sanità.

Anche i Lea vengono aggiornati e il Governo vincola “una quota pari a 50 milioni di euro per l’anno 2024 e una quota pari a 200 milioni di euro a decorrere dall’anno 2025” a valere sul fabbisogno sanitario nazionale standard. C’è poi la discussa norma sul contributo al Ssn che sale fino a 2mila euro annui da parte degli stranieri extracomunitari. Le categorie coinvolte sono: i residenti che lavorano e soggiornano in Svizzera ma utilizzano il Servizio sanitario e i loro familiari a carico; i frontalieri sempre al confine con la Confederazione Elvetica e i loro familiari a carico. La Regione di residenza definisce la quota di compartecipazione del nucleo, compresa fra un valore minimo del 3% e un valore massimo del 6%, da applicare al salario netto percepito in Svizzera. Il ricavato complessivo è destinato al sostegno del servizio sanitario delle aree di confine, in particolare a beneficio del personale medico e infermieristico sotto forma di un “premio di frontiera”. Per i residenti in Italia con permesso di soggiorno per motivi di studio, il contributo al Sistema sanitario nazionale passa dagli attuali 149 euro a 700 euro (+470%), mentre per i cittadini collocati alla pari il contributo passa da 219 euro a 1.200 euro (+547%). Va precisato che la norma non coinvolge gli stranieri extracomunitari obbligatoriamente iscritti al Ssn perché soggiornano regolarmente in Italia e lavorano da subordinati o autonomi con regolari versamenti fiscali e contributivi. E non riguarda nemmeno chi attende il permesso di soggiorno e i minori stranieri non accompagnati. Il testo prevede poi sanzioni per chi non ottempera all’obbligo o omette di dichiarare il trasferimento di residenza dall'estero o all'estero.

L’ultimo articolo del pacchetto salute prevede invece ulteriori misure per il potenziamento del Ssn e dell’assistenza territoriale. La legge di Bilancio tiene conto degli obiettivi del Pnrr e fa riferimento “ai maggiori oneri per la spesa di personale dipendente”, da reclutare “anche in deroga ai vincoli in materia di spesa” e per quello convenzionato. L’esborso massimo è incrementato di 250 milioni di euro per il 2025 e 350 milioni a decorrere dal 2026, a valere sul finanziamento del servizio sanitario. Nel 2024, invece, l’incremento è limitato a 10 milioni. Va ricordato, in tal senso, che soltanto per dare corpo alla cruciale figura dell’Infermiere di famiglia o comunità bisognerà reclutare 20mila professionisti entro il 2026. Una parte dei fondi aggiuntivi al Ssn, pari a 240 milioni per 2025 e 340 milioni a decorrere dal 2026, andranno invece al “perseguimento degli obiettivi sanitari di carattere prioritario e di rilievo nazionale” che riguardano progetti sulla tutela della salute materno-infantile, della salute mentale, della salute degli anziani nonché per quelli finalizzati alla prevenzione, in particolare riferiti alle malattie ereditarie, e alla realizzazione degli obiettivi definiti dal Patto per la salute, purché relativi al miglioramento dell'erogazione dei Lea.


La bozza della legge di Bilancio

 

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